MILANO – Ancora una giornata di rialzi sui mercati del caffè. A New York, il contratto per scadenza marzo si è avvicinato ieri, martedì 4 febbraio, alla soglia dei 3 dollari 90 (massimo giornaliero a 389,90 centesimi); poi la spinta si è esaurita e la giornata si è conclusa a 383,35 centesimi, comunque in ulteriore lieve ripresa rispetto a lunedì (+0,6%).
Per la borsa degli arabica si tratta della decima seduta consecutiva in territorio positivo.
Riparte anche Londra, dopo due ribassi consecutivi. Marzo ha guadagnato $24, maggio $28. I due contratti hanno chiuso così rispettivamente a 5.558 e 5.548 dollari.
Secondo gli analisti, la tensione sui mercati del caffè si sta accentuando, poiché i torrefattori dei grandi paesi consumatori cercano di comprare il più possibile per ricostituire le scorte, scontrandosi con la riluttanza a vendere dei produttori.
L’incertezza sull’andamento meteo nei paesi produttori, in particolare in Brasile, contribuisce anch’essa a mandare i mercati in fibrillazione. Incide infine l’andamento del real brasiliano, in ripresa sul dollaro nelle ultime settimane.
Vogliamo esulare per un momento dall’attualità più immediata dei mercati del caffè, per una breve retrospettiva statistica sull’andamento recente degli indicatori Ico
A gennaio, la media mensile dell’indicatore composto ha scavalcato di slancio la barriera dei 3 dollari per libbra attestandosi a 310,12 centesimi: il 3,5% in più rispetto a dicembre.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.