MILANO – Ulteriore giornata di assestamento sui mercati del caffè, con lievissime correzioni al ribasso in entrambe le piazze. A New York, il benchmark ha ceduto 45 punti chiudendo a 243,15 centesimi. A Londra, il contratto per scadenza settembre ha perso $2 terminando la seduta a 4.570 dollari. Da notare che tutte le scadenze successive, a partire da novembre, si sono invece riapprezzate, con guadagni crescenti in funzione del tempo, che hanno lievemente mitigato la perdurante situazione di mercato inverso.
Secondo Laleska Moda, analista di Hedgepoint Global Markets, il rally della scorsa settimana sulla borsa londinese va ascritto, in primo luogo, all’andamento deludente dell’export vietnamita, che ha segnato, a giugno, un calo dell’11,5% toccando i minimi degli ultimi 13 anni.
I minori volumi imbarcati hanno contribuito ad aumentare la percezione di un basso livello delle scorte del paese asiatico, che è ancora più preoccupante dal momento che il prossimo raccolto non comincerà prima di fine ottobre-inizio novembre, con una conseguente ripresa delle esportazioni vietnamite ipotizzabile appena verso la fine dell’anno.
A ciò si devono aggiungere i timori sui mercati del caffè per gli effetti del tempo secco e caldo di inizio anno sull’esito del raccolto 2024/25.
La minore disponibilità ha posto un freno alle vendite e appare destinata a ridurre gli imbarchi anche nei prossimi mesi.
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