MILANO – Mercati del caffè sull’ottovolante in questa prima decade di marzo: pesano le tensioni internazionali, che stanno esacerbando una situazione, già di per sé precaria. Ora c’è il timore che l’impennata dei prezzi del petrolio possa accrescere ulteriormente i costi dei trasporti aumentando ancora le difficoltà logistiche.
Preoccupazione anche a monte della filiera, dove i produttori sono alle prese con costi sempre più alti per quanto riguarda i fertilizzanti e gli altri input chimici.
L’Ice Arabica ha toccato i suoi massimi martedì 8 marzo. Il contratto per scadenza maggio ha guadagnato, in un solo giorno, 865 punti volando a 232,90 centesimi.
A spingere al rialzo i mercati del caffè, il nuovo rischio siccità in Brasile
Somar ha rilevato la settimana scorsa soli 4,8 millimetri di pioggia nel Minas Gerais, pari ad appena l’8% della media storica.
Le previsioni più favorevoli diffuse nei giorni successivi, con precipitazioni in arrivo durante il week-end, hanno rassicurato gli operatori.
Il benchmark è così arretrato di 360 punti mercoledì e di ulteriori 510 punti ieri, giovedì 10 marzo, chiudendo a 224,20 centesimi.
Diversa l’evoluzione dell’Ice Robusta, che ha ripreso quota tra martedì e mercoledì.
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