MILANO – Settimana a fasi alterne per i mercati del caffè, dopo i forti ribassi causati, a inizio mese, dalla proposta di rinvio dell’applicazione dell’Eudr e dalle previsioni di pioggia in Brasile. A New York, il contratto per scadenza dicembre ha chiuso, venerdì 11 ottobre, in ribasso di 270 punti (-1%), a 252,05 centesimi, risentendo principalmente dello svalutarsi della moneta brasiliana, ai minimi dell’ultimo mese.
Nei tre giorni precedenti, il mercato degli arabica aveva inanellato altrettanti rialzi recuperando in buona parte (+1.010 punti nelle tre sedute) le perdite subite nella seduta di lunedì 7 ottobre, quando il benchmark era precipitato a 244,65 centesimi accusando un ribasso di 1.270 punti.
Tra i fattori di supporto dei prezzi, le perduranti incertezze sul fronte climatico e il ridursi delle scorte certificate, che sono scese ai minimi degli ultimi 4 mesi, a New York, e degli ultimi 4 mesi e mezzo a Londra.
A conti fatti, il saldo dell’ottava (cioè la differenza tra le chiusure di venerdì 4 e venerdì 11 ottobre) è comunque negativo per 530 punti.
Mercati del caffè: l’evoluzione a Londra
Evoluzione analoga e Londra, dove il contratto per scadenza gennaio 2025, che attrae ormai la parte più consistente dei volumi, ha perso venerdì 11 ottobre $64 (-1,8%) terminando la settimana 4.678 dollari: il 3,7% in meno rispetto a venerdì 4 ottobre.
Meteo brasiliano: il punto
I dati e le carte dell’Istituto nazionale di meteorologia del Brasile (Inmet) mostrano accumuli nell’ordine dei 15 mm, in buona parte del Minas Gerais (massimo stato produttore di arabica), e dei 20 mm, nell’Espírito Santo (massimo produttore di robusta), nei 5 giorni da lunedì a venerdì scorso.
La pioggia è proseguita anche durante il fine settimana. Come già scritto, le prime piogge primaverili sono essenziali per far partire la fioritura principale degli arbusti, che necessitano poi di ulteriori precipitazioni regolari e in buoni volumi nelle ulteriori fasi vegetative del ciclo.
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