MILANO – Nuovo balzo in avanti dei mercati del caffè alla vigilia del “D-Day”: nella seduta di ieri, mercoledì 13 novembre, il contratto per scadenza marzo dell’Ice Arabica ha guadagnato ulteriori 810 punti (+3,1%) chiudendo a 271,20 centesimi, massimo per la scadenza principale dalla fine di settembre. A Londra, il contratto per scadenza gennaio dell’Ice Robusta si è rivalutato del 2,1% (+$95%) terminando la giornata a 4.632 dollari, il livello più alto delle ultime tre settimane.
Vari i fattori che contribuiscono a tenere i mercati in tensione catalizzando gli acquisti speculativi. A cominciare dalla situazione nei due principali paesi esportatori mondiali. In Brasile, i produttori vendono a rilento convinti che i prezzi cresceranno ancora.
Ad alimentare tali aspettative rialziste, le prospettive incerte per quanto riguarda lo sviluppo del nuovo raccolto, il cui potenziale è stato già sensibilmente ridotto da mesi di siccità invernale.
Preoccupazione anche per l’evoluzione meteo attuale e le previsioni di tempo sempre secco e caldo. L’indicatore Cepea/Esalq per l’Arabica tipo 6 è intanto risalito ai massimi dai primi mesi del 2022.
In Vietnam, il maltempo recente ha rallentato le operazioni di raccolta, che in questo periodo dell’anno entrano nel vivo.
Ma il tema che tiene banco nei mercati del caffè (e non solo) è quello dell’Eudr
La proposta della Commissione di rinviare di un anno l’applicazione della normativa antideforestazione sbarca oggi in aula al parlamento europeo.
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