MILANO – Dietro la multinazionale tedesca Melitta, c’è una storia che va indietro sino alla fine del 1800 e che trova le sue fondamenta in una donna torrefattrice, visionaria e madre. Melitta Bentz – o come si chiamava prima di sposarsi Amalie Melitta Liebscher – ha saputo creare le basi solide che hanno portato allo sviluppo e successo di un gruppo che attualmente ha posato il suo sguardo sull’Italia: è ancora fresca l’acquisizione del 70% del marchio tricolore toscano Caffè Corsini e quindi volevamo proporre la strada che ha portato fino a questo punto.
Melitta è figlia di Karl, un editore e di Brigitte Reinhardt Liebscher. Nata a Dresda il 31 gennaio 1873. I suoi nonni erano proprietari di una torrefazione, il terreno fertile per il futuro di Melitta. Andata poi in sposa di Hugo Bentz, insieme al quale ha avuto e cresciuto tre figli.
Melitta Bentz rivoluzione il rito del caffè
Come le mattine di molti lavoratori, anche quelle di Melitta e del marito erano caratterizzate dalla spinta iniziale di un caffè fumante. Una tazza che sembrava però non aiutarla particolarmente contro la spossatezza mattutina. Anzi, peggiorava il suo nervosismo perché la costringeva, durante ancora il dormiveglia, ad occuparsi della pulizia della macchina del caffè.
Racconta il figlio di Melitta Bentz, Horst
«Mia madre aveva un eccellente gusto: Spesso era irritata dai granuli di caffè nella sua tazza», raccontò anni dopo il figlio Horst in un’intervista sul giornale tedesco Der Aufstieg.
Non c’era mattina in cui Melitta Bentz non iniziasse la sua routine con la sua dose di caffeina. E, proprio da questa abitudine, è nato l’ingegno: Melitta infatti, ha cominciato così a tentare di risolvere il suo fastidio, cercando nuovi modi di infusione.
I tentativi e i fallimenti sono stati parecchi
Ma tutti i giorni di fatica l’hanno poi portata una mattina a posare lo sguardo sul quaderno di suo figlio. Tagliando un pezzetto di carta cotonata, Melitta Bentz ha avuto l’idea: utilizzarlo come fodera del pentolino a cui aveva già aggiunto dei fori di piccole dimensioni.
Lo stesso pentolino è stato poi posizionato sopra una teiera in ceramica. Sulla carta poi, Melitta ha sistemato dei chicchi macinati, ai quali poi ha aggiunto dell’acqua bollente.
Il risultato?
Una bevanda calda filtrata tramite la carta, pronta nella tazza. Va da sé che, il problema che tanto assillava i nervi di Melitta, era ormai eliminato. La pulizia infatti, si era trasformata in una pratica ben più veloce e persino più igienica. Questo perché, Melitta, così come gli altri coffeelover, avrebbero dovuto solo occuparsi di buttare via il filtro. Addio quindi il disordine dei granuli.
Melitta Bentz e il suo perfetto modo di godersi il caffè
Da brava donna di ingegno, Melitta ha voluto subito condividere questa sua scoperta, organizzando diversi coffee afternoons. La data in cui Melitta Bentz ha visto il suo nome collegato a questa idea rivoluzionaria, è il giugno 1908. Quando ha registrato il suo sistema presso l’Ufficio brevetti e marchi di Berlino.
Insieme al marito Hugo, hanno fondato una società produttrice di filtri, con sede proprio all’interno della loro casa composta da 5 stanze. Un inizio modesto, come lo sono molti incipit di storie straordinarie. Esattamente come quella del Melitta Group, che ora può contare 4mila impiegati e ben 50 marchi.
Un fatturato 2020 di 1,7 miliardi di euro e quasi 6mila dipendenti
Alle origini, dobbiamo immaginarci un romantico Hugo Bentz che si trascinava per strada con la sua bancarella, per fare un po’ di pubblicità al loro prodotto. L’approccio e la filosofia della società si basava infatti sul contatto diretto con i clienti. Hugo fermava le persone più curiose e spiegava loro il funzionamento di questo nuovo filtro.
L’attività ha finito ovviamente per coinvolgere l’intera famiglia: mentre Melitta era la mente, Hugo si occupava delle relazioni con il pubblico, i figli consegnavano in bicicletta le ordinazioni.
Il 1909, la svolta alla Leipzig Trade Fair
E’ stata durante questa fiera campionaria che i due soci-coniugi hanno lanciato il loro prodotto. Un articolo che ha avuto un successo immediato, acquistato da i grandi magazzini di tutto il Paese, al costo di 1,25 marchi al pezzo.
Ormai tutti smaniavano per avere nelle loro case chicchera e filtro. Sino a quando, nel 1929, la sede nel loro appartamento non poteva più esser sufficiente per le esigenze della società, che riceveva sempre più ordini. Allora, il trasloco a Minden, a Nord Ovest in Germania.
Tra le guerre mondiali
Purtroppo, come spesso accade in queste storie, l’attività della società ha subito una battuta d’arresto, costretta dallo scoppio delle due guerre mondiali. Già durante la Grande Guerra, Hugo e Billy hanno dovuto lasciare la propria casa per andare a servire il Paese al fronte. Deprivati da un’importante forza lavoro, la società ha dovuto fermare la produzione, per tentare di sostentarsi con il commercio di scatole di cartone.
Con il proseguire della Seconda guerra mondiale, il Melitta Group ha dovuto mettere in pausa anche stavolta, i macchinari. Inoltre, la stessa fabbrica ha dovuto collaborare con la dittatura nazista per dare nuovi strumenti bellici alla causa del regime.
Una volta che il conflitto mondiale si è risolto, la società ha voluto esser parte attiva per risarcire i sopravvissuti ai campi di concentramento. I lavoratori sono dunque tornati a lavorare nelle loro sedi, tra pub e stabilimenti. Questa condizione di forte disagio è durata circa 12 anni, sino al 1948, anno in cui la produzione dei filtri ideati da Melitta Bentz in tempi migliori, ha potuto riprendere.
La dedizione ai dipendenti
I due partner nella vita e nel lavoro, sono andati in pensione nel 1932, senza però abbandonare a terzi la loro attività. Infatti, il commercio del Gruppo Melitta è stato tramandato ai figli, assieme ai diversi provvedimenti che i fondatori avevano disposto per garantire un miglior funzionamento della produzione.
Sono stati infatti stabilite diverse regole a tutela dei dipendenti: cinque giorni di lavoro con due di pausa; tra settimane di vacanze pagate e infine, un bonus natalizio. Ma l’attività di Melitta Bentz non si è arrestata a queste iniziative. Nel 1938, ha visto la luce l’istituto Melitta Aid, che garantiva un fondo sociale a disposizione degli impiegati. «Ogni impiegato conosce Melitta Bentz e il suo eccezionale ruolo come madre della corporation». Così ha spiegato Ms. von Hollen, una rappresentate della società, a The New York Times.
Il Gruppo Melitta
Si occupa di sviluppo, produzione e vendita di prodotti di marca per il consumo di caffè, per la conservazione e preparazione degli alimenti e per la pulizia della casa. Deve il suo nome a Melitta Bentz, la casalinga tedesca di Dresda che nel 1908 inventò il primo filtro per il caffè.
Maggiori informazioni su www.melitta-group.com .