domenica 22 Dicembre 2024
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McCafé entra nei fari delle automobili Ford con gli scarti del caffè servito nei bar Usa

L'Ovale Blu del celebre marchio di automobili, Ford, utilizzerà parte dei chicchi di caffè destinati ai ristoranti della catena fast food per produrre alcune componenti destinate ai veicoli. Una soluzione per incentivare l'economia circolare e idee rispettose dell'ambiente

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MILANO – Ford e McDonald’s: due marchi conosciuti da tutti nel mondo e che sembra strano leggere insieme nella stessa frase. Cosa c’entrano le automobili con le caffetterie e il fast food? Il legame tra i due brand è proprio il caffè. Per esser più precisi, i fondi esausti della bevanda servita nei numerosi McCafè del Nord America.

Ford, macchine al profumo di caffè

Il costruttore del Michigan, anche nel tentativo di lasciarsi alle spalle un periodo complesso, sta puntando sempre più sulla sostenibilità. Dopo il progetto legato all’impiego della blockchain per certificare la provenienza delle materie prime lanciato all’inizio del 2019 ecco quello che focalizza l’attenzione sul riciclo.

Così Ford userà alcuni degli scarti del caffè destinato alla catena McDonald’s per produrre diverse componenti da integrare poi nei veicoli.

Dal caffè all’auto: McDonald’s con Ford

Più precisamente, partendo dalla lavorazione degli scarti dei chicchi ottenuti mediante tostatura verranno prodotti l’alloggiamento per i fari e altri accessori, attraverso un processo ad alta temperatura che prevede il mix con additivi vari (tra i quali, va detto, anche la plastica).

Oltre a poter essere definite eco friendly, queste parti saranno del 20% circa più leggere rispetto a quelle delle controparti attualmente presenti a bordo delle vetture. Senza compromessi in termini di resistenza alle sollecitazioni stando ai test finora condotti.

La catena di fast food fornirà la materia prima

Partendo da quella proveniente dai ristoranti e dagli impianti operativi nel Nord America: ogni anno, solo oltreoceano, ne vengono prodotti oltre 28 milioni di chilogrammi. In parte già recuperati per la creazione di fertilizzante.

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