MILANO – McCafé e McDonald’s continuano la sua strategia green (a partire dal colore del logo che è diventato verde) e nel rispetto di un mondo più ecosostenibile, ha messo a disposizione nei suoi punti in Svezia, delle stazioni chiamate McCharge. Qui è possibile parcheggiare la propria macchina elettrica e, nel tempo di una buona pausa caffè, ricaricare i motori per la ripartenza. Leggiamo la notizia dal sito infomotori.it.
McCharge: anche le auto elettriche fanno pausa caffè
La Svezia, non è un segreto, è tra gli stati europei più affezionati all’elettrificazione. I motivi sono molti, a cominciare dalla fortunata combinazione tra la ricchezza dei suoi abitanti e la ridotta densità di popolazione. Corposi incentivi ed una mentalità fortemente progressista hanno fatto il resto, così oggi le auto elettriche fanno parte della quotidianità per molti cittadini svedesi.
Non c’è da stupirsi quindi che McCafé e McDonald’s abbiano deciso di lanciare proprio nel paese scandinavo il McCharge
Programma che vedrà una colonnina di ricarica per ogni ristorante della grande emme. Per comunicare il costo di una ricarica agli automobilisti in cerca di una spina, il re dei fast-food ha disposto un’insegna che riprende lo stile dei distributori convenzionali. C’è il costo al minuto per una ricarica, il prezzo dell’iconico Big Mac e anche quello dell’Happy meal.
Come l’Ikea
In Italia, gli utilizzatori di auto elettriche lo sanno bene, a sperimentare tra i primi questo sistema di ricariche è stata Ikea. Oltre ad attrarre gli ecologisti di tutta la zona, il marchio ha compiuto un’importante operazione di marketing affiancando i propri prodotti al mondo “green” ed eco sostenibile. Per McDonald’s lo sforzo sarebbe chiaramente maggiore, i punti vendita sono moltissimi, ma portare l’elettricità per auto nei propri ristoranti sarebbe perfettamente in linea con la svolta di qualche anno fa. Quando il colore rappresentativo del marchio passò dal rosso al verde e gli ambienti cominciarono a sfoggiare un design pulito.
Il claim “big enough to make a difference” scelto per promuovere l’operazione svedese è (bene o male) decisamente azzeccato.