MILANO – “Che sarebbe bello per l’Italia accogliere l’ICO, l’organizzazione intergovernativa del caffè. E che bello sarebbe per l’Ico venire nel paese dell’espresso, con una molto rilevante industria del settore. Però c’è ancora molto lavoro da fare, nulla è definito e, anche se la cosa andasse, come auspicabile, in porto, non sarebbe prima del 2027”.
Così Massimiliano Fabian, già presidente del Consiglio internazionale del caffè, in una dichiarazione a Comunicaffè, a commento dell’ipotesi di un trasferimento della sede dell’Ico in Italia.
La proposta è contenuta in una manifestazione di interesse del governo italiano, oggetto di in una lettera indirizzata alla direttrice esecutiva dell’Ico Vanusia Nogueira, che risale ad alcune settimane fa, di cui Comunicaffè è entrata in possesso.
Tutto prende le mosse dalla Risoluzione numero 483 – approvata nella più recente sessione (la 136ª) del Consiglio internazionale del caffè, che si è svolta, a fine settembre, a Bangalore in India
“Il Segretariato dell’Organizzazione internazionale del caffè – si legge nella risoluzione – dovrà lasciare liberi gli spazi dell’attuale sede di Gray’s Inn Road, Londra, al più tardi nel giugno del prossimo anno, senza nessuna possibilità di proroga dell’attuale contratto di locazione.
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