MILANO – Maurizio Valli è l’uomo dietro Bugan Coffee Lab, caffetteria specialty di Bergamo ben conosciuta tra gli addetti ai lavori, ma ormai anche al di fuori della community, per il costante lavoro sul caffè di qualità a tutti i costi. Sempre qui, si forgiano i campioni delle gare del passato, del presente e del futuro.
La scelta di investire sulle capacità dei giovani è frutto ancora una volta della passione e si vede: ultimo risultato raggiunto, il secondo posto da record al mondiale barista di Daniele Ricci.
Valli, questo traguardo è anche vostro: ce lo racconta un po’ questo dietro le quinte?
“Sicuramente è una grandissima soddisfazione che premia un lavoro di squadra che dura dal 2016, con anche una pandemia di mezzo e molte difficoltà che hanno toccato tutti, compresa la mia malattia. Ci siamo rialzati anche dalle batoste prese nelle gare (consideriamo le due squalifiche che ci sono state) che avrebbero potuto spaventare e far allontanare un ragazzo così giovane come lo è Daniele. Il team serve proprio a questo: a incoraggiarlo, motivarlo, a fargli trovare nuovi stimoli.
Questo secondo posto è sicuramente frutto di tanti sacrifici, perseveranza con in mente un chiaro obiettivo da raggiungere.
Dico che è il mondo delle gare è una gerarchia: Boram è come Daniele, sono due fenomeni. Penso che Boram abbia vinto giustamente perché ha una maggiore esperienza e numero di presenze alle spalle e perché ha portato un prodotto della sua terra, che lui stesso produce. Il livello di bravura però era lo stesso: 18 punti in una gara mondiale non sono niente.
Quindi questo secondo posto ci ha dato una grandissima soddisfazione, anche se con un po’ di amaro in bocca, che però ci dà la motivazione giusta per continuare questo percorso. Ci confronteremo insieme per pensare di ritentare. Daniele per noi ha tutte le carte in regola per vincere.
Per quest’anno, abbiamo già scritto la storia in Italia, battendo il grande Francesco Sanapo, arrivato sesto in Australia. Da tanti anni non vedevamo il nostro Paese così in alto nel ranking mondiale ed è il messaggio che l’Italia sta crescendo. Daniele rappresenta tutti coloro che credono nella cultura del caffè e ha messo con il suo secondo posto un tassello a livello globale: l’Italia del caffè c’è, perché la patria dell’espresso, non poteva mancare.”
Daniele Ricci poi lo avete visto crescere letteralmente negli anni: com’è stata la sua evoluzione dentro il vostro Bugan
“Per me Daniele è come un figlio, perché è nato qui da noi. L’ho scoperto quando ho fatto da giudice al Trismoka Challenge a Brescia, l’edizione in cui lui aveva vinto. A fine esposizione mi sono complimentato con lui, perché era convinto di aver visto già un fenomeno in azione. Sono in seguito diventato il suo trainer e da lì ho iniziato a formare la squadra, portando un competitor in tante categorie. Daniele trasmette tutta la mia passione, che tempo fa mettevo per primo nelle gare anche quando ho partecipato per tre anni e sono convinto che avrebbe potuto vincere. Quindi non molliamo.
Anche Andrea Villa è nella nostra squadra e ha contribuito alla vittoria di Daniele, perché è stato lui a realizzare il cocktail del mondiale. Ringrazio ovviamente tutta la mia famiglia, che mi aiuta a mandare avanti l’attività. Ringrazio anche Sasha, vice campione brewers italiano e l’emergente su cui punteremo tantissimo più avanti, Federico Pinna, che ha la stessa età di Daniele, è partito da zero e ora speriamo diventerà un nuovo campione. Con un’abilità e capacità che sono un grande esempio da seguire.
Per settembre, riproveremo la brewers con Sasha Stefani, Andrea Villa per la Coffee in good spirits, Maurizio Boi per la latte art. Poi a novembre, aspettiamo il mondiale roasting di Roberto Breno. “
Cosa significa per i giovani campioni trovare in voi un supporto così forte?
“Con Bugan mettiamo in campo tutto, cuore, caffè, energie, tempo, senza chiedere soldi in cambio. Non ho mai creduto nel crescere le persone attraverso il denaro. Per entrare nel nostro team si devono possedere determinati requisiti: essere innamorati del caffè, avere passione, professionalità, ma soprattutto capacità di creare relazioni umane. Saper entrare in contatto con il prossimo, stare all’interno di una famiglia, nel rispetto e il supporto reciproco.
Scopo finale: vincere, ma anche divertirsi nel frattempo, come ha fatto Daniele. La stanchezza c’è, fa parte della nostra vita, ma abbiamo anche il buon caffè dalla nostra.”
L’invito di Valli
“Voglio far passare questo messaggio ai giovani: a chi crede nei sogni, negli obiettivi, dico di avere costanza e perseveranza. Se sei circondato da un team valido, col tempo si arriva alla meta, che ci vogliano uno, due o cinque anni. Mai mollare. Così ho affrontato allo stesso modo la malattia, senza mai scoraggiarmi.
Ci diamo manforte a vicenda, perché siamo una famiglia. Siamo partiti insieme, mangiamo, viaggiamo insieme: più di 25 ore di auto da Atene in Italia le abbiamo passate sempre uniti. Abbiamo coronato il nostro sogno al mondiale. E ora crediamo nel prossimo. Abbiamo il cavallo vincente. Lo dico dal 2016, che Daniele è il Cristiano Ronaldo del caffè.”
Ma quanti che vengono da Bugan, sanno che è anche la fucina di campioni?
“La verità? Pochi, perché non abbiamo mai puntato sull’immagine delle gare. Ma io sono contento quando qualcuno entra qui, senza saper nulla, beve un espresso e dice: wow, questo non è caffè, è un’esperienza sensoriale che non avevo mai provato prima. Bene, voglio esser conosciuto perché Maurizio Valli fa caffè di qualità e straordinari. Poi le gare sono un plus che ci aiuta sicuramente, che però tende ad esaurirsi in quelle giornate. Devo dire che il modello Bugan fin qui sta funzionando bene e spero sia un esempio che ispirerà altri. I fatti oggettivi ci stanno dando ragione.”
Quindi in conclusione il mondiale, Valli, lo ha convinto anche per il caffè portato e selezionato
“Certo. L’ho guidato anche sulla sensorialità del caffè, ogni mattina alle sei e mezza. Non ho nulla da recriminare: più di così non si poteva fare. Il mondiale è una cosa massacrante che si deve provare per capire. Il livello del 2023 era ancora più alto della scorsa edizione. Più si va avanti più si riducono le probabilità che un italiano conquisti il primo posto. Oggi tutti i 60 Paesi possono vincere. Daniele Ricci si è dovuto confrontare con 48 nazioni per arrivare secondo al mondo. E più gli anni passano, più crescono le nazioni che non pensavamo potessero farcela.”
Come mai? Cosa è cambiato?
“La gara baristi, quella più famosa, dà più visibilità dal punto di vista mediatico ed economico. Vincere ti cambia la vita: dal punto di vista economico ti si aprono molte porte. Prima era una vetrina meno importante e ora mediaticamente ha un’eco vastissima. Ci sono tante aziende e sponsor che pagano per avere il campione in carica come biglietto da visita.
Si pensi che oggi anche soltanto il caffè che si usa in gara costa tantissimo e noi, lo forniamo gratis. Ed è soltanto per passione che lo facciamo. Per me ormai, ho imparato, tornare a casa dalla mia famiglia, da mia moglie e da mio figlio è la mia felicità.”