MILANO – Inauguriamo il primo di una serie di incontri tra la direzione di Comunicaffè e i manager di gruppo Cimbali; si tratta di conversazioni su temi attuali ed approfondimenti, davanti ad un caffè estratto con Faemina nella lounge di House of BMW in via Verri 10, nel cuore del cosiddetto Quadrilatero della Moda a Milano. Il primo di questi appuntamenti è con Maurizio Tursini, Chief Products & Technologies Officer per Gruppo Cimbali, che si occupa dello sviluppo di tecnologia e prodotti per l’azienda leader del settore macchine professionali per l’espresso italiano tradizionale.
Maurizio Tursini sintetizza così il suo lavoro:
“Ascoltare il mercato, prevedere i trend futuri, costruire un piano strategico di tecnologia e prodotti per gli anni a venire.” Insomma, un ruolo di estrema responsabilità che Tursini porta avanti animato dallo spirito di innovazione.
Tursini, quanti anni vede avanti lei?
“Ci vorrebbe la sfera di cristallo. Ma generalmente dal punto di vista di piani operativi, la nostra azienda sviluppa dei progetti che, per quanto riguarda i prodotti, hanno una gestione di tre anni, solitamente. Le tecnologie devono guardare più avanti e si spingono oltre, sui cinque anni.”
Vuol definire cos’è il famoso 4.0 delle macchine?
“Il 4.0 ha due facce: una che riguarda la possibilità per i nostri clienti di effettuare delle operazioni di tipo fiscale sulle macchine che acquistano; l’altra che si focalizza sull’aspetto più tecnologico. E questo significa avere macchine connesse con l’ecosistema dei nostri utenti e spingere tutto il comparto a introdurre la connettività, per migliorare le condizioni di lavoro, creare nuovi modelli di business, aumentare la produttività.
La tecnologia 4.0 può comportare anche un migliore risparmio energetico. L’obiettivo è
avere delle macchine connesse all’interno di un ecosistema e questo è possibile attraverso l’intelligenza artificiale, con cui si sviluppano anche degli algoritmi che consentono ai clienti di ottimizzare l’utilizzo della macchina e conseguentemente risparmiare energia.
Noi questo lo stiamo già facendo e lo offriamo ai clienti. A Host abbiamo presentato un algoritmo di intelligenza artificiale applicato a una nostra piattaforma di controllo delle macchine connesse, attraverso cui il cliente può controllare come la macchina sta lavorando e decidere di ottimizzarne l’accensione e lo spegnimento.”
Gruppo Cimbali anni fa parlava di 4.0 per la riconversione delle linee di produzione. Ora è arrivato sulle macchine, con la gestione da remoto: che impatto può avere l’IoT sulle macchine?
“Il Gruppo ha precorso i tempi in questi termini ed è stato un vantaggio competitivo soprattutto nel periodo pandemico, che ha di fatto accelerato in tutti i settori l’introduzione dell’Internet of Things, la famosa Iot. Questo ci ha spinto ancora di più a guardare quella fetta dei clienti di domani, le nuove generazioni per cui l’interazione uomo-macchina diventa sempre più digitale. L’Internet of Things significa dare la possibilità ai nostri clienti di avere un parco macchine connettibile o sempre connesso, inserito all’interno dell’ecosistema. Parola su cui insistiamo, perché fondamentale.”
Non c’è il rischio che queste macchine connesse diventino delle superautomatiche di lusso?
“No. Come tutte le tecnologie, anche il 4.0 deve esser visto come un supporto all’utente, non uno strumento freddo che esclude l’utilizzatore. È un modo diverso di interagire con la macchina che consente di fare più cose. Ci sarà un’evoluzione, ma sempre nell’ottica di facilitare le operazioni al cliente.
Nelle super automatiche la tecnologia 4.0 sarà ancora più sviluppata: all’interno di queste macchine si trova un sistema di connessione con l’ecosistema che permette di produrre tanti algoritmi dell’intelligenza artificiale, come per esempio quello della manutenzione predittiva.”
Tursini, come si fa a mantenere la differenza tra super automatiche e macchine tradizionali?
“Sono due prodotti che guardano a un’esperienza d’uso completamente diversa. La tradizionale è quella che noi italiani troviamo nei bar e la super automatica invece si trova sempre più nelle lounge degli aeroporti, negli hotel. I due strumenti seppur differenti, condividono un certo tipo di tecnologia cosiddetta basic, con un’estrazione, una macinatura, una preparazione di latte e infusi, e infine una parte dedicata al controllo. Quindi sono tecnologie trasversali, ma poi la definizione dell’architettura è completamente
diversa.”
Le macchine 4.0 e quindi anche i bar 4.0: come si traduce per chi sta dietro al bancone la possibilità di gestire a distanza il supporto, ora che la pandemia ha ridisegnato tutto il fuori casa?
“La nostra macchina in quanto 4.0, deve integrarsi all’interno, ripeto ancora, dell’ecosistema del cliente. Dev’essere quindi aperta e dialogare con i sistemi di chi ha scelto macchine di Gruppo Cimbali. Così i nostri clienti, attraverso l’intelligenza artificiale e le piattaforme di controllo, possono ottimizzare le proprie spese. Dal consumo energetico a quello della quantità di caffè impiegato, dall’interazione con le altre macchine del locale, la gestione delle materie prime. È una macchina che ottimizza il conto economico del bar.”
Quali sono le macchine di Gruppo Cimbali che attualmente sono 4.0?
“Sono tutte le macchine che noi abbiamo lanciato negli ultimi anni: la E71, la President, la M200, la Faemina, quando sono abbinati ai macinadosatori, ma anche le super automatiche, la S15, la S60.”
La E61 sarà mai 4.0?
“La nostra E61 è destinata a restare un modello iconico senza tempo.”
Come influisce il 4.0 sul lavoro dietro al bancone?
“Nella preparazione della bevanda vera e propria è un po’ marginale l’intervento della connettività, se non la si pensa come applicata a una delle tecnologie che abbiamo presentato a Host, che è il naso elettronico. In questo caso possiamo sbizzarrirci a trovare modi d’uso, grazie ai quali riusciamo a controllare la freschezza della miscela nella tramoggia e si può così ottimizzare il consumo del chicco per il barista.”
Siete i primi ad introdurre il naso elettronico in una macchina…
“Di naso elettronico si parla anche in altri settori da tempo. Io vengo dal settore degli elettrodomestici, dove se ne discuteva già nel 2011. È vero anche che queste tecnologie hanno un ciclo di vita lungo per poterle sviluppare. Da quando sono entrato nel Gruppo Cimbali, nel 2019, è accaduto questo: uno dei componenti del naso elettronico era un chip dalle dimensioni piuttosto ampie. Nel giro di 3 anni, siamo passati da un oggetto con un’altezza di mezzo centimetro, a un foglio micron che quasi si rompe a toccarlo. Noi ci
abbiamo sempre creduto e questo è stata la nostra forza: continuare a insistere sulla tecnologia, la sua applicabilità e il suo futuro.”
Il barista può appassionarsi alla tecnica e alle possibilità che offre, ma quanti sanno che c’è un finanziamento per le apparecchiature 4.0?
Tursini:”Questa è una domanda importante, perché probabilmente non tutti i clienti sono al corrente di questo finanziamento, che non è semplice da comprendere perché bisogna entrare nei meandri degli aspetti burocratici e legali. Anche le aziende che rientrano nei requisiti, possono inserirsi nello stesso filone. Bisogna capire l’applicabilità di questo finanziamento e qual è il nostro ruolo e quello del cliente, che ha il diritto e la responsabilità di accedervi, utilizzando macchine che gli permettono di ottenere queste agevolazioni ancora attive nel 2022 e che noi come azienda supportiamo con una consulenza.
Nel momento in cui il cliente ce lo chiede, forniamo tutta la documentazione necessaria per effettuare l’application.”
4.0 significa inevitabilmente elettronica, componenti discreti: quali sono le maggiori difficoltà nel reperire i pezzi per costruire le macchine e poi di ricambio?
“Il problema è molto serio e attanaglia tutti i settori, compresi l’automotive e l’elettrodomestico. C’è una grossa difficoltà a reperire la componentistica, un po’ perché c’è stato l’assalto a questi prodotti, un po’ perché molte imprese di elettronica hanno colto la palla al balzo per rinnovare il loro portafoglio prodotti, mandando in fase out o dismissione quei componenti più obsoleti, per alzare i prezzi.
Da un giorno all’altro la difficoltà è stata quella di confrontarci con dei fornitori che ci hanno avvisato che non avrebbero più prodotto alcuni componenti nel giro di pochi mesi. Per cui già da un anno abbiamo intrapreso un percorso di fornitori alternativi, di nuove soluzioni, per gestire una situazione molto articolata e complessa.”
Tursini, c’è ancora qualche innovazione 4.0 di cui possiamo parlare?
“Abbiamo citato il naso elettronico, abbiamo parlato dei consumi energetici presentati a Host, ma anche dell’analisi predittiva. Come Gruppo Cimbali vogliamo muoverci sempre più verso le soluzioni piuttosto che sui prodotti. Vogliamo offrire soluzioni ai nostri clienti, di cui la macchina è solo una parte. Stiamo insistendo quindi su tutta la parte di connettività, di service e di intelligenza artificiale: crediamo che il futuro sia lì”.
Non pensa che siano più destinati alle catene di caffetteria piuttosto che al singolo barista?
“Noi abbiamo diverse tipologie di clienti, dalla catena al piccolo bar sino all’hotellerie. La nostra forza è quella di offrire la giusta soluzione a seconda del cliente a cui ci rivolgiamo con i nostri servizi. Ci sarà un prodotto o un servizio più adatto alla catena, come per esempio la nostra piattaforma del controllo delle macchine da remoto Art&Coffee presentata ad Host, che permette al fleet manager di controllare il parco macchine installato su tutto il territorio nazionale. È ovvio che questo potrebbe aiutare di più una catena. Al barista invece possiamo proporre il naso elettronico, o il controllo dei consumi energetici.”
Passiamo alla Mumac Academy: secondo lei nelle scuole di caffetterie si presenta il 4.0?
“Temo di no, anche se non ho dati precisi. Sono abbastanza certo che non accada, esclusa ovviamente la Mumac Academy. Qui abbiamo a disposizione un parco macchine aggiornatissimo.”
Abbiamo accennato al futuro: ma cosa intravede in prospettiva per il 4.0?
“Ritengo che i finanziamenti saranno ancora di grande importanza nel prossimo futuro. Generalmente l’essere umano è conservativo e tende a resistere al cambiamento e quando c’è una tecnologia che magari all’inizio può avere dei costi più elevati rispetto a una più tradizionale, è importante che ci siano strumenti ed opportunità che siano a supporto del nostro settore. Mi auguro che ci sia un proseguo in questo senso.”
La scheda sintetica di Gruppo Cimbali
Gruppo Cimbali è tra i principali produttori di macchine professionali per caffè e bevande a base di latte e di attrezzature dedicate alla caffetteria.
Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente oltre 750 addetti.
L’impegno del Gruppo per la diffusione della cultura del caffè espresso e per la valorizzazione del territorio si è concretizzato nel 2012 con la fondazione del MUMAC – Museo della Macchina per Caffè, la prima e più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso situata all’interno dell’headquarter di Gruppo Cimbali a Binasco.
MUMAC ospita MUMAC Academy, l’accademia della macchina per caffè di Gruppo Cimbali, centro di formazione, divulgazione e ricerca.
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