lunedì 23 Dicembre 2024
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Baronetto, chef del Cambio, che ha preferito Lavazza 1985

Lo chef: "La sinergia ci porterà a dare valore al nuovo progetto di Lavazza, che ha fatto nascere una top label nel mondo del caffè arrivando a quella che definirei un’idea 2.0 della torrefazione d’autore. Da noi prenderanno forma delle idee che poi verranno affidate ai brand ambassador di Lavazza e comunicate al mondo, creando esperienze gastronomiche di cui gli specialty coffee rappresenteranno l’ideale accompagnamento e completamento. E verranno ridisegnati i momenti di degustazione durante la giornata. Il cantiere è aperto."

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TORINO – Il maestro Iginio Massari li ha già scelti per i suoi punti vendita sparsi per l’Italia, per abbinare caffè di qualità a prodotti di pasticceria eccellenti. Per questo non stupisce che le proposte di 1895 Coffee Designers by Lavazza siano stati selezionati anche per accompagnare l’alta cucina: è Matteo Baronetto, cuoco per il ristorante stellato di Torino Del Cambio, ad aver “armato” il suo menù con queste bevande speciali, in una collaborazione tra il brand e lo chef. Leggiamo i dettagli dal sito wine.pambianconews.com.

Matteo Baronetto, uno chef d’eccezione per 1895 Coffee Designers by Lavazza

La società italiana leader del caffè ha consolidato la partnership con Matteo Baronetto, chef del ristorante Del Cambio (stellato Michelin) di Torino, per il lancio del nuovo brand 1895, nome che richiama l’anno di fondazione dell’azienda e che nasce in una fabbrica “esperienziale” progettata da Ralph Appelbaum Associates (RAA), concepita come luogo in cui si fondono cura artigianale e innovazione ad alto contenuto tecnologico per dare vita, ogni giorno, alla creazione di caffè d’eccellenza. Una spinta “originaria” per affrontare la sfida del design degli specialty coffee, i caffè di eccellenza che nascono in terre lontane e a partire da quattro 4 singole origini: Cafuné dal Brasile, Encantado dalla Colombia, Kilele dal Kenya, Opera Prima dallo Yemen. Si aggiungono tre blend: Petal Storm, Hypnotic Fruit e Cocoa Rebel.

Caffè preziosi, racchiusi in pack raffinati e sostenibili, riciclabili al 100%

“Con 1895 – ha affermato Michele Cannone, direttore della divisione Lavazza Brand Away from Home – abbiamo fuso le nostre radici italiane, la nostra esperienza con la libertà di innovare, per arrivare a creare una gamma di caffè di alta qualità capaci di soddisfare gli amanti del caffè dai gusti più esigenti, amanti della ricerca e della sperimentazione rendendo comunque omaggio al nostro stile italiano”.

Ed è proprio Torino il comune denominatore dell’intesa con Baronetto, nome di punta del panorama gastronomico nel capoluogo piemontese, la cui Farmacia del Cambio, boutique e laboratorio del gusto ricavato all’interno del celebre palazzo di piazza Carignano che ospita anche il main restaurant e il bar Cavour, diventa una sorta di flagship dell’innovazione e della sperimentazione che si originerà dall’abbinamento tra gli specialty della nuova label e le creazioni dello chef. Il quale, come spiega in quest’intervista a Pambianco Wine&Food, è pronto a dar vita a una sinergia da cui possono derivare evoluzioni inaspettate.

Matteo Baronetto, come nasce il rapporto con Lavazza?

“Ormai ci conosciamo da quasi vent’anni, attraverso una collaborazione avviata fin dai tempi in cui operavo a Milano. Lavazza dialoga da sempre con l’alta gastronomia, lavorando a stretto contatto con chef e ristoratori, e ora con il lancio di 1895 Coffee Designers emerge una diversa visione: quella di partire da Torino e dalla Farmacia del Cambio per sviluppare idee dal respiro internazionale. Mi pare una volontà coerente con l’evoluzione stessa del concetto di rapporto tra cliente e fornitore, evoluzione che avviene in chiave sinergica e con una fusione di intenti e di strategie non solo commerciali, ma anche di interpretazione del prodotto.”

Quali sono gli obiettivi di questa collaborazione?

“La sinergia ci porterà a dare valore al nuovo progetto di Lavazza, che ha fatto nascere una top label nel mondo del caffè arrivando a quella che definirei un’idea 2.0 della torrefazione d’autore. Da noi prenderanno forma delle idee che poi verranno affidate ai brand ambassador di Lavazza e comunicate al mondo, creando esperienze gastronomiche di cui gli specialty coffee rappresenteranno l’ideale accompagnamento e completamento. E verranno ridisegnati i momenti di degustazione durante la giornata. Il cantiere è aperto.”

E il cantiere è la Farmacia del Cambio, che a sua volta rappresenta il luogo delle sperimentazioni di Palazzo Carignano, laddove la storia si unisce all’innovazione…

Matteo Baronetto: “Basti pensare che il delivery, alla Farmacia del Cambio, lo abbiamo lanciato prima della pandemia, infatti a gennaio era già in piena attività. Poi il lockdown ha accelerato i tempi e infatti il nostro delivery ha avuto un’impennata, con risultati immediati e superiori anche a quelli di novembre, quando Torino è stata sì zona rossa, ma ha vissuto una situazione molto diversa rispetto alla chiusura primaverile. Ora siamo molto concentrati in prospettiva della futura ripartenza di tutte le nostre attività.”

Quali sono le direzioni di sviluppo previste per i brand che fanno capo al gruppo Del Cambio?

“Nonostante la chiusura forzata, non ci siamo mai fermati. Il ristorante Del Cambio riprenderà presto il suo percorso di proiezione internazionale e di consolidamento nazionale e locale. Il Cavour ripartirà come cocktail bar dove si beve molto bene, con l’accompagnamento di piatti altrettanto buoni. Farmacia del Cambio, oltre alla gestione del delivery, è stata al centro in queste settimane di un progetto di ristrutturazione che ha dato vita a un “cambio” delle vetrine per necessità funzionali, ricavando al tempo stesso nuovi posti a sedere al proprio interno. Oggi è un vero e proprio salotto pop a disposizione della clientela.”

Matteo Baronetto, come si sta evolvendo la città di Torino dal punto di vista della ristorazione?

“Torino ha vissuto un periodo di grande fermento, con continue aperture di locali: sono nate realtà nuove, dinamiche e diverse, e non soltanto nell’ambito dell’alta ristorazione. Poi però la situazione si è piuttosto tranquillizzata, e non soltanto per effetto della pandemia. Quel che forse manca è una progettualità visionaria, che punti a ridisegnare la città e a posizionarla in maniera corretta e adeguata alla sua storia. Torino deve superare la tentazione di vivere di rendita, Torino deve essere in grado di realizzare un incremento programmatico e progettuale. Servono idee forti ed efficaci, come quelle che ha messo in atto Lavazza con la sua factory per 1895 Coffee Designers.”

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