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venerdì 08 Novembre 2024
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MATERIE PRIME – I fondi scommettono ancora al rialzo

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MILANO – I fondi  continuano a scommettere al rialzo sulle materie prime agricole. La riprova nei dati della Commodity Futures Trading Commission relativi alle 13 soft commodity maggiormente commerciate sulle piazze americane, aggiornati a due martedì fa, che evidenziano un ulteriore forte incremento (quasi 98 mila contratti) nelle posizioni net long dei fondi sui futures e sulle opzioni.

Complessivamente le posizioni net long (la differenza tra posizioni lunghe e corte) sono aumentate di 900.000 contratti dall’inizio dell’anno, raggiungendo un totale di 1,13 milioni di contratti circa: il saldo più elevato dal febbraio del 2011.

Su tale andamento pesa la variabile climatica, con la siccità che ha colpito il Brasile, ma anche estesi territori degli Stati Uniti. Un ulteriore elemento di preoccupazione è costituito dalla crisi in Ucraina e le sue potenziali ripercussioni sui commerci.

A Chicago, gli hedge fund hanno incrementato le loro posizioni net long sul contratto di borsa sul granoturco a 227.860 contratti, ai massimi da dicembre 2012.

Le posizioni lunghe nette del contratto sul frumento hanno raggiunto i 24.000 lotti segnando un drammatico capovolgimento di scenario rispetto all’inizio dell’anno, quando i fondi erano net short di oltre 70.000 contratti.

Sempre sul mercato dell’Illinois osserviamo che anche la soia evidenzia un saldo net long superiore ai 218.000 lotti, un livello mai raggiunto dal settembre del 2012.

A New York, i futures sul caffè arabica vedono i non-commercial net long di 41.404 lotti alla data del 18 marzo, pari a un incremento del 14,87% rispetto al precedente rilevamento.

Durante la settimana passata, il contratto principale ha subito un calo del 13,7% scendendo in area 170 centesimi (chiusura a 171,15 cents venerdì scorso).

Le quotazioni sono tornate a salire lunedì guadagnando 525 punti sulla prima posizione, per rinnovati timori sull’esito del raccolto brasiliano.

Martedì, il contratto benchmark è ridisceso a 175,30 cents (-110 punti), per risalire nuovamente a 176 centesimi nella giornata di ieri. Lo scorso week-end ha visto piogge limitate sulla coffee belt, che non hanno portato benefici significativi.

Anche a marzo, le principali aree di produzione hanno continuato a registrare livelli delle precipitazioni nettamente inferiori alle medie storiche, sebbene le previsioni a medio e lungo termine offrano ancora qualche motivo di speranza.

Una cosa comunque appare ormai certa: non avremo un’idea esatta dei danni subiti dalle piantagioni sino a che non inizieranno le operazioni di raccolta.

Il che significa, per gli arabica, non prima di maggio.
Fino a quel punto, il mercato seguiterà a essere dominato dal nervosismo e dall’irrequietezza degli operatori. Un sentiment che si rispecchia negli indici di volatilità, ai loro massimi degli ultimi 14 anni.

Paribas prevede un deficit

Il 2014/15 vedrà il primo deficit globale di offerta sul mercato del caffè dal 2009/10. Lo ha dichiarato l’analista di BNP Paribas Keith Flury durante la103a  Convention Nca, che si è svolta lo scorso fine settimana a new Orleans.

La domanda supererà l’offerta di 612.000 sacchi ha affermato Flury aggiungendo che il 2013/14 vedrà invece un’eccedenza produttiva di 5,6 milioni di sacchi.

Le stime di 20 analisti di settore sul prossimo raccolto brasiliano, registrate il 7 marzo scorso da Reuters, hanno dato come valore mediano il dato di 48,9 milioni di sacchi, pari all’11% in meno rispetto al risultato uscito da un analogo sondaggio condotto a gennaio.

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