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Massimo Zanetti Beverage Group: possibile ingresso del fondo d’investimento Quattro R per rafforzare il business

Le discussioni con QuattroR sarebbero iniziate alcune settimane fa e sarebbero ancora in corso. Il rafforzamento patrimoniale si rende necessario, anche all’interno del dialogo con le banche creditrici del gruppo

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L’azienda Massimo Zanetti Beverage Group pianificherebbe di rafforzare e consolidare la rete di business nazionale e internazionale. Secondo alcune voci di corridoio, tra i possibili soggetti finanziari che potrebbero aiutare la realtà, ci sarebbe il fondo QuattroR, operatore attivo nel rafforzamento e nello sviluppo di aziende di rilievo nel made in Italy. L’azienda, interpellata, non ha rilasciato dichiarazioni.

Un mandato sarebbe stato affidato, nei mesi scorsi, dagli istituti di credito al consulente finanziario Rothschild.

Nel periodo successivo alla pandemia l’azienda ha rotto i propri covenant (clausole vincolanti di natura patrimoniale) definiti con le banche creditrici: è necessario perciò rinegoziarli. Oggi il bilancio di Zanetti indica un indebitamento di circa 350 milioni di euro.

Già verso la fine del 2021, dopo l’uscita da Piazza Affari, la famiglia Zanetti aveva valutato l’entrata di un partner finanziario di minoranza a cui cedere complessivamente il 30% dell’azienda.

La scelta definita però non si è mai concretizzata. Approfondiamo di seguito l’argomento grazie all’articolo di Carlo Festa per Il Sole 24 Ore.

Il possibile socio di Massimo Zanetti Beverage Group

MILANO – Sono in corso discussioni per un aumento di capitale e per un ingresso di un fondo di private equity nel gruppo Massimo Zanetti Beverage Group, big del caffè famoso per il marchio Segafredo, che ha lasciato Piazza Affari all’inizio del 2021. L’azienda si starebbe preparando, secondo i rumors, ad un’iniezione di risorse fresche, per rafforzare ulteriormente il business nazionale e internazionale.

Secondo le indiscrezioni, ci sarebbero in corso dialoghi con alcuni soggetti finanziari e, tra questi, in pole position ci sarebbe il fondo QuattroR, operatore attivo nel rafforzamento e nello sviluppo di aziende di rilievo nel Made in Italy.

Le discussioni con QuattroR sarebbero iniziate alcune settimane fa e sarebbero ancora in corso. Il rafforzamento patrimoniale si rende necessario, anche all’interno del dialogo con le banche creditrici del gruppo.

Un mandato sarebbe stato affidato, nei mesi scorsi, dagli istituti di credito al consulente finanziario Rothschild, in quanto nel periodo successivo alla pandemia l’azienda Massimo Zanetti Beverage Group, leader a livello mondiale nella produzione, lavorazione e distribuzione di caffè tostato, ha rotto i propri covenant (cioè le clausole vincolanti di natura patrimoniale) definiti con le banche creditrici, con la necessità quindi di rinegoziarli.

Oggi il bilancio di Zanetti indica un indebitamento intorno ai 350 milioni di euro. Nel tavolo di discussione con le banche (fra le quali Intesa Sanpaolo, Unicredit e Bnp Paribas) è quindi previsto un aumento di capitale.

La società è uno dei grandi big internazionali del caffè. Nasce all’inizio degli anni 70, quando Massimo Zanetti acquisisce il controllo dell’azienda di torrefazione bolognese Segafredo, che è diventato in poco tempo il marchio principale del gruppo, che possiede oltre 40 brand sparsi per il mondo.

Negli anni il gruppo ha incrementato la presenza sui mercati europei, acquistando direttamente piantagioni in Brasile.

Nel 2015 Massimo Zanetti si è quotato a Piazza Affari, ma dopo sei anni, all’inizio del 2021, la famiglia ha deciso di abbandonare la Borsa con un delisting. Nel 2022 il gruppo ha raggiunto un fatturato senza precedenti che, complessivamente, arriva ad un aggregato di 1,5 miliardi di euro.

Alla fine del 2021, appena uscita dalla Borsa, la famiglia Zanetti ha valutato un partner finanziario di minoranza a cui cedere complessivamente il 30% dell’azienda, con l’obiettivo di crescere a livello internazionale e valutare magari nuove acquisizioni per consolidare il business.

Il processo aveva richiamato l’attenzione di numerosi fondi di private equity italiani ed esteri (erano stati fatti i nomi di Carlyle, Blackstone, Oaktree, Bain e Advent) ma, alla fine, era stato deciso di mettere momentaneamente in stand-by la procedura, perché le offerte non risultavano in linea con le attese di prezzo.

Ora si apre, invece, un nuovo tavolo di trattative con aumento di capitale e ingresso di un socio finanziario.

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