MILANO – Per la prima volta Massimo Zanetti, Presidente e fondatore del Gruppo Massimo Zanetti Beverage racconta qui la sua visione aziendale, la sua figura di business man, il percorso che l’ha portato al grande, planetario successo di oggi.
Signor Zanetti, che cosa è per lei il caffè?
“Il caffè è la mia vita, la vita di molte persone. È la tradizione della mia famiglia e di molte culture al mondo. È il buongiorno di tutte le mattine. È, insomma, qualcosa di quotidiano, come qualcuno di famiglia a cui si vuol bene e del quale non si può fare a meno. Milioni di persone ogni mattina lavorano grazie a questo prodotto. Una semplice tazza di caffè ci coinvolge tutti.
Qual è la storia che l’ha portata ad occuparsi della commodity e della bevanda?
“Come dicevo, il caffè è tradizione di famiglia, quasi un destino. Mio padre e, prima di lui, mio nonno lavoravano nel commercio di caffè verde e l’attuale sede della mia holding è nella villa dove abitavamo e dove si trovava anche la sede dell’attività di famiglia. Ho seguito le orme di mio padre, solo più tardi sono entrato nell’avventura della torrefazione, quando ho acquisito il piccolo marchio bolognese Segafredo. I proprietari erano clienti e amici, ma non potevano più seguire i loro affari e mi hanno ceduto Segafredo.
Perché ha sempre sponsorizzato squadre agonistiche dalla Formula 1 al basket al ciclismo?
“Ho sempre sponsorizzato lo sport, quello di massa, popolare, quello che appassiona gli italiani: formula 1, ciclismo, calcio, pallacanestro. L’ho fatto per amore e passione, perché lo sport è stato sempre nella mia vita. L’ho praticato e sono stato un tifoso. Lo sport è sano, unisce e alimenta le chiacchierate al bar, bevendo un caffè, ovviamente.
Cosa ci racconta della sua amicizia con Ayrton Senna?
“L’ho seguito da quando era una promessa dell’automobilismo. Per lui ero come un fratello maggiore, avevamo un rapporto stretto al punto che si confidava con me su tutto, questioni di cuore comprese. La sua morte mi ha profondamente addolorato. Se ho aperto una Fondazione per aiutare a sfamare i bambini nel mondo lo devo anche a lui.
Il suo Gruppo è la prima azienda del caffè italiana ad esser quotata in Borsa e a Milano: com’è stato esser pionieri in questo campo? Lo rifarebbe?
Risponde Massimo Zanetti: “Ho sempre pensato che nel destino di un’azienda, nel percorso della sua crescita, due cose fossero necessarie: la managerializzazione e la quotazione in Borsa. La prima e la seconda rispondono alle medesime esigenze: la continuazione dell’impresa e la condivisione di oneri e onori. È stato un percorso non
facile la nostra quotazione e anche l’iniziale permanenza sul listino ha destato alcune perplessità. Molti non riuscivano a capire un modello di business che si basa sulla materia prima, che è volatile.
Poi siamo riusciti a farci comprendere e ad apprezzare anche finanziariamente. Abbiamo avuto grandi attestati di stima da grandi investitori italiani e internazionali, abbiamo una politica di distribuzione del dividendo che remunera i nostri azionisti e pensiamo di aver fatto la scelta giusta, la migliore.
L’appartenenza alla holding Massimo Zanetti Beverage Group ha cambiato la natura originaria dell’azienda?
“L’azienda, o meglio le tante aziende, hanno mantenuta intatta la loro natura e cultura. Senza che ancora esistesse la holding la cultura MZBG già esisteva e coordinava l’attività di tutte le aziende.”
In un’intervista rilasciata alla Tribuna di Treviso, ha dichiarato: «Sono nato imprenditore». È ancora così, o si definirebbe in maniera più completa?
“Lo confermo, sono nato imprenditore. I valori imprenditoriali sono quelli che hanno sempre guidato le mie scelte. Oltre all’impresa ho avuto grandi amori e penso che sarei stato bravo a fare anche altre cose. Quando ero giovane mi appassionava il canto e anche il tennis, ma alla fine ho fatto prevalere l’avventura e l’emozione del creare, propria del lavoro d’imprenditore.”
Lei è anche promotore di iniziative sociali: che cosa è la “Fondazione Zanetti”?
“Un progetto a cui tengo molto e, come detto prima, una promessa fatta a un amico. La Fondazione è nata con lo scopo di aiutare i bambini in difficoltà, sostenendo e promuovendo progetti nazionali e internazionali che favoriscono l’istruzione scolastica, l’assistenza alimentare e sanitaria, l’accoglienza e il sostegno psicologico. Dal 2007 a oggi abbiamo sostenuto oltre 140 progetti, alcuni di questi sviluppati in diversi paesi del Sud America (Brasile, Honduras, Perù, Paraguay, Ecuador e Colombia).
In Brasile, in particolare, la Fondazione ha contribuito alla realizzazione di un centro di accoglienza per i minori di una delle Favelas di Rio de Janeiro e contribuito alla costruzione di una nuova scuola, oggi punto di riferimento fondamentale per tantissimi bambini bisognosi.”
È recente l’acquisizione di Café Pacaembu, azienda brasiliana con oltre 60 anni di storia: com’è coniugare questa tradizione con quella italiana e internazionale?
“Siamo un Gruppo internazionale, presente in tutto il mondo con oltre 40 marchi commerciali. La nostra strategia da sempre è quella di andare ad acquisire realtà che rappresentino un punto di riferimento nel proprio mercato e migliorarle. Aiutandole a esprimere il potenziale inespresso e integrandole nel network del gruppo che favorisce sinergie e permette percorsi di internazionalizzazione.
L’acquisizione di Cafè Pacaembu, marchio storico della tradizione brasiliana, oltre a rafforzare la nostra presenza nel Paese, ci consentirà di dare vita alla nuova base operativa per tutta la produzione per il Sud America, grazie a un polo produttivo dotato di tecnologia all’avanguardia.”
Qual è il canale in cui Segafredo Zanetti è più forte oggi?
Risponde Massimo Zanetti: “Non è un mistero che, nonostante sia operativo su tutti i canali di vendita, il nostro marchio vanti una posizione di forza nel settore Horeca. Proprio nelle scorse settimane abbiamo lanciato una nuova gamma di prodotti destinati al Mass Market, canale sul quale puntiamo a ritornare competitivi.
Il suo Gruppo è molto proiettato verso l’estero con presenze dirette in tantissimi Paesi. I progetti futuri cosa prevedono? Il Gruppo è italiano, ma la maggior parte del business è fuori dall’Italia, circa il 90%. Siamo Italiani nel mondo, fa parte della nostra cultura millenaria. Il Gruppo è presente in circa 110 paesi e gestisce le attività dall’approvvigionamento fino al consumo, operando su 18 stabilimenti attivi in Europa, Asia e Americhe e tramite un network internazionale di circa 400 caffetterie in 50 paesi.
Stiamo crescendo in Asia e Oceania, lì c’è il futuro, quello prossimo e noi siamo pronti a cogliere tutte le migliori opportunità, ma sarà l’Africa a stupirci, anche se ci vorranno ancora degli anni.”
La nuova generazione, rappresentata dai due figli di Massimo Zanetti Laura e Matteo, è pronta a raccogliere il testimone?
“La nuova generazione è già attiva nelle attività del Gruppo o ad esso collegate, ma il Gruppo ora è fatto anche e soprattutto di manager, di donne e uomini di valore che lo stanno facendo crescere con abilità e dedizione. Come ho già detto MZBG è un’impresa non solo più della famiglia Zanetti, ma di centinaia di persone: investitori, manager, lavoratori.”
La Scheda sintetica del Massimo Zanetti beverage Group
Massimo Zanetti Beverage Group S.p.A. è tra i leader a livello mondiale nella produzione, lavorazione e distribuzione di caffè tostato ed è presente in circa 110 paesi. Il Gruppo gestisce le attività dall’approvvigionamento fino al consumo, operando su 18 stabilimenti attivi in Europa, Asia e America e tramite un network internazionale di circa 400 caffetterie in 50 paesi.
Inoltre Massimo Zanetti Beverage Group produce e vende macchine di caffè professionali “La San Marco” e completa la propria offerta di prodotti con il tè, il cacao, la cioccolata e le spezie di altissima qualità.