MILANO – Massimo Zanetti Beverage group risale la china dai minimi, programma l’apertura di nuove caffetterie nei 150 punti vendita Trek, di cui è sponsor di maglia della squadra ciclistica, studia nuove acquisizioni e nuove alleanze commerciali, come quella per distribuire il caffè Segafredo Zanetti negli alberghi di Accor o sui voli AirFrance.
L’Ipo non è stata il successo che Zanetti si era aspettato, perché il gruppo racchiude in sé business diversi, senza contare che in Borsa non ci sono altri titoli del settore a cui paragonare l’azienda italiana.
Eppure Mzb group ha un modello di business bilanciato che opera su tre aree:
- le private label ovvero il caffè per conto terzi (36% circa dei ricavi), dove i margini sono contenuti, ma il rischio è tutto del committente;
- il caffè per la grande distribuzione (37,5%) dove i margini sono più interessanti, ma c’è il rischio di una sfasatura temporale tra i prezzi delle materie prime e quelli al pubblico;
- le caffetterie e il food service (21%)
I margini sono elevati e ribaltare l’incremento di prezzo delle materie prime è immediato e spesso non impatta neanche sul costo della tazzina.
«Ero un giovane imprenditore trentenne e un mio amico che ugualmente aveva un’azienda medio grande disse a Guido Rossi che non vedeva il motivo per quotarsi in Borsa – spiega il presidente e ad del gruppo che porta il suo nome – . Ricordo perfettamente che Rossi gli rispose: se da grande vuoi rimanere una bottega va bene, ma se vuoi diventare grande devi andare in Borsa».
E Zanetti 68 anni, vuole diventare grande, per questo si è quotato e per questo continua a studiare nuove acquisizioni, l’ultima fatta a luglio è quella di Nutricafés, gruppo portoghese che controlla marchi storici come Nicola Cafés e Chave d’Ouro, dove Mzb ha investito 74,5 milioni per una società che ha una redditività record e che le permetterà di penetrare meglio il mercato iberico.
«La mia dote migliore da imprenditore è quella di organizzare il lavoro – dice Zanetti – in una squadra io sarei l’allenatore e le acquisizioni le abbiamo sempre pensate per coprire una mancanza, accelerare un processo o apprendere del know how da chi è più bravo di noi, per questo guardiamo con crescente interesse al Sud America».
Un’altra acquisizione strategica, fatta dal gruppo che produce le miscele per colossi come Walmart e McDonald’s, è quella di Club Coffee, società canadese che con Mzb ha sviluppato la tecnologia delle prime capsule monodose certificate al 100% compostabili.
Soprattutto negli Usa, dove il tema della sostenibilità è fondamentale, produrre una capsula di caffè buona anche per l’ambiente, sarà una killer application. E per rilevare il 15,1 % del capitale di Mzg ha investito 15,1 milioni di dollari canadesi, diventando un cliente ma anche un azionista di Club Coffe.
Queste acquisizioni, insieme a quella di Boncafé Group (78 milioni di euro) che nel 2014 ha permesso alla società di entrare nel mercato del caffè “gourmet” del Sud Est Asiatico e del Middle East, sono infatti destinate a esprimere il loro potenziale nei prossimi anni, e saranno un volano di crescita futura.
Anche per questo Zanetti è convinto che con il tempo, anche i valori di Borsa dovranno rispecchiare il potenziale del gruppo, perché i tempi dell’impresa e quelli del mercato sono per definizione sfasati.
“Grazie al mercato l’azienda ha accesso al credito in maniera più facile e inoltre la quotazione protegge la società e tutela i miei figli. Ho conosciuto bene Caprotti, che è stato un grande imprenditore, ma anche pensando al futuro di Esselunga, non riesco a capire quello che è successo tra lui e i figli.”
Target price e valutazione positiva
Intanto gli analisti che per mesi erano rimasti scettici sul titolo ora tornano positivi su Mzb group, valutata interessante con target price che vanno dagli 8 euro per azione di Exane agli 8,8 euro di Banca Imi. Certo sempre un terzo in meno degli 11,6 euro del collocamento, ma anche un 15-20% in più rispetto alle attuali quotazioni di Borsa.