TREVISO – Dopo tante voci e annunci mai confermati dall’azienda, il patron Massimo Zanetti in persona ieri ha rotto il silenzio mantenuto sin qui ed ha parlato con il giornalista Gianni Favero dell’edizione del veneto del Corriere della Sera (per leggere l’articolo completo cliccare qui) confermando che il suo Massimo Zanetti Beverage Group cederà il 50% al fondo italiano di Private equity QuattroR.
Nel corso dell’intervista il patron del gruppo che é il secondo torrefattore in Italia ha detto: «Ora QuattroR esprimerà l’amministratore delegato nella figura di Pierluigi Tosato mentre io rimarrò presidente. Al termine dell’esperienza, la famiglia continuerà senz’altro a rimanere proprietaria del gruppo e provvederemo a quotare nuovamente Mzbg in Borsa, ma non in quella italiana. La nostra presenza è in tutto il mondo e quindi pensiamo a piazze come New York o Singapore»
Dunque il fondo QuattroR avrà anche la maggioranza dei diritti di voti, che dopo una aumento di capitale da 90 milioni rimarrà nel capitale per tre o quattro anni per poi uscire, grazie al ritorno in Borsa del colosso del caffè Segafredo, come ha detto Massimo Zanetti non più a Milano, dove è rimasto quotato fino al 2021.
Con questo annuncio a sorpresa lo stesso presidente del Gruppo, il trevigiano Massimo Zanetti, ha confermato al Corriere della Sera di aver condotto in porto un’operazione ricercata fin dalla primavera scorsa e resa sostanzialmente obbligata da una posizione debitoria difficile da sanare con risorse proprie, oggi stimata in 350 milioni.
I conti condizionati dalle chiusure per la pandemia del Covid
La ricapitalizzazione condotta dallo stesso Zanetti con risorse personali, pari a 50 milioni, spiega, non è stata ritenuta convincente dalle banche: come dice Zanetti al Corriere «dopo un terzo anno di bilanci non belli».
Conti condizionati dalle prolungate chiusure dei punti vendita nel mondo dovute alle restrizioni per la pandemia, ricorda il presidente, a cui si è aggiunta poi l’esplosione del prezzo del caffè con connessa necessità di nuova liquidità.
Il fondo QuattroR sborserà una novantina di milioni per Zanetti
Rispetto al debito, la società di Bologna sta cercando un’intesa con operatori di gestione delle esposizioni che possano acquistare il credito, ora detenuto principalmente da Unicredit, Bnl e Intesa Sanpaolo.
Secondo quanto scrive il Corriere della Sera nella sua edizione del Veneto, pagina di Treviso, “Un accordo con i creditori, condizione necessaria per chiudere il contratto con QuattroR, è atteso per la prossima settimana o, comunque, entro dicembre”.
Ma il Massimo Zanetti Beverage Group non sarà ceduto
In ogni caso, assicura sempre Massimo Zanetti al Corriere, l’azienda non sarà ceduta: «È chiaro che rimanendo con il 50% il mio impegno sarà diluito ma, del resto, ho 75 anni. Poi se i miei figli avranno intenzione di seguire la stessa strada, bene; altrimenti decideranno loro come comportarsi».
Una strada che adesso pare già in discesa per il Gruppo Zanetti
O, almeno, molto meno impervia che in un recente passato. Spiega Massimo Zanetti al Corriere della Sera: «Le imprese di questo comparto si stanno tutte riprendendo. Chiuderemo il 2023 con un fatturato superiore a quello record dello scorso anno (l’aggregato, assieme ai 290 milioni della società del crudo Cofiroasters, aveva raggiunto gli 1,5 miliardi) ed un Ebitda di 48 milioni. È un peccato dover ricorrere a partner esterni proprio ora, ma la posizione delle banche va compresa».
L’espansione verso la Cina e l’accordo con Selecta per il Vending
Prosegue il Corriere: “Il mancato rispetto dei patti con gli istituti di credito per la gestione del debito, del resto, si era verificato già a partire dal 2021 (chiuso con ricavi per 843 milioni di euro per una perdita di 40 milioni), anno in cui la società aveva già sforato il rapporto tra l’indebitamento netto e il margine operativo lordo, circostanza che era stata indicata come una incertezza rilevante tale da far sorgere addirittura dei dubbi sulla continuità aziendale.
Tra le operazioni più recenti di Mzbg va segnalata l’apertura del primo Segafredo Caffè in Cina, lo scorso agosto, nel nuovo aeroporto internazionale di Pudong (Shanghai). Risale ad ottobre, invece, la firma di una collaborazione con Selecta, società svizzera dell’alimentare dotata di una rete di distribuzione grazie alla quale fornire il marchio Segafredo ai principali mercati europei e che contribuirà alla vendita di vari milioni di tazzine ogni anno.