lunedì 23 Dicembre 2024
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Massimo Zanetti, nuovo proprietario svela i progetti per Villa Cipriani

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MILANO – Un rinascimento asolano, con eventi di prima grandezza, stelle internazionali del jet-set, festival e riapertura delle gloriose botteghe antiche. Un mecenate che prende casa nel cuore della città, rimette a lustro l’albergo più celebre e inserisce in agenda contatti con i curatori delle grandi mostre, a cominciare da Marco Goldin. Lo scenario è quello delineato da Massimo Zanetti, presidente dell’omonimo gruppo del caffè e prossimo cittadino del borgo sotto la rocca.

Massimo Zanetti e la sua visione

Scenario che è ormai ben lontano dall’essere una proiezione teorica dal momento che Zanetti, una settimana fa, ha acquistato l’hotel Villa Cipriani dalla Sgr padovana EstCapital di Gianfranco Mossetto. Prezzo pagato sei milioni di euro, per risistemarlo e dargli nuovo fulgore ne occorreranno almeno altri quindici. «Un investitore disincantato – ha spiegato il presidente – un affare del genere non lo farebbe mai, non è redditizio. Ma all’hotel Cipriani ci sono affezionato e non sopportavo l’idea del suo spezzettamento in appartamenti».

Dopo alcuni giorni attraversati dalla perplessità e dai timori dell’opinione pubblica sulla sorte dell’albergo-monumento, Massimo Zanetti mette dunque le carte in tavola, comprese quelle del progetto di ristrutturazione elaborato dai suoi proprietari precedenti, già approvato dal Comune ma che a lui piace piuttosto poco. Non ha lo spirito giusto per consentire a Villa Cipriani di ritornare ad essere ciò che è stata per la Asolo degli anni lontani, quando i gaudenti trevigiani di pianura salivano in collina e su quelle terrazze si mescolavano a nobili inglesi e ai vip del cinema e della cultura.

«Non appena sarò cittadino di Asolo – scherza Massimo Zanetti – voglio concedermi lo sfizio di uscire di casa, fare 100 metri a piedi e sedermi a prendere l’aperitivo al Cipriani».

Luogo che diventa la metafora di un’intera città

Una perla di cui la stampa internazionale ancora decanta gli antichi fasti ma con un’ immagine che, vista da vicino, perde pezzi d’intonaco. Il presidente prefigura una nuova «asolanità» di eventi luccicanti, grandi nomi e mostre di risonanza mondiale. Immagina automobili che fanno la spola fra le colline e Venezia per trasportare facoltosi visitatori d’oltralpe dal Cipriani a un’ipotesi di residence sul Canal Grande. Spera che in questo modo riaprano i negozi che hanno chiuso. Tessorie, seterie, scuole di ricamo.

Se poi si parla di manifestazioni dedicate al cinema, come ad Asolo se ne organizzano ormai da molti anni, allora che non siano solo documentari e rassegne di cortometraggi ma appuntamenti veri, con attori famosi in carne ed ossa e ricevimenti esclusivi a bordo piscina fra lo scoppiettare di migliaia di flash. «Non ci vuole poi tanto per dare linfa ad Asolo, alla fine ci sono tre vie e due piazze. Basta volerlo fare».

A cominciare, comunque, dal Cipriani, epicentro e motore di ogni mondanità. Una macchina imprenditoriale oggi logorata da troppi passaggi di mano fra persone con poca passione, sopravvissuta grazie al turismo straniero ed alla qualità del ristorante nonostante il tasso di riempimento troppo basso delle 31 camere.

La struttura oggi fattura circa due milioni l’anno ma non produce profitti, galleggia sulla linea di break even e dunque in una condizione pericolosa se chi la possiede non sopporta più la stagnazione. EstCapital, a cui appartiene dal 2008, aveva inizialmente pensato ad una ristrutturazione ma recentemente si era fatta avanti l’idea di convertire l’immobile in residenziale e, contestualmente, di provare a venderlo.

Continua Massimo Zanetti

«Io l’avrei acquistato anche quando a metterlo sul mercato fu Starwood Hotels, la catena alberghiera cui apparteneva prima. Adesso che l’ho preso davvero in molti mi hanno dato del pazzo, nonostante il prezzo pagato sia interessantissimo.

Ci sono emotivamente legato, al Cipriani si è sposato mio fratello, lì ho conosciuto mia moglie. Lo voglio seguire da vicino, tutti i giorni. Ci si possono fare moltissime cose e spero tanto che i trevigiani, come un tempo, in certe sere o nei fine settimana salgano ad Asolo e si siedano a tavola in un’estensione del ristorante che avrà veduta panoramica sulla valle».

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