MILANO – Nuovo lunedì, nuova partenza con la prossima “donna del caffè”: artista e professionista del settore, la “figlia d’arte” del papà della Latte art, Luigi Lupi. Questa settimana la condivisione della storia di Martina Lupi. Per capire cosa sia per lei la bevanda caffè, con la quale è nata e cresciuta ad alti livelli.
Martina Lupi: che cos’è per lei il caffè
“Il caffè? Posso racchiudere tutto quello che è per me in una sola parola: la vita Infatti, è sin da quando ero piccola che posso dire di averlo nel sangue. Mio padre e mia madre avevano una caffetteria quando era incinta di me e sono nata proprio nel giorno di chiusura del locale. Ancora oggi mi viene raccontato che ho aspettato il giorno giusto in cui tutti mi avrebbero potuta accogliere al meglio per venire al mondo.
E ancora: il caffè per me è il ricordo delle prime moka che preparavo alla domenica quando anche papà era a casa. Collegato all’immagine delle monetine che accumulava per me in una scatolina, in modo da premiare il lavoro ben fatto. All’epoca, avevo 6/7 anni.
Per cui il caffè non è solo una tradizione o “un’abitudine”, ma una passione che ha creato i legami con le persone della mia vita.”
Potrebbe descrivere il suo mestiere?
Risponde Martina Lupi. “Attualmente mi divido tra la passione che ho per l’insegnamento e i gli studi che riguardano la pittura.
Sono trainer alla Musetti Coffee Academy e mi occupo dei corsi di caffetteria base, avanzata, di Latte art e brewing. Inoltre, creo l’atmosfera giusta affinché le persone, i baristi possano appassionarsi al proprio lavoro.
Grazie a mio padre, Luigi Lupi, e alla fiducia che l’azienda per cui lavoro ha riposto in me, posso da circa 4 anni fare ciò che amo. E quindi insegnare, studiare il caffè e dipingere con il caffè.”
Quando ha deciso che il caffè, la cultura del caffè avrebbe potuto essere la sua strada professionale
“Circa 5 anni fa mio padre, per scherzo, mi lanciò una sfida: dipingere un quadro con il caffè.
Da quel momento decisi che per fare la cosa al meglio, avrei dovuto iniziare a studiare la materia che avrei utilizzato per creare i miei quadri. E studiando mi sono innamorata. Così, tutte le volte che mio padre era all’estero per lavoro, ho sostituito mio padre come formatrice nella Coffee Academy.”
E’ stata solo una scelta lavorativa oppure di vita?
Ancora Martina Lupi. “Di vita. Il caffè è stato un fedele compagno di tutta la mia evoluzione, lavorativa, famigliare. Grazie al quale ho conosciuto amici e persone meravigliose. E ne approfitto pure per salutare tutta la nostra meravigliosa coffee community!”
C’è stato un episodio particolare in cui ha pensato di non farcela e perché?
“E’ stato soprattutto quando iniziai a lavorare in questo mondo, mi scontrai subito con un pregiudizio che esiste in parte tutt’oggi. Ovvero che fu solo grazie alla fama di mio padre e non per mio merito, ho potuto aver accesso a questo ambito lavorativo.
Certo, io ringrazio quotidianamente mio padre di avermi trasmesso la sua passione, la conoscenza, le informazioni ecc… Così come dell’avermi aiutato a conoscere le persone che mi avrebbero accompagnato nel percorso che decisi di seguire circa 5 anni fa. Prima come barista, poi come pittrice ed ora come insegnante.”
Che cosa direbbe a quella se stessa del passata, in difficoltà?
“Quello che mi dico quotidianamente: di impegnarmi in quello che amo fare e crederci. Poi di cercare di trasmettere sempre passione e positività a tutte le persone che incontrerò e di circondarmi di persone che per amore e dedizione vanno nella stessa direzione. Infine, di rendere sempre mio padre orgogliosa di me e della nostra passione in comune. Ci saranno sempre difficoltà nella vita. Ma bisogna sempre cercare di imparare il meglio da qualsiasi situazione.”
E invece, alle giovani donne che vogliono essere protagoniste nel settore del caffè?
“Amate ciò che fate e fate ciò che amate. Se poi deciderete che il caffè sarà la vostra strada cercate sempre di viverla appieno.”
La giornata tipo di Martina Lupi
“Devo iniziare a raccontare da quando suona la sveglia? Scherzi a parte, la mia giornata inizia con una moka, bevuta spesso in piedi in cucina con mio padre. Oppure con un espresso in Academy. Quasi tutti i giorni della settimana mi occupo della formazione base per i baristi e i clienti dell’azienda per cui lavoro.
Aiuto nell’organizzazione degli eventi e faccio in modo che la scuola sia sempre ordinata e che ogni cosa sia al suo posto. La sera a tavola si ricomincia a parlare di caffè, dato che anche mio fratello lavora nel settore. Ogni tanto parliamo anche di altro.”
Pensa che, all’interno del suo ambito professionale, sia stato più difficile come donna, affermarsi?
“Se è mai successo non credo di essermene accorta. Credo che dipenda più da come una persona si pone e da come lavora. piuttosto che non a una questione di genere. Vediamo molte donne affermate lavorare nel mondo del caffè, lo vediamo anche nelle gare. A tal proposito, approfitto dello spazio per congratularmi di nuovo con Manuela Fensore, campionessa mondiale di Latte Art 2019.”
Come ha visto evolversi il settore del caffè nel suo ambito specifico professionale?
“Ogni anno ci sono sempre più persone che si avvicinano al mondo della formazione per specializzarsi e appassionarsi. Siamo al centro di un’evoluzione sempre più costante della figura del barista professionista.”
Come intende la giornata internazionale del caffè?
“È un momento di condivisione che raggruppa sempre più appassionati ed esperti a livello internazionale. Per la giornata del caffè tutte le figure ambassador Musetti sono uscite dall’azienda per andare a trovare alcuni dei nostri migliori clienti su Milano. Quindi abbiamo creato eventi di degustazione di caffè, brewing, Latte art all’interno dei locali.”
Qual è il tocco femminile che aggiunge qualcosa in più al suo lavoro?
“La gentilezza ed il sorriso, sempre e per tutti.”
di Simonetta Spissu