mercoledì 12 Febbraio 2025
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Mario Rubino, il Presidente di Kimbo, in risposta a REPORT: “La nostra promessa di qualità sforzo continuo, a ogni costo”

Mario Rubino: "Vorrei rivolgere, attraverso le pagine di una testata così seria e autorevole come Comunicaffè, una preghiera a tutti gli organi di informazione perché sono profondamente amareggiato dai recenti servizi giornalistici televisivi che hanno aggredito tutto il comparto caffè: torrefattori, trasportatori, distributori, ricercatori, bar e caffetterie. Il caffè in Italia è molto più di una semplice bevanda: è l’espressione di una tradizione che parte dalle origini più pregiate, attraversa mani esperte e arriva fino ai consumatori, racchiudendo tutta la passione per l’eccellenza"

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Il Presidente di Kimbo S.p.A., tra i maggiori torrefattori italiani, il dottor Mario Rubino, ha deciso di lanciare un personale appello al programma d’inchiesta REPORT direttamente dalle pagine di Comunicaffè, in seguito alla puntata andata in onda la scorsa domenica. Riportiamo di seguito la sua opinione.

L’appello a REPORT

di Mario Rubino

“Vorrei rivolgere, attraverso le pagine di una testata così seria e autorevole come Comunicaffè, una preghiera a tutti gli organi di informazione perché sono profondamente amareggiato dai recenti servizi giornalistici televisivi che hanno aggredito tutto il comparto caffè: torrefattori, trasportatori, distributori, ricercatori, bar e caffetterie.

Il caffè in Italia è molto più di una semplice bevanda: è l’espressione di una tradizione che parte dalle origini più pregiate, attraversa mani esperte e arriva fino ai consumatori, racchiudendo tutta la passione per l’eccellenza.

Le nostre miscele, ad esempio, sono il risultato di un lavoro che combina le migliori varietà al mondo, armonizzandole in un’esperienza unica, capace di emozionare ad ogni sorso. Partiamo dall’Arabica. Dal Brasile, terra di colline soleggiate e tradizioni secolari, arriva il Santos, raccolto nelle regioni del Minas Gerais e del Cerrado, che infonde nel caffè Kimbo una dolcezza che ricorda il cioccolato, le noci e il caramello. Dalla Colombia, dove la terra e il clima si uniscono in un equilibrio perfetto, provengono caffè che incantano con una vivace acidità e sfumature di agrumi e frutta tropicale”.

Rubino aggiunge: “Dalle alture di Honduras, Guatemala e Nicaragua, selezioniamo varietà raffinate ed eleganti, che regalano profumi di fiori, miele e frutta matura. Infine, la Canephora, detta comunemente Robusta, cuore delle nostre miscele più intense, con il suo carattere deciso e le note di cacao amaro e frutta secca tostata, cresce nelle terre fertili dell’India e della Tanzania.

Oggi però i costi di tutte queste deliziose e preziose materie prime si sono moltiplicati e si stanno moltiplicando all’infinito: stando ai dati in nostro possesso e che purtroppo sono in continua evoluzione, negli ultimi dodici mesi l’Arabica ha subito un aumento del 110% mentre negli ultimi quattro anni il costo della Rubusta è più che triplicato (+330% da febbraio 2021)“.

Rubino prosegue: “Noi torrefattori italiani stiamo facendo del nostro meglio, con il sacrificio e l’impegno dei nostri cari dipendenti, per far pesare il meno possibile questi rincari sulle tasche degli italiani, ma l’aumento dei prezzi della materia prima è un dato inconfutabile, risultato di un intreccio di fattori che, negli ultimi anni, ha trasformato il mercato globale: il crescente impatto del cambiamento climatico, che ha limitato la produzione con gelate impreviste, siccità sempre più frequenti e raccolti decimati; le difficoltà logistiche, che hanno rallentato la distribuzione con l’aumento dei costi e la carenza di trasporti; e la speculazione sui mercati internazionali, che ha aggravato una situazione già fragile, danneggiando tutti gli attori coinvolti nella filiera, dai coltivatori ai produttori; il costo dell’energia e il costo del dollaro, che variano in senso crescente giorno dopo giorno, e che gravano su tutta la filiera alimentare.

In questa congiuntura, che potrei definire quasi una tempesta perfetta, un programma così autorevole come Report, al quale lavorano giornalisti seri e motivati, sembra quasi che abbia deciso di fare guerra al caffè italiano, di insinuare dubbi nel consumatore anziché dare una mano al settore per far comprendere a tutti le necessità e le urgenze di un cambiamento dei prezzi.

Sono sinceramente molto dispiaciuto dai toni dei servizi che Report ha diffuso a più riprese, in tv e attraverso i suoi canali social. In un momento così difficile per tutto il mondo delle torrefazioni italiane, alcune delle quali hanno dovuto, dopo anni di investimenti e di sacrifici, chiudere i battenti e licenziare persone, con tutte le ricadute negative possibili sulla enorme filiera, non riesco a credere che qualcuno abbia scelto proprio questo tempo di criticità per infierire così brutalmente e, a tratti, anche superficialmente, sull’economia italiana del caffè.

Ciò non significa che io non ritenga giusto che si indaghi sulla qualità del prodotto, sulla conservazione e sulla preparazione, anzi. Come ho cercato di spiegare proprio alle telecamere di Report, in Kimbo sviluppiamo progetti culturali di education con il contributo dei più accreditati “caffesperti”.

Abbiamo dato vita al Kimbo Training Center proprio per formare baristi e consumatori e dare alla qualità del caffè la stessa attenzione che si dà a quella del vino, del cioccolato o degli oli. E, come noi, fanno tanti altri illustri torrefattori.

Ecco perché mi sconforta che una grande redazione del servizio pubblico possa decidere di voler infondere dubbi sul consumatore finale senza approfondire in maniera sufficientemente equilibrata tutti gli aspetti della questione.

E sono preoccupato per tutti quelli che lavorano, a tutti i livelli, nel comparto caffè in Italia.

Quello che mi sta a cuore sottolineare ai lettori è che oggi, nonostante tutte le criticità derivanti dalla materia prima, noi di Kimbo, come tutte le principali torrefazioni italiane, manteniamo intatta la qualità dei nostri caffè con tutte le certificazioni ed i controlli di qualità che da sempre ci contraddistinguono. Continueremo perciò a sostenere le origini che da sempre caratterizzano i nostri profili di tostatura, soprattutto la nostra celebre tostatura scura, oggi nota a tutti come “Arruscato”.

E voglio rassicurare i consumatori che sono certo del fatto che ogni torrefattore continuerà a lavorare con passione, perché ogni tazza di caffè italiano sia non solo un momento di piacere, ma anche il simbolo di un legame di fiducia e di un impegno condiviso, per celebrare insieme la tradizione del caffè di casa e l’arte italiana dell’espresso, sempre al massimo delle sue potenzialità, con tutta la ricchezza delle varie diversità che il mercato italiano riesce ad esprimere”.

                                                                                                              Mario Rubino   

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