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Mario Cerutti: “Per Lavazza la sostenibilità inizia da una tazzina di caffè”

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MILANO – Una piccola abitudine, come quella di gustare un caffè al bar, può avere un grande impatto positivo sul pianeta e sulle persone: lo sta dimostrando ormai da diverso tempo Lavazza, azienda torinese produttrice di caffè dal 1895, grazie a diversi progetti a carattere ambientale e sociale.

In occasione del terzo Osservatorio nazionale sugli stili di vita sostenibili realizzato da LifeGate in collaborazione con Eumetra Monterosa, di cui Lavazza era partner, abbiamo chiesto a Mario Cerutti (FOTO), Chief sustainability officer di Lavazza, di raccontarceli.

L’attenzione per la sostenibilità è molto importante per Lavazza: quali sono le attività che l’azienda svolge per promuovere la sostenibilità ambientale?

Lavazza adotta da sempre un modello sistemico per cui la sostenibilità è parte integrante del business e in maniera trasversale coinvolge ogni passaggio della filiera produttiva, dalla materia prima al prodotto finito.

La capacità di conciliare il profitto con l’attenzione sociale, ambientale e culturale dei Paesi produttori è radicata nello stesso DNA di Lavazza ed è tramandata da oltre 120 anni.

Attraverso la Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza onlus, istituita ufficialmente nel 2004, l’azienda si propone di attuare sul campo i principi di sostenibilità in cui da sempre si riconosce, collaborando con istituzioni, organizzazioni no-profit o anche altre aziende, a beneficio delle comunità locali produttrici di caffè.

La Fondazione promuove e coordina attività di sostenibilità sociale e ambientale finalizzate al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro nei paesi produttori di caffè. In 13 anni di attività, la Fondazione ha portato avanti decine di progetti, che si possono raggruppare in tre grandi aree.

La prima include il progetto ¡Tierra!, ideato e gestito in maniera diretta dalla Fondazione, che ne prevede un’implementazione locale attraverso lo sviluppo di partnership strategiche; la seconda include i progetti realizzati con International coffee partners (ICP) per migliorare le tecniche di produzione del caffè, sviluppare le capacità imprenditoriali dei piccoli produttori e condividere le buone pratiche agricole.

A tutte queste iniziative si aggiunge “Coffee & Climate”, un altro importante progetto che la Fondazione sostiene da diversi anni e che ha come obiettivo lo studio dell’influenza dei cambiamenti climatici sulla coltivazione del caffè, nonché la diffusione di tecniche agricole che possano aiutare i piccoli produttori a contrastarne gli effetti negativi.

Come è nato il progetto Lavazza Alteco e perché?

Alteco organic premium blend è una pregiata miscela dedicata al canale bar, hotel e ristoranti, che nasce per rispondere alla crescente richiesta di prodotti biologici da parte dei consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti.

I chicchi della miscela Alteco provengono da piantagioni dove si pratica l’agricoltura biologica e si rispettano i principi di sostenibilità ambientale secondo gli standard Utz.

Questo vuol dire che c’è un uso efficiente di sostanze organiche, non si utilizzano sostanze chimiche e OGM e c’è un controllo della supply chain dalla piantagione alla distribuzione. Una miscela 100 per cento biologica che incarna i valori di sostenibilità ambientale e qualità di Lavazza e che soddisfa la tendenza globale del biologico.

Lavazza collabora con LifeGate al progetto LifeGate Café: ci racconta il motivo della collaborazione e qual è il vostro obiettivo? Pensa si possa stimolare un atteggiamento più “green” nei consumatori a partire da una tazzina di caffè?

LifeGate Café è in linea con i valori di sostenibilità e qualità che Lavazza porta avanti da più di 120 anni. Il progetto ha fra gli obiettivi quello di creare un network selezionato di locali che abbiano come ideale la qualità della vita e del lavoro nel rispetto dell’ambiente, riducendo gli sprechi nella gestione.

Un piccolo passo verso uno stile di vita sostenibile può anche partire da una tazzina di caffè.

Riteniamo che, se si vuole adottare un atteggiamento più green e creare sviluppo condiviso oggi, non si può prescindere da un approccio sostenibile che tenga insieme aspetti economici, aspetti sociali ed aspetti ambientali.

Queste tre aree vanno integrate in un approccio sistemico per il quale ciascun elemento prende forza e si arricchisce grazie agli altri.

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