Marina Caprotti, la nuova generazione dell’Esselunga.
MILANO – Era il sogno di Bernardo Caprotti. Portare la sua Esselunga a Roma. Costruire un presidio per la futura avanzata verso il Centro-Sud. A due mesi dall’inaugurazione di quei 5 mila metri quadrati sulla via Prenestina, il gruppo può già tirare un bilancio.
Marina Caprotti continua il sogno
Marina Caprotti si fa carico della conquista romana. Ecco alcuni dati indicativi dell’andamento del progetto.
Sono stati più di centomila i clienti del superstore che ha richiesto 12 anni di iter autorizzativo, 11 milioni di investimenti e la forte determinazione del fondatore del maggior gruppo italiano dei supermercati.
Tanto che Esselunga già stima che in un anno possa arrivare a ricavi poco sotto 80 milioni per poi stabilizzarsi a 90 milioni, numeri che si confrontano con i più «ricchi» negozi del Nord.
I lavori non si fermano
A quasi nove mesi dalla scomparsa di Caprotti, i progetti vanno avanti Con essi si configurano cambiamenti anche nella governance del gruppo. Al vertice è tornato un esponente della famiglia Caprotti, nel quadro di una evoluzione necessaria per far fronte alle sfide future. Esselunga ha infatti appena varato il nuovo piano di investimenti.
I nuovi investimenti Esselunga
Si tratta di 1,8 miliardi entro il 2020 dopo gli 1,7 messi in campo nel quadriennio precedente.
Nuove aperture, un centro di logistica, il quarto per la società.
Ma anche sfide in territori meno conosciuti, come l’e-commerce, diventato uno dei pilastri della crescita futura che fa di Esselunga l’unico gruppo della distribuzione in Italia a lanciarsi, dopo esserne stata pioniera, in maniera strutturata nelle consegne a domicilio.
La nuova governance con Marina Caprotti
Con un mercato in rapida evoluzione, dove i consumi delle famiglie stentano ancora a decollare, Esselunga non poteva stare ferma.
Caprotti non lo avrebbe permesso.
Così è stata anche adeguata la governance al nuovo assetto azionario, così come è emerso il 5 ottobre dell’anno scorso. La lettura delle volontà di Caprotti, in coerenza con il suo testamento che voleva assicurare stabilità e futuro al gruppo. Esso ha come perno i 23 mila dipendenti cui si aggiungono altri cinque mila lavoratori indiretti.
Stabilità e eredità
L’occasione è arrivata a fine aprile, alla scadenza naturale del consiglio di amministrazione. Rinnovato nel segno della continuità. La novità è che Marina Caprotti, 39 anni (nella FOTO con il padre e la madre Giuliana Albera), la figlia più giovane dell’imprenditore dei supermercati, è stata nominata vice presidente. Era già stata consigliere di Esselung. Mentre la madre, Giuliana Albera, ha assunto il ruolo di presidente onorario.
Non solo Marina Caprotti
Nel board è entrato anche Francesco Moncada di Paternò, marito di Marina Sylvia. Nel ruolo di presidente è stato confermato l’avvocato Vincenzo Mariconda. Un professionista stimato e da sempre vicino alla famiglia. La governance rispecchia d’altronde gli assetti del gruppo.
Giuliana Albera e la figlia Marina Sylvia, sono state infatti designate eredi universali da Caprotti. Hanno il 70% della cassaforte Supermarkets italiani cui fa capo Esselunga. Il nuovo board ora ha l’obiettivo di garantire stabilità in un momento in cui la dinastia lombarda è impegnata anche nel riassetto in famiglia.
Dossier per la crescita
Il nuovo assetto del consiglio fa da collante con la squadra di manager capitanata dall’amministratore delegato Carlo Salza. Con lui, il direttore commerciale Gabriele Villa, il capo dello sviluppo Cesare Baiocchi, Stefano Ciolli che guida la finanza, Luca Lattuada (personale) e Alberto Gaudio (direzione legale). Come dire, il team che dovrà imprimere la direzione all’Esselunga dei prossimi anni.
Il futuro dell’e-commerce
L’impegno è ora sul progetto dell’e-commerce che secondo il gruppo ha un enorme potenziale. È stata avviata l’osservazione di alcuni siti che faranno da motore alle consegne dei 153 store in Italia (cui si è aggiunto quello di Roma). Si tratta di uno schema di business già impostato. La novità più importante del prossimo anno.
Tutti i gruppi della grande distribuzione fanno esperimenti ma nessuno ha finora identificato un modello da seguire.
Il colosso americano Walmart incluso.
Marina Caprotti guarda a tutto il Nord-est
Poi c’è la quarta piattaforma di logistica che sorgerà sul sito dell’ex acciaieria di Ospitaletto. In provincia di Brescia, servirà tutto il Nord Est. Esselunga si è già impegnato ad assumere circa 190 operai dell’ex società siderurgica.
Poi ci sono le aperture
Arriverà il terzo store di Verona entro giugno. Bergamo Celadina (anche qui è il terzo in città) e Novara entro dicembre. A ruota aprirà il negozio di Varese, nella sede dell’ex calzificio Malerba. Un impegno che Esselunga ha sempre avuto nel ridare vita (e occupazione) a pezzi dismessi dell’industria.
Più clienti e produttività
L’efficienza è il faro. Esselunga vuole mantenere i livelli fin qui raggiunti. Il gruppo della famiglia Caprotti presidia il vertice della classifica quanto a produttività. L’indice delle vendite annue al metro quadrato, pari a 17.800 euro. Più del doppio rispetto alle Coop, storiche rivali dell’imprenditore milanese, quasi tre volte superiori a quelle dei francesi Carrefour e Auchan.
È la fotografia che restituiscono i dati di mercato, aggiornati alla fine dello scorso anno, relativi al gruppo che occupa il 21% del mercato, contro il 17,4% di Coop e l’8,7% di Carrefour.
Redditività
La redditività è l’altro capitolo sempre sotto controllo per la società che ha condiviso (e conferma l’impegno) con il consumatore il lato positivo della gelata dei prezzi (deflazione dell’1,1% a vantaggio dei clienti) del 2016 e ha potuto farlo perché il numero di clienti è salito del 4,4%.
Alla base c’è lo sforzo per fidelizzare i consumatori che ha guidato Salza il cui «chiodo fisso» è la Fidaty. La carta fedeltà (sul cui sviluppo iniziale ha dato un contributo rilevante la primogenita di Bernardo, Violetta Caprotti) che è in mano a 5 milioni di consumatori, pari al 95% dei frequentatori degli scaffali Esselunga.
Circa centomila sono già in tasca ai clienti dello store di Roma Prenestina, dopo due mesi.
Marina Caprotti, attenta analista
Ormai da diversi mesi Marina Caprotti studia sempre più da vicino la «macchina» Esselunga. Abita a Londra ma è più presente a Milano.
Ad amici e ospiti raccolti nello store di Roma aveva raccontato con orgoglio la sua soddisfazione nel vedere realizzato il progetto. «Era uno dei sogni di mio padre», aveva spiegato allora, aggiungendo che il gruppo crescerà ancora e investirà anche per svilupparsi nel resto del Paese.
L’accordo in famiglia
Sotto traccia, un aspetto chiave ora è chiudere l’accordo in famiglia. I fratelli Violetta e Giuseppe, destinatari, secondo le volontà del patron, del 30% della holding Supermarkets italiani (oltre che della loro parte di proprietà immobiliare).
L’obiettivo resta dare continuità e stabilità. Per facilitare la partita, è stato individuato un canale con le banche. Il fulcro è Citi.
Una volta perfezionati i nuovi assetti, se l’operazione andrà in porto, tutto sarà più chiaro.
Anche nel caso in cui si decidesse di intraprendere la via disegnata da Caprotti nel testamento: «È troppo pesante condurla, pesantissimo ‘possederla’ (…) Occorre trovarle (…) una collocazione internazionale».