RIMINI – Con Marco Poidomani, campione per la seconda volta di Coffee in good spirits, abbiamo parlato a caldo subito dopo la gara che lo ha visto primeggiare a Sigep. Con lui degustiamo un caffè vulcanico e uno spaziale.
Poidomani, traveler, astronauta, campione
“La mia gara è stata divisa in due parti. Nella prima ho portato i giudici nella mia bella Sicilia. Ci siamo bevuti un drink caldo sull’Etna, con il freddo e la neve. A base di whisky e prodotti siciliani tra cui un liquore al mandarino amante, uno zucchero di clementina e un caffè peruviano.
Nella seconda parte invece siamo entrati nel mio sogno di incontrarli tra ventanni. Siamo andati nello spazio e abbiamo osservato la Terra. Abbiamo poi viaggiato su una spiaggia brasiliana equi abbiamo consumato un prodotto tipico del luogo, l’Alua?. Fatta di zenzero e ananas e lo zucchero di canna moscowado.
Poi ci siamo spostati infine a Cuba.
Qui abbiamo preso un altro rum per un altro drink, ancora con il caffè del Perù. Venivano serviti su dei piatti galleggianti composti da una piastra magnetica. Per simulare l’effetto dello spazio, senza gravità. I bicchieri erano capsule spaziali con una cannuccia in vetro.”
Secondo assalto al mondiale: quali sono le prospettive?
“E’ già iniziata la preparazione. Stiamo già progettando la gara con Andrea Lattuada. Noi partiamo sicuramente per vincere. Il tipo caffè ancora non lo abbiamo deciso. L’impianto della performance è ancora in forse. Con il team vogliamo soltanto vincere.”
Qualcuno la invidia: non ha impegni, è libero…
“Non è proprio così. Perché l’azienda con cui collaboro, Caffè Moak, mi ha fatto volare solo quest’anno per 95 voli. Durante i miei training si lavora. Non è forse come gestire una caffetteria, ma di sicuro sono impegnato. C’è poco da invidiare. Ma darsi da fare.”
Che soddisfazione regala esser campione italiano e per la seconda volta, per ora?
“E’ innanzitutto un traguardo professionale che dà nuovi stimoli. E’ bello portare l’italianità in giro per il mondo. Far vedere che non siamo gli ultimi a preparare l’espresso. Stiamo studiando e ci battiamo per la qualità.”
Starbucks e altre compagnie estere cercano di rubarci il primato dell’espresso
“La colpa però non è loro ma è nostra. Nelle gare come nella vita se gli altri vincono è perché noi per primi non ci siamo messi in gioco.”