TORINO – “L’investimento in sostenibilità si ripaga: non siamo una onlus, siamo un’azienda”. Così esordisce Marco Lavazza, vicepresidente del colosso del caffè.
Le sue parole sono emerse in un confronto promosso nella cornice di Terra Madre Salone del Gusto, con Andrea Agnelli sulla responsabilità sociale delle aziende.
Marco Lavazza: il ritorno di una politica aziendale responsabile si riverbera sul conto economico
“Non si tratta soltanto di un investimento in comunicazione, ma di una scelta strategica: Lavazza infatti indica come obiettivo aziendale il “tramandare l’orgoglio di lavorare la terra“.
E di qui nasce l'”alleanza”, che la multinazionale torinese ha costruito con i contadini produttori. Per migliorare le loro condizioni di vita e ambientali.
Ha realizzato impianti per rendere più efficiente la lavorazione del caffè. Costruito o restaurato abitazioni, scuole e infermerie e sostenuto formazione e progetti di microcredito.
iTierra!
“Il prodotto iTierra! che arriva da certificazioni sostenibili come quella della Rainforest Alliance – ha spiegato con un esempio – fa capire al consumatore che Lavazza è un’azienda responsabile e sostenibile.
Siamo convinti che quello che facciamo ha un senso non soltanto morale, ma anche economico. Quando abbiamo cominciato a parlarne in azienda abbiamo voluto sottolineare che la sostenibilità è parte integrante del business plan. L’elemento più concreto per far capire che una cosa è importante”.
“Solo l’anno scorso abbiamo risparmiato il 4% delle attività produttive – ha detto Lavazza -, reinvestendo quel 4% all’interno del ciclo continuiamo a migliorare e così si va avanti”.
Per Andrea Agnelli il discorso è diverso
“in quanto noi non abbiamo un vero processo industriale, noi produciamo gol”. Ma certo osserva il presidente della Juventus, anche se il tifoso non smetterebbe comunque di sostenere la propria squadra, la presenza di comportamenti responsabili. “lo rende ancora più vicino e orgoglioso”.
“Siamo un esempio verso i più piccoli e non solo. – osserva Agnelli. – Ogni nostra azione dentro e fuori dal campo è uno stimolo all’emulazione, noi vogliamo essere leader in campo, ma anche fuori dal campo”.
In questa cornice si inserisce il J-college
Il progetto della Juventus rivolto ai ragazzi del Settore Giovanile bianconero dalla categoria Giovanissimi Nazionali, alla Primavera, che mette insieme allenamenti, tornei e scuola. Con una flessibilità tra sport e ore di studio che solo una struttura pensata in modo specifico può dare.
Agnelli sul futuro dei ragazzi
“Oggi – afferma Agnelli – le scuole sono incompatibili con gli allenamenti”. “La nostra responsabilità – dice il presidente del club bianconero – non è solo quella di crescere calciatori , ma crescere uomini”.