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domenica 24 Novembre 2024
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Marco Lavazza alla guida della neocostituita Unione italiana food che unisce Aidepi e Aiipa

Una nuova realtà associativa nasce dall’unione di Aidepi e Aiipa: Unione Italiana Food. Marco Lavazza il Presidente e Paolo Barilla il Vicepresidente di una realtà che rappresenta 450 imprese di oltre 20 settori merceologici, che danno lavoro a 65.000 persone e sviluppano un fatturato di oltre 35 miliardi di euro. E ha l’obiettivo di valorizzare e tutelare il food italiano nel mondo

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MILANO – Giunge a conclusione il percorso, avviato un anno fa, che ha portato alla nascita di Unione italiana food: la più grande associazione in Europa che raggruppa aziende produttrici di beni alimentari. È stato infatti definita la collaborazione fra Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) e Aiipa (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) che, da gennaio 2019, confluiranno nella nuova realtà.

Dall’unione delle forze di due delle Associazioni più rappresentative dell’alimentare italiano aumenterà l’efficacia della rappresentanza delle rispettive categorie. Con l’ulteriore vantaggio di garantire servizi migliori e più efficienti per le aziende associate. Queste potranno contare sull’esperienza di una struttura ulteriormente allargata e specializzata nei settori di interesse. E rispondere così alle sfide del mercato globale.

Il Presidente di Unione Italiana Food è da oggi Marco Lavazza (Luigi Lavazza SpA) il Vice Presidente è Paolo Barilla (Barilla SpA): due nomi che descrivono la rilevanza e l’ambizione del progetto.

E che rappresentano appieno la tradizione e la serietà dell’imprenditoria italiana del settore alimentare.

La mission

Unione Italiana Food ha l’obiettivo di valorizzare e tutelare i prodotti simbolo dell’alimentare italiano alle prese con le nuove sfide del mercato globale. Rappresenta 450 imprese di oltre 20 settori merceologici, che danno lavoro a 65.000 persone e sviluppano un fatturato di oltre 35 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di export. Parliamo di circa 800 brand che finiscono sulle tavole degli italiani e degli amanti del cibo italiano di tutto il mondo.

Le aziende che fanno parte della nuova Associazione sono grandi marchi e PMI radicate sul territorio, che rappresentano tanti simboli del Made in Italy. Solo per citarne alcuni: caffè, pasta, cioccolato, gelati; prodotti da forno (e da ricorrenza, come Pandoro e Panettone), confetteria e chewing gum, surgelati, sottoli e sottaceti, salse, sughi e condimenti; minestre, confetture e miele, alimenti per la prima l’infanzia, integratori alimentari; ortofrutta fresca confezionata, nettari di frutta e ortaggi; tè, infusi e tisane, spezie ed erbe aromatiche. Un panorama eterogeneo, che spazia dalla tradizione all’innovazione. E risponde alle esigenze – piacere, benessere, praticità, accessibilità – che cerchiamo tra gli scaffali e i banchi frigo del supermercato.

Supporto nelle strategie di export

“I punti di forza dei prodotti italiani rappresentano un valore estremamente prezioso per un mercato globale che vuole alimenti sempre più gustosi, sicuri, innovativi e sostenibili – afferma Marco Lavazza. Una delle prerogative di Unione Italiana Food sarà il supporto alle aziende italiane nelle strategie di export, perché siano sempre più incisive e valorizzate all’estero. È indispensabile fare squadra e che imprese e associazioni di categoria lavorino di concerto con le Istituzioni sui programmi di incentivi mirati, sugli accordi commerciali internazionali e sull’attività di contrasto a fenomeni quali la contraffazione o l’Italian Sounding. L’industria alimentare italiana è un settore strategico che ha ancora ampi margini di crescita.”

Traguardo storico

“La creazione dell’Unione Italiana Food è un traguardo storico – aggiunge Paolo Barilla – . Uniamo le nostre forze nel pieno rispetto delle nostre diverse identità aziendali e merceologiche e sulla base di un comune sistema di valori.  Questo ci permetterà di condividere competenze e fare passi in avanti su temi strategici per il nostro settore. Tra tutti l’internazionalizzazione e la crescita dei nostri prodotti sui mercati di tutto il mondo; la sostenibilità, dove siamo in prima linea per risultati raggiunti e impegni presi; il miglioramento della valenza nutrizionale dei nostri prodotti e, infine, l’informazione al consumatore moderno, che vuole sapere tutto di ciò che mangia”.

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