martedì 29 Ottobre 2024

Carte Dozio: ecco il racconto dall’interno della storia di un’impresa italiana di famiglia

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MILANO – Ecco la prima delle due interviste che vogliono raccontare una realtà aziendale italiana che ha le sue origini nella prima metà del 900. Stiamo parlando di Carte Dozio, un’impresa di famiglia che può essere considerata un vero e proprio gioiello del made in Italy. Legata al mondo del caffè, in particolare al monoporzionato, Carte Dozio trova la giusta descrizione nelle parole di una delle sue colonne portanti: l’ingegnere Marco Dozio. Il quale ha preso la parola per presentare la sua azienda, tra innovazioni, storia e
prodotti di alta qualità.

Marco Dozio: suo nonno Luigi Dozio fonda Carte Dozio nel 1937 con quali motivazioni?

“Che cosa ha portato alla fondazione dell’azienda? Una necessità semplice quanto fondamentale: mantenere la famiglia. Carte Dozio è nata da un gruppo di persone, di amici, che lavoravano nel settore dell’imballaggio. Mio nonno si è occupato di questo campo specifico e della distribuzione.”

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Carte Dozio è un’azienda di famiglia che ha poi modificato la sua anima negli anni

Spiega l’ingegner Marco Dozio: “Negli ultimi 15 anni abbiamo sempre cercato di assumere manager esterni. E quindi di strutturare l’azienda in modo che proprietà e management restassero separati. Carte Dozio è organizzata in questo modo: a livello intermedio ci sono dipendenti che sviluppano i progetti e prendono le decisioni, al di fuori della famiglia. La struttura è ora manageriale. Chi ricopre i ruoli decisionali, non deve
esser necessariamente parte della famiglia Dozio.”

La nuova generazione è rappresentata da sua figlia Martina Dozio: come sta evolvendo l’azienda?

Martina Dozio

“Abbiamo una responsabile della produzione, un capo dell’amministrazione, uno delle vendite e acquisti, che non sono della famiglia. Martina invece è attualmente responsabile della qualità, ma, sempre di più, anche lei è destinata ad esser una figura al vertice, senza però che debba occuparsi di mansioni operative. Queste dovranno esser sempre più affidate ai manager.”

Quei 29 volti di tutte le persone che costituiscono l’azienda in mostra sul vostro sito istituzionale: com’è nata l’idea e da chi?

Racconta ancora Marco Dozio: “E’ stata un’idea di Martina. In realtà l’avevamo già messa in pratica in passato, nel catalogo aziendale. Avevamo visto che funzionava la decisione di “metterci la faccia”. Perché è una filosofia che ci rappresenta bene.”

Carte Dozio nasce come distributore, ma con impronta artigianale. Qual è stato il maggior cambiamento che ha segnato la svolta verso la fase produttiva?

Noi non siamo produttori ma trasformatori. Manipoliamo il materiale. Questo cambiamento è stato necessario per soddisfare una clientela che in Italia è tendenzialmente più piccola rispetto all’estero. Basti pensare alla realtà dei torrefattori. Nel nostro Paese, quelli che gestiscono il monoporzionato sono circa seicento. In Francia, appena 10. In Germania è lo stesso.

I miei colleghi della Glatfelter sono sempre sconvolti dal numero di aziende che gestiamo e riforniamo in Italia. La dimensione delle società all’estero è maggiore: sono poche realtà ma molto grandi. L’esatto opposto dell’Italia, ma è una realtà che merita comunque attenzione.”

Per esempio?

Continua Marco Dozio: “Una torrefazione italiana consuma circa 20 tonnellate di carte all’anno. All’estero invece, un azienda del settore può superare le 600. Una differenza di venti volte, ma le dimensioni sono completamente diverse. Il fatto che la clientela italiana sia così frammentata fa sì che il servizio sia organizzato in maniera differente.

Questo ha anche determinato il passaggio verso il processo di trasformazione che Carte Dozio già conosceva e che ora padroneggia.”

Marco Dozio: com’è stato passare a questa fase di trasformazione del prodotto carta?

“Già dagli anni Sessanta eravamo attivi su questo fronte. E’ ovvio che, nel tempo, soprattutto davanti all’esplosione di domanda per il confezionamento del caffè monoporzionato, abbiamo modificato i nostri impianti. Proprio a livello di strumentazione per il taglio della carta. Oggi siamo in grado di fare tutto.

Compreso anche il lavoro svolto per conto del nostro partner Glatfelter. E, rispetto ai piccoli medi clienti nel mondo, del nostro stesso rifornitore.”

Il discorso del brand aziendale: il packaging è l’aspetto che colpisce subito il consumatore

“Possiamo fornire diverse soluzioni per quanto riguarda i materiali specifici del settore caffè. Che per noi è quello preponderante. Personalizziamo le carte. Quindi con inchiostri assolutamente adatti per l’alimentare. Completamente neutri e che rispettano tutte le più severe certificazioni internazionali.”

Dal 2018 avete creato un Amazon Store Carte Dozio per la vendita di shopper, carte e veline: come funziona la collaborazione?

“Funziona molto bene. Per una linea di prodotti che però esula dal caffè. E’ una scommessa iniziata un po’ per scherzo due anni fa. Invece sta andando bene. Effettivamente, la distribuzione pura di prodotti commodity ormai passa da Amazon.
Noi da distributori, abbiamo deciso di collaborare con il più grande, forti del fatto che Amazon è un nome conosciuto ovunque.

Anch’io quando devo comprare qualcosa, vado a cercare su Amazon, compreso il
mangime per i pesci. Ripeto però: è tutto separato dal discorso caffè e del monoporzionato.”

Perché? In futuro potrà cambiare?

Continua Marco Dozio “Dubito molto. Perché la distribuzione su Amazon funziona bene per i prodotti standard. Cosa che noi non abbiamo a disposizione per le carte specifiche per il caffè, che sono circa di 20 tipi diversi. E le bobine che devono esser settate per le diverse macchine, sono quasi infinite.

Amazon consuma commodity, prodotti standard. Noi vendiamo materie prime che serviranno a produrre articoli standard. Siamo una realtà B2B. Vendiamo quelli che sono gli ingredienti principali che servono ai torrefattori.”

L’importanza della qualità dei prodotti Carte Dozio e le certificazioni

“La qualità è sempre stata, anche prima che ci occupassimo delle carte filtro per il tè e poi per il caffè, nel 1983, una priorità per l’azienda. Già allora si producevano le cialde e noi avevamo clienti nel settore, quando il tema delle certificazioni non era fondamentale. Siamo stati sempre all’avanguardia. Abbiamo preceduto i tempi. Il nostro cliente principale è stato Illy, alla quale fornivamo la carta per le cialde, prima che si espandesse.

Per tutti i nostri prodotti abbiamo sempre mantenuto un livello qualitativo molto alto. Dopodiché, quando sono nate le diverse certificazioni, abbiamo semplicemente continuato su questa via. Formalizzando quella che era già una nostra esigenza rappresentata dai prodotti in vendita.”

Le vostre certificazioni internazionali al momento sono quattro.

“La Iso 9001, la Brc, la Fsc e la Pefc. La chiave in questo campo è di rimanere aggiornati. Noi vendiamo ad altre aziende che però si interfacciano con il consumatore finale. Che oggi è sempre più attento all’aspetto delle certificazioni. Quindi noi, a monte, lo consideriamo un must have.

È vero infatti che molti clienti chiedono, come prima cosa, la lista delle certificazioni. Noi stessi quando valutiamo i fornitori per una collaborazione esterna, è la prima cosa che controlliamo, ancora più che i costi. Questa è diventata una vera e propria necessità: un parametro oggi giorno imprescindibile.”

Carte Dozio è riuscita a rimanere attiva anche in un periodo di recessione economica. Addirittura aprendo un nuovo impianto di stoccaggio: come siete riusciti a ottenere questi risultati?

“Grazie alla ricerca ossessiva della qualità del prodotto e del servizio. Sono degli sforzi che a lungo andare pagano. Ma c’è dell’altro: per stare al passo con i tempi e continuare a crescere, bisogna cambiare, innovare. La stessa cosa è valida per le macchine che noi utilizziamo per trasformare la carta. Anche quelle devono esser le più moderne. Qualità e tecnologia sempre al primo posto.”

La collaborazione con il colosso statunitense delle carte Glatfelter com’è nata e come si sviluppa?

Voi siete i distributori esclusivi per la parte food&beverage, di questo gigante.

“Glatfelter ha scelto di lavorare con noi in primis per la nostra esperienza nel settore. Noi lavoriamo dal 1983 nell’ambito del monoporzionato, e quindi possiamo vantare una conoscenza totale della materia. E poi, abbiamo anche la copertura completa del mercato. E’ una collaborazione che funziona bene, basata su un rapporto molto stretto con tutti e tre i nostri stabilimenti: in Germania, in Francia e uno in Gran Bretagna.

Noi distribuiamo le carte dei tre siti produttivi. Le macchine per la produzione sono unidici. Il vantaggio è che la dislocazione garantisce alla clientela una continuità di soluzioni di fronte a qualsiasi problematica. Inoltre la continuità della fornitura, grazie anche ad una logistica corta, tesa, è assicurata.”

Che cosa distingue Carte Dozio: un prodotto? un servizio di consulenza post vendita?

“La conoscenza del mercato e dei materiali è il nostro plus. E anche la possibilità di offrire una gamma più completa rispetto alle altre proposte su piazza. Il servizio di consulenza consiste nello scegliere il prodotto che più si adatta alle esigenze di ogni cliente. Che può essere, nello specifico del caffè, la tipologia di bevanda che si vuole ottenere e anche il tipo di impianto che l’azienda possiede per creare il monoporzionato.

A seconda della produzione poi, la macchina cambia. Non tutte funzionano bene con tutte le carte e i torrefatti. Il nostro lavoro è proprio questo. Vuoi ottenere questo tipo di risultato per un determinato target, con questa macchina? Noi consigliamo questo tipo di carta.”

La personalizzazione dei prodotti come funziona invece?

“Dipende dal tipo di personalizzazione. Da una parte, la carta per le cialde e le capsule viene fornita in rotoli. Questi sono di dimensioni variabili, da macchina a macchina, da produttore a produttore. Noi siamo in grado di fornire in tempi rapidi il prodotto adatto alla macchina con determinate caratteristiche, anche in quantitativi piccoli.

E’ la prima grande differenza rispetto ad altri distributori. Noi abbiamo a disposizione uno stock della materia prima, che possiamo adattare e questa è una prima forma di personalizzazione, resa possibile dalla nostra grande esperienza del mercato.

La seconda possibilità è il sistema di stampa con inchiostri speciali, adatti all’alimentare. Con goffratura a caldo. Anche se in questo momento non è sostenibile dal punto di vista economico. Perché richiede un lavoro su grandi quantitativi di carta, richiesta che in Italia non esiste. I colossi europei possono permettersi queste tecnologie. E lo stesso discorso vale per il metodo che è simile al lavoro sulla filigrana. ”

Quando è nato il prodotto innovativo della carta filtro compostabile e biodegradabile?

“La prima certificazione di Glatfelter è del 2004. Sono tanti anni quindi che quest’azienda ha iniziato a lavorare su questo prodotto. Poi noi ci siamo dedicati concretamente al caffè attorno al 2013-2014. Da lì, è partito il nostro percorso. Parliamo di un processo lungo, perché realizzare questi prodotti richiede tanto tempo e ricerca.”

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