domenica 22 Dicembre 2024
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Manpower Group mancanza di personale nell’horeca: “Si guarda agli stipendi e alla possibilità di crescita”

Chiara Nasi, amministratore delegato Cirfood: “Bisogna invogliare i giovani a formarsi professionalmente per poi entrare nel mondo del lavoro di questo settore. Forse le imprese trascurano l’aspetto del racconto che è sempre più fondamentale. La ristorazione necessita di un maggiore storytelling”

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MILANO – La mancanza di personale nel settore horeca è un problema che attanaglia sempre di più le imprese della ristorazione. Si nota, in particolare, uno scarso interesse per la generazione Z verso il mondo dell’hospitality dovuta, a volte, ad un’offerta che non prevede un equilibrio vita-lavoro ben bilanciato e stipendi che non sempre corrispondono all’impegno per le mansioni svolte. Spesso, però, non si considerano le molteplici opportunità che il campo della ristorazione può donare ai più giovani.

Per fare il punto su questo tema, ManPower Group, leader mondiale nelle soluzioni di staffing e flessibilità, ha organizzato una RoundTable per fare luce sul mondo del lavoro nell’horeca dal punto di vista dei più giovani.

Sono intervenuti all’evento Manpower: Anna Gionfriddo, amministratore delegato di ManPowerGroup Italia, Chiara Nasi, amministratore delegato Cirfood, Christian Biasioni, amministratore delegato di Chef Express, l’associazione Apci – Associazione professionale cuochi italiani, Andrea Sinigaglia, direttore di Alma scuola internazionale di cucina italiana, Marco Ranocchia, fondatore di Planet One, servizio di formazione mixology e consulenza e Dario Ceccato, consulente del lavoro e founder di Ceccato Tormen & Partners. A moderare il dibattito Stefano Pregel, vertical leader horeca Manpower.

Il RoundTable horeca di ManPower Group: la generazione Z e il mondo dell’hospitality

Il talk ha avuto inizio con un sondaggio a distanza per i giovani nell’horeca con una semplice domanda: quali sono gli aspetti più importanti da considerare nel luogo di lavoro? Le risposte sono state diverse: dalla notorietà del brand, ai turni di lavoro fino ad arrivare alla prospettiva di crescita all’interno dell’azienda in questione. La risposta più votata è stata quella relativa allo stipendio.

Anna Gionfriddo, amministratore delegato di ManPowerGroup Italia, prende la parola: “I giovani hanno le idee chiare. Non mi stupisce che oggi i due aspetti più importanti del sondaggio siano rappresentati dallo stipendio e dalla prospettiva della crescita in azienda.

La generazione Z fra 3 anni rappresenterà il 30% della forza lavoro. È importante dare una risposta su queste aspettative. In questo momento in Italia siamo ai tassi più alti di occupazione nel mondo del lavoro. Questi dati positivi evidenziano che l’occupazione giovanile e femminile stanno migliorando: su questi elementi si possono e si devono costruire delle risposte rispetto a questi trend”.

Gionfriddo continua: “C’è purtroppo una grande distanza tra le opportunità di lavoro che il mercato offre e le effettive disponibilità a ricoprire questi ruoli. Manca infatti una grossa fetta che rappresenta il 75% di mancanza di forze lavoro: nel settore horeca quel numero sale al 79%”.

Più di due milioni di persone in Italia hanno dato le dimissioni spontanee nel 2022. Il posto fisso non è più importante come una volta. Con queste difficoltà come è possibile trovare una soluzione?

Gionfriddo risponde: “Nei primi 3 mesi del 2024 il mercato del lavoro italiano prevede delle opportunità di crescita tra entrate e uscite del 13% in più rispetto ai primi mesi del 2023. Nell’horeca le previsioni salgono al 23%. Il settore horeca registra sempre più opportunità di inserimento. Il fenomeno della great resignation (grandi dimissioni) è una realtà, ma le sempre più crescenti opportunità di lavoro sapranno compensare questo trend”.

Nonostante le prospettive ottimistiche è innegabile notare una mancanza di interesse della generazione Z per la ristorazione. I dati parlano chiaro: ci sono 5000 ragazzi in meno iscritti negli istituti alberghieri

Chiara Nasi, amministratore delegato Cirfood, riflette: “Sicuramente l’horeca è un settore capace di dare grandi opportunità. Noi imprese dobbiamo essere capaci di stimolare i giovani che entrano in azienda e farli crescere con dinamicità. La generazione Z è abituata a vivere in un ambiente in cui la versatilità è un must: di conseguenza non esiste più un ruolo per la vita ma è importante formare i ragazzi in più mansioni. Oggi abbiamo fame di cambiare. Questo settore va però raccontato“.

Nasi continua: “Bisogna invogliare i giovani a formarsi professionalmente per poi entrare nel mondo del lavoro horeca. Forse le imprese trascurano l’aspetto del racconto che è sempre più fondamentale. La ristorazione, anche quella collettiva, necessita di un maggiore storytelling”.

Nasi aggiunge: “Chi ha passione per la cucina, l’alimentazione e il settore in generale, trova terreno molto fertile in questo campo. Stiamo cercando di mettere in evidenza la parola alimentazione: un bene primario che deve essere garantito a tutti. Già questo è motivo di orgoglio per lavorare. È importante la crescita e lo stipendio ma ci sono anche molti altri elementi importanti da considerare come lo storytelling, il welfare e il benessere dei dipendenti. Si deve essere autentici nel racconto della professione e nel resto della vita lavorativa”.

Lavorare nella ristorazione in Italia è stata spesso associato dai giovani come lavoro di ripiego per poi passare ad altre professioni. Ciò lo dimostra anche la grande popolarità dei contratti part-time. È possibile far cambiare idea e ricostruire l’immagine della professione dell’ospitalità?

Christian Biasioni, amministratore delegato di Chef Express, rivela il suo punto di vista: “Molto spesso i giovani si avvicinano a questo campo per un lavoro stagionale e poi passare ad altro. C’è da dire che questo settore è in forte crescita. Abbiamo subito due anni e mezzo di Covid che ci hanno penalizzato ma ci stiamo riprendendo. Il trend di chi mangia fuori casa aumenta del 4% ogni anno. Chi inizia a lavorare in questo mercato ha sicuramente un futuro di crescita”.

“La ristorazione a catena occupa circa l’8% del mercato in Italia. Negli altri Paesi europei si parla del 30-40%. Ciò significa che è un mercato destinato a crescere e che darà sempre più lavoro in cui la passione è essenziale. Nel sondaggio, molti hanno evidenziato l’importanza dello stipendio”.

“Si tratta di una decisione dettata sicuramente dalle esigenze e dal momento. Lavorare nella ristorazione per lo stipendio denota una visione di brevissimo periodo e non è un driver necessariamente forte per andare avanti in questo settore: non perché non si guadagna abbastanza ma perché non è sufficiente per proseguire il percorso. Se si ha come obiettivo principale lo stipendio allora bisogna scegliere un campo diverso come la moda o lo spettacolo”.

Biasione aggiunge: “Puntare sulla prospettiva di crescita invece è un’ottima scelta. Questo settore permette di viaggiare, avere esperienze con grande dinamismo ed avere continui stimoli. Nei prossimi anni verrà posta maggiori enfasi sui rapporti digitali con i clienti creando ancor più opportunità. Le nostre aziende saranno completamente giovani”.

Manpower Group: l’importanza della formazione

Il RoundTable Manpower si sposta con il collegamento di Alma scuola internazionale di cucina italiana a Colorno, provincia di Parma, nella food valley dichiarata perimetro d’eccellenza dall’Unesco.

Andrea Sinigaglia, direttore della scuola, si unisce al dibattito soffermandosi sull’aspetto della formazione: “Più giriamo l’Italia e il mondo e più vediamo i nostri diplomati realizzati e grati di aver investito in una formazione nell’horeca. Non servono autocelebrazioni: i testimoni dei propri successi sono i nostri alunni. La realizzazione di una persona che sa un mestiere al servizio degli altri che porta bontà, gusto e orgoglio del made in Italy è il motore che avvia la carriera”.

Sinigaglia aggiunge: “Il 45% degli studenti di Alma proviene dall’istituto alberghiero. Il 55% proviene invece da un liceo o da un percorso di studi universitario non particolarmente soddisfacente. Questo denota una rottura di cliché e un desiderio di espressività. Il 20% dei nostri studenti è internazionale. Abbiamo aperto una nostra sede in Tailandia a Bangkok. C’è una maggiore attenzione per l’aspetto estero a cui Alma porrà sempre più attenzione”.

Si passa poi alla scuola alberghiera Gioberti di Roma con Claudio Matrecano, professore di cucina della scuola. Più del 60% degli studenti che arrivano alla scuola e concludono il biennio vengono poi occupati nel settore e non prendono altre strade. Matrecano afferma: “Una parte degli studenti decide di diventare subito professionisti del settore e altri continuano ad approfondire questo mondo con percorsi di alta formazione. Nei nostri corsi viene data particolare enfasi alla comunicazione, al lavoro di squadra, alla gestione della pressione e dei tempi”.

Sonia Re, direttore generale Apci – Associazione professionale cuochi italiani, si unisce al dibattito: “Le scuole sono il nostro cuore. Con Manpower andremo a coinvolgere le scuole alberghiere d’Italia e cercare di dare più visibilità al settore raccontando ai ragazzi questa professione. Si tratta di un progetto ambizioso per cercare di risolvere un problema sempre più attuale: la mancanza di personale”.

E, tra i temi della ricerca di dipendenti, spicca la figura sempre più crescente della people company, una definizione che rispecchia i valori della generazione Z

Anna Gionfriddo fa luce sul significato del termine: “People company significa mettere le persone al centro dell’azienda con le proprie aspirazioni, ambizioni e caratteristiche. C’è di più: il termine definisce anche un piano di sviluppo per le diverse storie professionali e le differenti generazioni. Trasmettere e condividere i valori di un’azienda è fondamentale ed è ciò che fa scegliere una professione rispetto ad un’altra”.

Chiara Nasi aggiunge: “Abbiamo investito molto nella ricerca con i nostri centri di innovazione. Abbiamo spazi dedicati ai giovani e al co-working e alla formazione. La ricerca e l’innovazione sono strategiche in qualsiasi settore: anche nella ristorazione. È molto importante seguire i trend ed essere sempre più adeguati alle esigenze di consumo dei nostri clienti per poi avere un impatto effettivo sul loro benessere e sull’economia”.

È importante notare che la formazione e l’integrazione delle risorse partono dalle aziende stesse e l’aspetto delle risorse umane è sempre più curato anche nell’horeca.

Marco Ranocchia, fondatore di Planet One, servizio di formazione mixology e consulenza, riflette su questo tema al RoundTable Manpower: “La formazione è fondamentale per poi crescere all’interno delle aziende. La chiave di volta per il futuro è  sempre verso questo aspetto: anche attraverso la stessa azienda per cui i dipendenti lavorano. Per le realtà in questo settore è necessario saper integrare al meglio le persone che vogliono crescere con loro”.

Christian Biasioni conclude il RoundTable Manpower con un consiglio per i giovani lavoratori: “Tra fare bene le cose e farle male il tempo e le energie è lo stesso: qualsiasi cosa facciate metteteci passione. Solo mettendoci del proprio si possono ottenere risultati tangibili”.

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