ROMA – Nuova ferma presa di posizione della Fipe contro le nuove norme sui pagamenti elettronici prevista dalla manovra del governo. “Oggi come oggi, se tutti cominciassero a pagare caffè e cappuccino al bar con il bancomat o la carta di credito, i locali si troverebbero a dover pagare commissioni insostenibili che potrebbero arrivare fino a 1 miliardo di euro l’anno.
Stiamo parlando del 16% degli incassi derivanti dalla vendita di questi prodotti. Un’enormità tale da rendere assolutamente inefficace il credito d’imposta del 30% a beneficio delle attività che accettano il pagamento con il Pos previsto dal decreto fiscale.
Non è sufficiente: vanno azzerate le commissioni bancarie per i pagamenti almeno fino a 15 euro”.
Così Roberto Calugi, Direttore Generale della Federazione Nazionale dei Pubblici Esercizi, Fipe, commenta il decreto allegato alla manovra di bilancio.
“Ulteriore problema – continua Calugi – è quello dell’omesso versamento dell’Iva. Un ristoratore o un gestore di un locale che dichiara regolarmente l’Iva. Ma poi salta un pagamento perché attraversa un momento di difficoltà economica, oggi rischia una condanna penale.
Questo è un errore, perché non c’è alcun tentativo di frodare il fisco, ma solo una difficoltà contingente.
Questo reato si dovrebbe depenalizzare. Mi auguro che il governo non resti sordo al grido d’allarme di migliaia di piccole imprese che garantiscono un servizio eccellente e rappresentano un valore aggiunto per l’offerta turistica del nostro paese”.