MILANO – Le macchine per espresso sono dei veri e propri gioielli della tecnica e del design: oggi noi le osserviamo poco dietro ai banconi del bar e per noi sono spesso solo dei semplici strumenti che servono al caso nostro. Ma a guardar meglio queste attrezzature, magari mantenendo una prospettiva storica, sono molto di più: sono dei pezzi da collezione. Questo concetto l’ha ben assimilato uno che ne ha fatto una vera e propria professione, Enrico Maltoni. Curatore delle macchine in esposizione al museo di Gruppo Cimbali a Binasco, il Mumac, esperto e appassionato in materia. Leggiamo la sua storia dall’articolo di Laura Giorgi su corriereromagna.it.
Maltoni: l’uomo dietro la macchina espresso made in Italy
Il collezionismo è una questione genetica in casa Maltoni. Enrico colleziona macchina da caffè, oggi per professione. Forlimpopolese, classe 1970, è figlio di Vittorio Maltoni, che a sua volta cerca e raccoglie in particolare edizioni antiche del ricettario di Pellegrino Artusi. Si sono “contaminati” a vicenda, se il padre ha trasmesso la passione al figlio, quest’ultimo a sua volta ha ceduto qualcosa al padre, che infatti col tempo è diventato anche un buon tostatore di caffè.
Corsi e ricorsi, passioni nate fin dalla più tenera età che si sono trasformate in un mestiere, in questo caso davvero unico al mondo. “Di mestieri in realtà ne faccio tre oggi – spiega lo stesso Enrico Maltoni – : sono co-fondatore, insieme alla famiglia Cimbali, del museo Mumac di Milano dove sono esposte macchine storiche da caffè, in particolare espresso, fra le quali un centinaio della mia collezione personale. Al museo mi occupo dei prestiti, inviamo infatti macchine da caffè a mostre in tutto il mondo, delle visite guidate e di eventi speciali, oltre che di ricerca storica e collaborazioni, appunto, con altri musei. Poi sono titolare dell’ Officina Maltoni che ha sede in località Secchiano a Novafeltria, dove restauro macchine per caffè da bar storiche. E infine pubblico libri del settore, dal caffè a tutto il comparto produttivo”. Ma andiamo per ordine, perché la storia di Enrico è ricca e unica.
Gli esordi
Tutto comincia negli anni Settanta. «Ero un bambino e mio padre mi portava con sé nei mercati e nelle fiere di antiquariato. Ricordo ad esempio benissimo il Crame di Imola, mio padre Vittorio è stato uno dei fondatori. Arrivavamo a Imola e io e lui dormivamo in macchina. I cancelli si aprivano che era ancora buio, per far prendere posto agli espositori, e si andava a cercare fra le bancarelle i pezzi più rari con la pila in mano». Il racconto è quello di un consumato collezionista che ha visto mutare, anche in questo campo, la storia e le modalità attraverso cui poter praticare questa passione. «Oggi anche il collezionismo si muove soprattutto on line, e certo è molto diverso. Ma io sono contento di aver vissuto quegli anni da piccolo con mio padre, poi anche quelli successivi, quando giravo con una cartina dell’Emilia-Romagna e dell’Italia sempre in tasca, sulla quale avevo segnato i luoghi e le date dei principali mercati e fiere di antiquariato. Mi muovevo in base a quel calendario».
Antichità e caffè
Quindi prima è venuta la passione per il passato, poi, un poco alla volta, quella per le macchine da caffè. “In realtà ho cominciato con il materiale pubblicitario, poi un poco alla volta mi sono appassionato al caffè e quindi alle macchine per farlo. Studiavo la storia del caffè, e ho cominciato a collezionare macchine da caffè espresso principalmente, e ho messo in piedi una mostra che per una decina d’anni è stata itinerante. Poi devo dire che la cosa ha cominciato a farsi complessa, e costosa anche. Ogni volta dovevo noleggiare un container per spostare le macchine attraverso i vari paesi dove venivano messe in mostra. A quel punto è stato provvidenziale l’incontro con il presidente dell’azienda Cimbali, una delle principali aziende di macchine da caffè nel mondo. Era il 2010 e mi disse che sarebbe stato interessato a creare un museo che contenesse le mie e le sue macchine storiche”.
Un museo insolito
Da quell’incontro, sono bastati due anni per creare un museo unico che poi è stato inaugurato nel 2012 alle porte di Milano, il Mumac. “Che anno quello! A settembre 2012 era nata mia figlia e in ottobre inaugurai il museo – ricorda Enrico Maltoni con grande soddisfazione –. Vedevo realizzarsi il progetto messo in piedi con anni di fatica. Qui sono raccontati oltre cento anni di storia di macchine da caffè e, con grande sorpresa anche degli altri costruttori stessi, che sono una ventina, la famiglia Cimbali non ha voluto esporre solo le proprie macchine, ma anche quelle più significative di tutti gli altri. La macchina per il caffè espresso è stata inventata in Italia, ne esistono 5 brevetti principali e questo museo racconta questa storia a 360 gradi. Al Mumac sono esposte un centinaio di macchine, ma in magazzino ce ne sono molte di più, solo la mia collezione conta 350 pezzi oggi”.
Dal primo gennaio prossimo sul sito del museo, che in tempo di pandemia è purtroppo chiuso come tutti gli altri, verrà caricato il video di una visita guidata dallo stesso Enrico Maltoni insieme con la direttrice Barbara Foglia, alla scoperta degli insoliti tesori meccanici che hanno fatto la storia del caffè.
Oltre alle macchine, il Mumac contiene poi una ricca dotazione di documenti. “Abbiamo una biblioteca sul caffè che è unica. Ne esiste una sola che ha più dei nostri 1300 volumi sul tema, è a Zurigo e vanta 4000 volumi, ma al momento è stata chiusa e in fase di riallestimento – spiega Enrico Maltoni –. Nella nostra biblioteca ci sono molte edizioni di varie epoche dedicate al caffè e, anche se non è aperta al pubblico, si può prenotare e richiedere la consultazione dei testi. Al momento stiamo poi digitalizzando oltre 25mila documenti, fra i quali, schede tecniche, materiale pubblicitario e vario, e ci vorranno ancora almeno tre anni per completare il lavoro. Dovremmo comunque fare in tempo per il decennale del Mumac che cade nel 2022”.
Ma come abbiamo detto buona parte dell’attività di Enrico Maltoni si mantiene in Romagna
E nella fattispecie nella sua Officina Maltoni di Secchiano in territorio di Novafeltria, Val Marecchia. “Dopo aver trovato una sistemazione per tutta la mia collezione, con l’apertura del museo nel 2012, ho cominciato a dedicarmi a un nuovo progetto – racconta ancora Enrico –. Invece di rilassarmi, ho aperto un laboratorio di restauro di macchine da caffè, innanzitutto per le mie e per quelle che ho continuato a cercare e acquisire. Ma subito hanno cominciato ad arrivare anche altri collezionisti e ho dovuto assumere personale per dare risposta a tutte le richieste”.
Dal 2016 i dipendenti dell’Officina Maltoni sono diventati due
“Il lavoro è sempre cresciuto, e probabilmente crescerà, se si pensa che ci sono aree del mondo che si affacciano adesso al consumo del caffè, come ad esempio la Cina –spiega Enrico –. Noi siamo in grado di effettuare restauri completi e filologicamente rigorosi delle macchine che ci vengono portate. Ci arrivano pezzi da tutto il mondo e ne restauriamo circa una cinquantina all’anno. Il lavoro richiede molto tempo e molta attenzione, e facciamo tutto noi; all’esterno commissioniamo solo la verniciatura e le cromature che richiederebbero un allestimento ulteriore ad hoc”.
Edizioni Maltoni
Poi c’è il terzo lavoro, quello che assorbe ancora più energie, tempo, e che proietta ancora una volta nel mondo il lavoro di questo collezionista romagnolo unico: i libri. L’ultimo, appena ristampato, e disponibile dall’inizio di questo mese, è il bellissimo “Coffee Makers”, del quale proponiamo una scheda a fianco. “Dopo aver lavorato per anni sulle macchine da caffè da bar, mi sono detto: perché non fare un’enciclopedia della caffettiera? In fondo è quella la macchina da caffè che tutti usano, ogni giorno, e ormai in tutto il mondo”. Così nel 2011 circa, Enrico Maltoni si è messo in viaggio con Mauro Carli, coautore del libro e con il fotografo forlivese Paolo Vallicelli.
“Avevamo messo in preventivo qualche mese di lavoro, ci abbiamo messo due anni –spiega Maltoni –. Siamo andati nelle case di tutti i collezionisti d’Europa, abbiamo scattato oltre 7000 fotografie a macchine da caffè casalinghe di ogni forma e dimensione”. All’opera, che alla fine conta 776 pagine e oltre duemila scatti selezionati fra tutti quelli fatti, ha contribuito anche un comitato scientifico di collezionisti ed esperti di storia del caffè. La prima edizione del 2013 è andata esaurita in poco tempo, a distanza di qualche anno Enrico Maltoni ha deciso di rimetterci mano. “Abbiamo migliorato qualche aspetto grafico, ma i contenuti sono tanti e tali che non hanno avuto bisogno di integrazioni, è ancora valido ed esaustivo”. “Coffee Makers” lo ha rieditato lo stesso autore e viene distribuito in Italia in alcune librerie di Roma , negli store on line del Mumac e di Officina Maltoni. Oppure in … Corea, perché il caffè e le macchine per farlo sono in tutto il mondo.
L’enciclopedia della caffettiera
Che sia un’opera unica nel suo genere appare chiaro subito, fin dall’imponente formato in un’edizione rilegata curatissima (costo 100 euro). Il volume “Coffee Makers” è uscito per la prima volta nel 2013, edito da Mondadori, e nel giro di poco tempo è andato esaurito. Ora Enrico Maltoni, che l’ha scritto insieme a Mauro Carli, mentre le foto sono di Paolo Vallicelli, l’ha ristampato in proprio per le Edizioni Collezione Enrico Maltoni e da inizio mese è di nuovo acquistabile, le copie sono limitate e per i collezionisti è certamente un’occasione unica. Si tratta infatti di una vera e propria enciclopedia della caffettiera, documentata con una mole incredibile di documentazione: 2700 immagini, 2080 descrizioni tecniche e numerosi testi divisi nei vari periodi storici, tutti tradotti anche in inglese, perché il pubblico di quest’opera è in tutto il mondo.
Qui vengono illustrate tutte le tipologie di caffettiere realizzate fino ai nostri giorni, fotografate direttamente nelle case dei collezionisti di tutto il mondo. Una ricerca durata due anni in giro per il mondo alla scoperta di caffettiere, preziose macchine fotografate nelle case dei più importanti collezionisti. Un’enciclopedia composta da migliaia di immagini (quelle scelte rappresentano solo un a parte di quelle scattate durante i viaggi degli autori) corredata di documenti originali dell’epoca, vale a dire : brevetti, cataloghi, manuali, cartoline pubblicitarie, schemi di funzionamento, e dettagliate didascalie tecniche.
Ovviamente dati tecnici a parte, la lettura è resa anche piacevole dai cenni storici relativi alla preparazione del caffè , oltre che dalla ricca carrellata di aneddoti mai pubblicati prima. Quattrocento anni di storia, dalle origini della bevanda con i suoi complicati cerimoniali e i semplici utensili, fino ad arrivare alle macchine elettriche per espresso. Un’opera certamente esaustiva per un appassionato cultore, capace di suscitare però tanta curiosità anche in un neofita perché è inutile negare che il caffè e gli strumenti che quotidianamente ci accompagnano per prepararlo abbiano un loro fascino.
“Coffee Makers. Mi riconosco nel titolo e mi sento così da sempre: uno che fa caffè. Proprio come una buona e fidata caffettiera o come una futuribile e visionaria macchina per caffè espresso”, sono le parole di Giuseppe Lavazza che forma la prefazione. Una curiosità, i due autori compiano gli anni entrambi il 2 dicembre e il libro rinnovato è uscito quella stessa data. Il volume è acquistabile on line sul sito www.espressomadeinitaly.com