VENEZIA – Milanese di nascita e muranese d’elezione, Paolo Venini (1895-1959) è stato un grande protagonista del vetro del novecento, che ha contribuito in modo determinante a mantenere vitale con la sua appassionata attività nel corso di quarant’anni di storia. La sua figura di imprenditore colto, illuminato e creativo è protagonista della mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO (tutte le foto sono di Enrico Fiorese): Paolo Venini e la sua fornace, a cura di Marino Barovier e aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore sino all’8 gennaio 2017, che attraverso 300 opere ripercorre le creazioni di Paolo Venini e degli artisti che lo hanno affiancato soprattutto nel corso del secondo dopoguerra.
Paolo Venini, dopo una prima esperienza con Giacomo Cappellin nella V.S.M. Cappellin Venini & C. (1921-1925), fondò nel 1925 la vetreria V.S.M. Venini & C. con Napoleone Martinuzzi e Francesco Zecchin. Divenuto in seguito presidente della società, operò instancabilmente come grande regista e direttore della ditta fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1959.
Nel corso di quarant’anni di attività si avvalse della collaborazione di grandi artisti come lo scultore Napoleone Martinuzzi, gli architetti Tomaso Buzzi e Carlo Scarpa e il designer Fulvio Bianconi ai quali LE STANZE DEL VETRO hanno già dedicato mostre monografiche e a cui Paolo Venini e la sua fornace dedica un piccolo omaggio all’inizio del percorso espositivo.
Ma Paolo Venini, imprenditore colto e interessato sia ai fermenti artistici coevi sia alle esigenze del mercato internazionale, intervenne anche come ideatore di nuove serie di vetri, avvalendosi del proprio ufficio tecnico e contribuendo all’articolato catalogo della vetreria che vide comunque l’intervento di più autori.
Grazie a un attento lavoro di ricerca, la mostra Paolo Venini e la sua fornace e il relativo catalogo, documentano la produzione nata da specifiche scelte di Paolo Venini che hanno portato ad esempio, a serie come i vetri Diamante in cristallo, nella seconda metà degli anni trenta, che ebbe grande successo soprattutto nel Nord Europa, mercato a cui Paolo Venini guardò sempre con grande attenzione. È però negli anni cinquanta che Venini si dedicò con assiduità alla creazione di nuovi vetri ottenendo un grande successo alla Triennale di Milano e alla Biennale di Venezia, ma anche nelle manifestazioni internazionali a sostegno e per la diffusione del design e dell’artigianato italiano che si tenevano sia in Europa che negli Stati Uniti.
Diversi vetri pensati da Paolo Venini nacquero da una raffinata rilettura in chiave innovativa di alcune tecniche tradizionali muranesi come quella dello zanfirico di cui vennero proposte alcune varianti soprattutto tra il 1950 e il 1954, di cui in mostra si possono ammirare molti vasi, tuttora tra i più apprezzati sia da un pubblico di appassionati che dal collezionismo di settore per la loro vivacità e per la straordinaria qualità della loro realizzazione.
Esemplari sono gli eleganti zanfirici (1950-51) in vetro lattimo o in versione policroma, gli elaborati zanfirici a reticello (1954), monocromi e talvolta ricchi di colore, insieme ai vetri mosaico zanfirico (1954) impreziositi dall’articolata trama bianca che risalta sulla parete colorata.
Di grande effetto, sono poi i vetri mosaico tessuto multicolore (1954), caratterizzati da un’inedita tessitura a fili policromi con tonalità delicate. Dal 1953 vi fu una ripresa della tecnica della murrina che portò progressivamente alla nascita di ricercate tipologie di tessuto vitreo, perlopiù opaco, (“a dame”, “mezzaluna”, “a puntini”) eseguito con suggestivi accostamenti cromatici. Risentendo dell’influsso del design nordico, la produzione si orientò poi verso delicate monocromie associate a velature o incisioni dovute a lavorazioni a freddo che portarono alla cospicua serie dei vetri incisi (1956-57).
Di grande successo, in quegli stessi anni, furono inoltre la variopinta serie di bottiglie, ispirate a quelle disegnate da Gio Ponti, e le coloratissime vetrate presentate alla Triennale del 1957, dove si distinsero per il notevole effetto decorativo, di cui in mostra sono esposti due esemplari. Pur mettendo al centro dell’esposizione la straordinaria personalità e il ruolo di Paolo Venini, la mostra Paolo Venini e la sua fornace vuole illustrare anche la produzione dovuta agli autori che collaborarono con lui in maniera episodica tra gli anni trenta e gli anni cinquanta, chiamati dallo stesso Venini o giunti perché interessati alla qualità del lavoro della sua fornace.
Un artista con cui Paolo Venini ebbe una proficua collaborazione nel primo dopoguerra, è l’architetto Gio Ponti (1891-1979) che per la vetreria muranese realizzò fantasiose bottiglie, servizi da tavola e lampade; in mostra è esposta una colorata selezione di bottiglie, oltre che un’interessante serie di disegni preparatori.
Nella seconda metà del XX secolo transitarono per la vetreria diversi autori, e ciascuno di loro apportò un prezioso contributo creativo alla vetreria muranese. A loro è dedicata la sala più grande della mostra, dove troviamo nell’ordine: i lavori del designer americano Charles Lin Tissot (1904-1994), che propose originali interpretazioni della tecnica dello zanfirico; l’“acquario” di Ken Scott (1918-1989), fashion designer statunitense, che ideò una coloratissima serie di 18 pesci stilizzati in vetro opaco realizzata per il grande magazzino americano Macy’s, qui appesi in un’unica grande vetrina.
Al pittore veneziano Riccardo Licata (1929-2014) si deve invece una piccola ma fortunata serie di vetri, esposti alla Biennale del 1956, caratterizzati da una fascia di murrine di sua ideazione.
Anche Tobia Scarpa (1935), figlio di Carlo Scarpa, partecipò alla vita della Venini: tra il 1959 e il 1962, mise a disposizione la sua creatività ideando nuove serie in vetro murrino o battuto, realizzando tra gli altri, la famosa serie dei battuti, grandi vasi sommersi con la superficie satinata e irregolare ottenuta con la tecnica della molatura, e degli occhi, vasi dal grande successo commerciale.
Una menzione particolare va alla collaborazione con la ceramista svedese Tyra Lundgren (1897-1979), che risale già agli anni trenta, la quale oltre ad alcuni vasi, propose un ricco bestiario di volatili, pesci, serpenti, e diverse foglie dalle fogge variegate; alla Lundgren, legata a Venini anche da una profonda amicizia, la mostra dedica un’intera sala, presentando anche molti dei suoi bellissimi disegni.
Nel lungo corridoio centrale del percorso espositivo, Paolo Venini e la sua fornace propone infine i lavori di Massimo Vignelli (1931-2014), architetto e designer divenuto poi celebre negli Stati Uniti, che alla Venini tra il 1954 e il 1957 si dedicò all’illuminazione e ai servizi da tavola, ispirati nelle forme al design nordico ma rivisitati con i colori e le tecniche di Murano (due delle sue lampade vennero segnalate alla terza edizione del Compasso d’Oro nel 1956); la serie Le rovine in vetro trasparente del pittore americano di origini russe Eugène Berman (1899-1972); un originale servizio da tavola del designer Piero Fornasetti (1913-1988), insieme a Gio Ponti, amico di Paolo Venini, e alcuni gioielli in vetro e argento realizzati dalla designer norvegese Grete Korsmo (1917-2010) a conferma dei suoi contatti con i paesi nordici, portati avanti da Paolo Venini fino alla sua scomparsa.
La mostra si chiude infine con la celebre serie dei vasi opalini e le bottiglie, realizzate ancora una volta da Paolo Venini.
In occasione della mostra Paolo Venini e la sua fornace è stato pubblicato il catalogo ragionato, edito da Skira per LE STANZE DEL VETRO e curato da Marino Barovier e Carla Sonego.
Inoltre, anche per questa quinta esposizione dedicata alla storia della fornace muranese, il regista Gian Luigi Calderone ha realizzato un film documentario dal titolo Paolo Venini. L’uomo di notte, che racconta, attraverso testimonianze e aneddoti, la straordinaria attenzione della Venini per i colori dei vetri, non solo per le forme, al punto che, cercando nuovi accorgimenti nella composizione delle “partìe” Paolo Venini rischiò di compromettere la sua vista. Il film viene proiettato in mostra ed è in vendita in dvd nel bookshop de LE STANZE DEL VETRO.
Artsystem cura nuovamente il servizio gratuito di visite guidate per i visitatori de LE STANZE DEL VETRO (dal 24 settembre 2016), insieme alle attività didattiche gratuite rivolte a studenti delle scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori (da ottobre 2016). Sono previsti anche laboratori domenicali per famiglie (SUNglassDAY) e visite speciali per i giovani tra i 18 e i 25 anni (Fuso-Fuso!!).
Maggiori informazioni sulle mostre, i progetti e le attività de LE STANZE DEL VETRO sono disponibili sul sito internet www.lestanzedelvetro.org, e sulla pagina Facebook.
Fino al 30 novembre 2016, in concomitanza con la mostra Paolo Venini e la sua fornace, rimarrà aperto al pubblico anche il padiglione temporaneo “Glass Tea House Mondrian” progettato dall’artista giapponese Hiroshi Sugimoto, la prima opera architettonica di Sugimoto a Venezia.
Chi è Paolo Venini
Paolo Venini (1895-1959) Nasce a Cusano Milanino da una famiglia della borghesia lombarda. Laureatosi in giurisprudenza, dopo la prima guerra mondiale, il giovane avvocato abbandona presto la carriera forense, venendo a contatto col mondo del vetro attraverso il veneziano Giacomo Cappellin, che lo coinvolge nel 1921 nella nascita di una nuova vetreria, la Vetri Soffiati Muranesi Cappellin Venini e C.
Nonostante il consenso riscosso, tuttavia, nella primavera del 1925 le divergenze tra Cappellin e Venini portano alla conclusione del sodalizio. Il primo giugno 1925 egli fonda una nuova vetreria, la V.S.M. Venini e C., insieme ad altri soci tra i quali lo scultore Napoleone Martinuzzi e l’ingegnere Francesco Zecchin, dai quali si separa nel 1932.
Imprenditore colto e interessato sia ai fermenti artistici coevi sia alle esigenze del mercato internazionale nel corso della sua attività, interrotta dalla sua improvvisa scomparsa nel 1959, si avvale, tra l’altro, di collaborazioni eccellenti come quella degli architetti Tomaso Buzzi e Carlo Scarpa, negli anni Trenta e Quaranta, e del designer Fulvio Bianconi, dal dopoguerra e negli anni Cinquanta, accanto ai quali si affiancano diversi altri artisti.
Venini, inoltre, si dedica con passione a promuovere l’attività della vetreria, ad esempio, attraverso i suoi numerosi viaggi e la costante partecipazione alle manifestazioni di arte decorativa, in Italia e all’estero.
Informazioni utili
Produzione: Fondazione Giorgio Cini onlus e Pentagram Stiftung Titolo: Paolo Venini e la sua fornace Curatore: Marino Barovier Fino all’8 gennaio 2017
Orari: 10–19, chiuso il mercoledì
Sede: LE STANZE DEL VETRO, Fondazione Giorgio Cini Indirizzo: Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Biglietteria: ingresso libero Catalogo: Skira, a cura di Marino Barovier e Carla Sonego
Info: info@lestanzedelvetro.org, info@cini.it Web: www.lestanzedelvetro.org, www.cini.it
Come arrivare: Per arrivare all’Isola di San Giorgio Maggiore è possibile prendere il vaporetto della linea Actv 2 con fermata San Giorgio in partenza da: San Zaccaria (durata del viaggio di circa 3 minuti) Ferrovia (durata del viaggio di circa 45 minuti) Piazzale Roma (durata del viaggio di circa 40 minuti) Tronchetto (durata del viaggio di circa 35 minuti)
Per maggiori informazioni: Fondazione Giorgio Cini T. +39 041 2710280 www.cini.it LE STANZE DEL VETRO T. +39 345 2535925 www.lestanzedelvetro.org