NEW YORK – Sono 21 i grandi marchi dell’alimentare del made in Italy che si sono uniti e hanno lanciato insieme dalla capitale del mondo ‘Italia del Gusto’, il consorzio che vuole diventare “lo strumento di punta per conquistare i mercati internazionali e per riaffermare il primato della gastronomia tricolore”.
Nel complesso, il gruppo ha un fatturato aggregato di oltre 25 miliardi di euro e annovera attori di primo piano come Parmalat, Barilla, gruppo Veronesi (Negroni, Montorsi e Aia), Cremonini, Conserve Italia, Rana e illy, mentre a breve altre 30 società del settore, anche del caffè, si aggiungeranno.
«Si tratta di aziende che rappresentano più del 60% delle esportazioni agroalimentari italiane», ha detto Giovanni Rana, a capo dell’omonima azienda di tortellini e pasta fresca.
«Il nostro obiettivo – aggiunge nel corso della presentazione della iniziativa organizzata dall’Ice (Istituto nazionale per il commercio estero) – è promuovere all’estero il gusto e la cultura del mangiare italiano grazie alla distribuzione dei prodotti di marca e di alta qualità. Come la moda ha diffuso l’Italian Style nel mondo, così l’Italia del Gusto si propone di diffondere l’Italian Taste».
Per il ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro, è «la qualità» l’arma vincente per affermarsi all’estero, visto che i consumi in Italia o sono fermi o addirittura in calo.
«È necessario – ha detto – far capire al consumatore statunitense e poi di tutto il mondo perchè si deve e perchè conviene mangiare italiano».
Il nodo, per De Castro, è poi la lotta all’agropirateria: ad esempio, osserva, «in base a una recente ricerca dell’Ice, nove prodotti su dieci nei mercati americani, presentati come italiani sono fatti negli Stati Uniti>, ma anche in Cina come il caffè Italian style.
In questo ambito, come dirà in seguito il ministro nel corso del pranzo di lavoro organizzato dal Gei (il Gruppo Esponenti Italiani guidato da Lucio Caputo), è stato raggiunto un accordo con gli Usa per la qualità dei prodotti, «con un gruppo di lavoro su temi di interesse prioritario come le identificazioni geografiche e le biotecnologie in agricoltura».
Comunque, un buon esempio da seguire è quello del vino che da posizioni di retroguardia è diventato non soltanto leader dell’export sui mercati Usa, ma ha raggiunto anche un valore commerciale che è pari a un miliardo di euro, quasi la metà dell’interscambio alimentare italiano, osserva Giovanni Mafodda, responsabile del settore dell’Ice.
Italia del Gusto, la prima multinazionale nata per promuovere il prodotto italiano di marca nel mondo, investirà circa 20 milioni di euro il prossimo anno per la promozione, dice il vicepresidente Paolo Dalcò. E farà anche da apripista alle piccole imprese che vogliono puntare sull’estero.