MILANO – Ma che cosa rappresenta esattamente la Lvmh, Louis Vuitton Moët Hennessy S.A.? Innanzitutto, in Italia ha la sua sede in via Tonale 26 . Ora è entrata anche nel campo della caffetteria attraverso l’acquisizione dell’80% del marchio Cova.
Ecco quindi una scheda sintetica. Ricavata dal confronto di diverse fonti, della holding francese specializzata in beni di lusso.
Nel 2012 i ricavi in tutto il mondo erano di 28,1 miliardi di euro. Quindi, ha realizzato utili per 3,1. Unico concorrente è ormai il gruppo Pinault-Primtemps-Redoute (Ppr).
La Lvmh
Ha la sede principale a Parigi. E’ poi quotata alla Borsa della capitale francese Cac 40. E ancora, nel 2010 dichiarava 83.100 dipendenti (oggi dovrebbero essere 77.000). Ben il 40% di questi lavora in patria.
La Lvmh inoltre, ha sempre avuto la caratteristica di vendere i propri prodotti solo nei propri negozi. (circa 2.400 in giro per il mondo); o in alcuni negozi ben determinati. (generalmente i più prestigiosi, per esempio i magazzini Harrods). Mantenendo così il livello elitario del marchio e il conseguente prezzo elevato.
Dalla holding dipendono una sessantina di società
Ora anche quella che gestisce il marchio Cova, ognuna delle quali si occupa di alcuni marchi di prestigio. Il gruppo Lvmh è stato creato nel 1987 con la fusione di due aziende.
Louis Vuitton e Moët Hennessy
Un’impresa specializzata negli accessori di moda, fondata nel 1834; e Moët Hennessy; un’impresa specializzata nei vini e alcolici creata nel 1971.
A causa di disaccordi profondi intervenuti tra le due parti, una terza parte intervenne nella mediazione. Era Bernard Arnault; già presidente e proprietario del gruppo.
Arnault e la banca Lazard
Ha implementato così una struttura finanziaria sofisticata. E’ questa ad avergli permesso di controllare il gruppo. Grazie ad una partecipazione minoritaria del 4%, suddivisa poi in 10 Holdings.
Quindici anni dopo, e dopo numerose acquisizioni Lvmh diviene leader mondiale del lusso. Oggi il suo portafoglio è composto da più di 60 marchi.
La Lvmh verso l’internazionalizzazione
L’azienda infatti cerca, forte di utili stratosferici nonostante i tempi di crisi, di ampliare la propria internazionalizzazione. Prendendo il controllo di grandi marchi italiani ed americani della moda.
Questa strategia di accelerata si è tradotta nell’acquisizione recente di marchi, principalmente stranieri. Nel corso degli anni 1999 e 2000 più di 25 marche sono passate sotto il controllo di Lvmh.
Queste operazioni si sono realizzate in un contesto di concorrenza esacerbata in seguito all‘entrata nel settore del gruppo Pinault-Primtemps-Redoute (Ppr). Questa ha impedito ad Lvmh di prendere il controllo del gruppo fiorentino Gucci nel marzo del 1999.
Nel marzo 2011 entra a far parte del gruppo un’altra azienda: Bulgari.
Ecco l’elenco, in continua evoluzione, dei marchi controllati
Vini e alcolici
10 Cane Rum, Ardbeg, Belvedere; Bodegas Chandon, Cape Mentelle, Château d’Yquem.
Cheval des Andes, Cloudy Bay, Domaine Chandon California;
Domaine Chandon Australia, Glenmorangie, Hennessy.
Krug, Mercier, Moët et Chandon (incluso Dom Pérignon);
Newton, Numanthia, Ruinart.
Terrazas de los Andes, Veuve Clicquot, Wenjun.
Orologi e gioielli
Bulgari, Chaumet, De Beers Diamond Jewellers;
Dior Watches, Fred Joaillier, TAG Heuer.
Zenith International S.A., Hublot.
Prodotti di moda
Dior
Louis Vuitton
Fendi
Berluti
Céline
Donna Karan
Nowness
Emilio Pucci
Givenchy
Kenzo
Loewe
Marc Jacobs
StefanoBi
Thomas Pink
Bvlgari
Distribuzione
DFS Selective Retailing
Sephora
La Samaritaine
Le Bon Marché
Starboard Cruise Services
Profumi
Parfums Christian Dior
Guerlain
Parfums Givenchy
Kenzo Parfums
Acqua di Parma
BeneFit Cosmetics
Fresh
Perfumes Loewe
Make Up For Ever
Laflachère
Altri settori d’attività
Groupe Les Echos (editoria)
Royal Van Lent
Jardin d’Acclimatation