MILANO – Il gruppo da due: che cos’è? Quando si entra in un bar gli ordini sono tra i più disparati (macchiato, lungo, doppio, corretto e chi più ne ha più ne metta). Ma quanti sanno e chiederebbero al barista di erogare dal gruppo da due? La macchina del caffè è spesso un elemento dato per scontato tanto dall’operatore dietro al bancone, quanto e a maggior ragione dal consumatore. Ecco che cosa potrebbe esigere un esperto della bevanda come Luigi Odello, quando si avventura in una caffetteria.
Gruppo da due: la condivisione della tazzina dal principio
Ormai lo sanno, non devo neppure chiederlo, quando entro in certi bar il barista riesce a commuovermi facendomi l’espresso con il gruppo da due. Non parlo solo del mio bar di Brescia, ma anche di altri in giro per la penisola che, pur vedendomi solo qualche volta all’anno, mi hanno memorizzato.
Eppure non ho mai fatto scenate, semplicemente alla richiesta di esprimere l’ordinazione rispondevo: “Grazie, un caffè, ma può aspettare che lo ordini anche un’altro che così me lo fa con il gruppo da due?”
Quando questo succede i baristi più scafati mi rispondono con un sorriso e attendono il prossimo avventore
Ma non sono pochi quelli che lo fanno subito con il gruppo da due e al manifestare del mio dispiacere che un caffè vada sprecato rispondono: “Non si preoccupi, il secondo lo bevo io”.
Grandi, fantastici professionisti, come baristi e come venditori
Come baristi perché significa che sanno che è più difficile fare un caffè eccellente con il gruppo da uno, per tanto impegno ci possano mettere. Il filtro ha una geometria diversa, l’acqua attraversa in modo differente il panello del caffè; tanto che quasi mai ha lo stesso residuo secco di quello fatto con il gruppo da due tazzine. Ne va di mezzo in primis il corpo, e poi anche l’intensità dell’aroma e la persistenza in bocca del medesimo.
Fantastici anche come venditori, perché hanno saputo inquadrarmi come un consumatore sapiente che non potrà più lasciare un bar dove ha trovato una simile cortesia. Nulla a che vedere con quella parte del mondo che l’espresso lo fa con 19 grammi, quasi un doppio sottoestratto che mai conosce i principi dell’architettura del gusto. L’Espresso Italiano si fa con 7,5 grammi, perché la sostenibilità comincia di qui, dal risparmio. Piuttosto paghiamolo il doppio e facciamo giungere un po’ di ricchezza ai coltivatori.