ROMA – Luigi Morello presidente del Comitato scientifico del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale, ha commentato l’incontro avvenuto a Roma, per la presentazione della candidatura Unesco de “Il caffè espresso italiano fra cultura, socialità, rito e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli”. Un momento importante, un ulteriore tassello verso il riconoscimento finale che verrà decretato più avanti dalla sede di Parigi dell’Organizzazione dell’Onu.
Morello, come commenta questo ulteriore passo avanti nel lungo percorso verso il riconoscimento?
“E’ un primo traguardo e così come tutti i progetti importanti avviene attraverso un percorso. Che è stato quello di unire tutte le comunità emblematiche, trovando tutti i punti di unione e non di divisione, in modo da presentare un’unica candidatura al Governo. Questo è stato il primo grande obiettivo che si è tenuto in questo cammino che è iniziato sette anni fa.
A Roma è avvenuta la firma del ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli e così il Ministero dell’agricoltura si farà sponsor dell’espresso italiano verso il Governo, che poi dovrà accettare o meno la candidatura da portare alla sede centrale di Parigi dell’Unesco. Questo da parte del ministero dell’agricoltura è il primo sì, che poi presenterà insieme a tutte le comunità al governo.
La forza del progetto dipende anche da tutte le comunità emblematiche e dalla voce delle amanti del caffè che si faranno sentire con diverse attività e don il sostegno alla comunità rito dell’espresso.
La candidatura all’Unesco si basa sull’appoggio popolare. Il governo percepirà e raccoglierà il consenso per il riconoscimento. L’espresso per sua natura è condivisione, è intimità, è amicizia, quindi siamo fiduciosi che questi valori verranno accolti dal Governo, soprattutto in un momento come questo e renderli ufficialmente patrimonio dell’umanità. “
Durante la conferenza si è discusso anche della carta dei valori da parte delle comunità emblematiche di Torino, Milano, Venezia, Trieste, Bologna, Roma, Napoli, Lecce, Pescara, Palermo, Modica: Morello, che cosa ci racconta di questa avventura?
“Ogni comunità emblematica ha contribuito al progetto e può farsi portavoce di quello che è l’espresso con la propria definizione regionale. La carta dei valori è un manifesto pubblico che facciamo sottoscrivere a tutti i sostenitori del rito dell’espresso, che racchiude i principi presenti in una tazzina per tutto il popolo italiano, che si riconosce nell’espresso e nei valori attraverso il quale si esportano in tutto il mondo.
Parliamo di una bevanda che non è solo della caffeina calda, ma è l’arte, una tradizione che unisce. Quando gli immigrati si trovavano a condividere, lo facevano attorno alla tazzina di caffè. Quando si parla in amicizia, ci si incontra a bere un caffè. Così anche in ufficio, è la pausa caffè il momento più intimo.
Questi elementi, l’inclusione, l’amicizia, la fratellanza, lo scambio, sono propri dell’espresso. Che è il solo che si è fatto portavoce di un modo italiano di berlo, che ha tante sfumature. Il popolo italiano è fatto come una miscela, composto da tante culture, tradizioni, sintomatiche dell’espresso e della tazzina. E noi portiamo nel mondo queste diverse espressioni, questi vari espressi, dall’alpino al napoletano.”
Quali altre iniziative sono previste sul territorio nazionale sabato 26, giornata nazionale del “Rito del caffè espresso italiano”?
Morello: “Ogni comunità emblematica porterà avanti la propria iniziativa. Faccio alcuni esempi: al Mumac a Binasco si condividerà la giornata dell’espresso con l’apertura del museo e la giornata del Fai. Al termine della visita guidata, ci sarà un assaggio di diversi espressi e un racconto dove si proporrà la sottoscrizione alla carta dei valori e quindi alla comunità. Lo stesso avverrà a Bologna, con Essse Caffè e La Spaziale. A Napoli, nel Teatro Trianon, ci saranno degli eventi sul caffè napoletano e poi si stabilirà un collegamento con alcune location che aderiscono all’iniziativa, per fare una rete di diverse comunità tutte unite simbolicamente.
La novità, decisa con il Caffè Gambrinus, è la firma della carta dei valori per tutte le comunità emblematiche. Proponendola anche a Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania, presente alla cerimonia, a nome della Regione Campania. Ufficialmente il dossier è presentato dal Consorzio, e la firma del documento che andrà all’Unesco sarà del Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato, ma si è voluto coinvolgere anche simbolicamente e pubblicamente le comunità in questo processo.”