giovedì 19 Dicembre 2024
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L’Ue: un nuovo accordo per la neutralità climatica

Per la prima volta al mondo un mercato della CO2 coprirà i trasporti via mare. Ma anche quelli via gomma e il riscaldamento e, in futuro, gli inceneritori

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Dopo una maratona negoziale cominciata venerdì alle 11 e conclusa nelle prime ore del mattino del 18 dicembre, le istituzioni europee hanno raggiunto un accordo sui connotati del nuovo mercato della CO2 dei Ventisette, l’Emissions Trading System (Ets). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore riguardo la neutralità climatica.

La neutralità climatica in Europa

MILANO – La Ue compie un grande balzo in avanti sulle misure per arrivare alla neutralità climatica entro metà secolo. Dopo una maratona negoziale cominciata venerdì alle 11 e conclusa nelle prime ore del mattino dl 18 dicembre, le istituzioni europee hanno raggiunto un accordo sui connotati del nuovo mercato della CO2 dei Ventisette, l’Emissions Trading System (Ets). Il sistema che dal 2005 dà un prezzo alle emissioni di CO2 traducendo in pratica il principio “chi inquina paga”.

L’Ets, che nasce oggi per essere il principale strumento dell’azione climatica Ue dei decenni a venire, sarà più grande e non interesserà più solo industria ed energia. Per la prima volta al mondo un mercato della CO2 coprirà i trasporti via mare. Ma anche quelli via gomma e il riscaldamento e, in futuro, gli inceneritori.

Seconda novità senza precedenti è la creazione di un Fondo sociale per il clima con oltre 86 miliardi di euro, di cui l’Ue e gli Stati disporranno per tutelare i cittadini dagli aumenti del costo dell’energia.

Risorse fresche per interventi strutturali, ma una parte potrà essere usata per erogare veri e propri aiuti diretti alle famiglie.

Il terzo inedito è la carbon tax alle frontiere, che applicherà il prezzo della CO2 dell’Ue ai prodotti importati di alcuni settori, per consentire alle imprese europee di competere il più possibile ad armi pari con quelle di Paesi dove le politiche del clima sono meno stringenti, evitando delocalizzazione e perdita di posti di lavoro.

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