martedì 25 Febbraio 2025
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L’Ue dice che la caffeina è nociva, ma se usata nei prodotti fitosanitari

Il consumo moderato di caffeina (dosi singole fino a 200 mg e dosi quotidiane fino a 400 mg), in bevande quali il caffè e il tè, è da considerarsi non pericoloso per i soggetti adulti, come più volte ribadito dalla stessa Efsa

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MILANO – La UE potrebbe mettere al bando la caffeina, anzi no. Molto rumore per nulla, come recita una celebre commedia. Perché a sollevare un polverone, probabilmente inutile, sono stati propri i media del paese di Shakespeare, nel commentare una decisione della Commissione europea, che risale al 31 ottobre scorso, con la quale è stata respinta la richiesta dell’azienda francese Progarein (risalente addirittura al 2018) di approvazione della caffeina come sostanza di base da utilizzare nei prodotti fitosanitari, come insetticida e come molluschicida, in tutte le colture commestibili e non commestibili.

Segnatamente, al Regolamento di esecuzione (UE) 2024/2766 della Commissione, del 30 ottobre 2024, relativo alla non approvazione della 1,3,7-trimetilxantina (caffeina) come sostanza di base in conformità al regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari.

Come si legge nel punto (7) del preambolo: “Secondo la classificazione armonizzata dell’Unione stabilita a norma del regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), la caffeina è nociva per gli esseri umani se ingerita (tossicità acuta, categoria 4).

Per quanto riguarda la salute umana, l’Autorità ha inoltre osservato, sulla base del parere scientifico del gruppo di esperti scientifici dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare, ndr.) sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie sulla sicurezza della caffeina (5), che la caffeina ha effetti nocivi sul sistema cardiovascolare, sull’idratazione e sulla temperatura corporea negli adulti, nonché sul sistema nervoso centrale (sonno, ansia, cambiamenti comportamentali) negli adulti e nei bambini e un effetto negativo correlato al peso alla nascita nelle donne in gravidanza.

A causa dell’assenza di dati, inoltre, l’Autorità non ha potuto concludere la sua valutazione dei rischi non alimentari per gli operatori, i lavoratori, gli astanti e i residenti”.

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