MILANO – Luckin Coffee al capolinea: il delisting dal Nasdaq è ormai cosa fatta. Un esito atteso, che non compromette l’esistenza e l’operatività della catena cinese, ma ne ridimensiona oltremodo le prospettive, soprattutto quelle immediate, oltre a minare la sua già compromessa credibilità finanziaria. La svolta è arrivata nella seconda metà della settimana trascorsa, con un’ulteriore accelerazione degli eventi.
Una prima mazzata, in realtà, c’era stata già nei giorni precedenti. Con un decreto di un tribunale delle isole Cayman, che ha disposto – accogliendo l’istanza dei creditori – la liquidazione di due società off-shore facenti capo al fondatore Lu Zhengyao e alla sua famiglia.
Martedì Luckin ha comunicato di aver ricevuto un ulteriore avviso da parte del Listing Qualifications Staff, a causa della mancata approvazione dei conti 2019.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.