MILANO – Il giocattolo si è rotto: Luckin Coffee, la gioiosa macchina da guerra, che in soli 3 anni era stata capace di surclassare Starbucks in terra cinese è incappata in un brutto pasticciaccio contabile. E ha perso in una sola giornata i tre quarti dei suoi 6,6 miliardi di dollari di capitalizzazione. Un tonfo pazzesco, che infligge un colpo gravissimo alla startup cinese, proprio nel momento in cui gli affari cominciavano a risollevarsi, con il graduale ritorno alla normalità dopo il lockout.
Dando ragione a quanti avevano sollevato, sin dall’inizio, dubbi e perplessità sul modello di business di questa società rampante.
Cosa successo
La bomba è scoppiata nelle mani del management di Luckin ieri mattina, quando la potente startup cinese rendeva noti, in una comunicazione all’autorità borsistica, i risultati preliminari di un’indagine interna.
Il succo: i ricavi dell’esercizio 2019 sono stati gonfiati sin qui per 2,2 miliardi di renminbi: oltre 280 milioni di euro. Circa il 75% del fatturato dei primi 9 mesi, che l’ultima trimestrale dava a 410 milioni di dollari, in crescita del 690% sull’esercizio precedente.
Il colpevole
Trovato il peccato si è scovato subito anche il (presunto) peccatore. Si tratterebbe del direttore operativo Jian Liu e di vari dipendenti che, sotto la sua diretta responsabilità, avrebbero truccato i conti inserendo cifre fittizie.
Liu e gli impiegati coinvolti sarebbero stati sospesi. E la società annuncia azioni legali contro i responsabili, in quanto parte lesa.
Luckin ribadisce che l’indagine è ancora allo stadio preliminare e che le cifre non sono state ancora vagliate dal suo revisore contabile indipendente.
La società si avvale di Kirkland & Ellis, come consulente indipendente e di Fti Consulting, come esperto contabile giudiziario.
E il titolo di Luckin Coffee perde il 75% in un giorno
La notizia ha causato in borsa una deflagrazione devastante. Già in premarket, il titolo lasciava sul campo l’80 del proprio valore. A fine giornata, le perdite erano nell’ordine del 75%.
Eppure Muddy Water aveva denunciato la situazione già a fine gennaio. Luckin è un’azienda “fondamentalmente drogata” aveva scritto l’hedge fund americano in una nota citando un rapporto anonimo che denunciava condotte fraudolente e cifre fittizie.
Il rapporto indicava in particolare una sovrastima del numero di prodotti venduti giornalmente, nell’ordine del 69% nel terzo trimestre e dell’88% nel quarto trimestre dell’anno 2019.
Parlava inoltre di scontrini di vendita sistematicamente gonfiati, per “sostenere artificialmente il modello economico”.
Negli stessi giorni, l’influente società di ricerca Citron Research confutava il rapporto definendolo poco accurato e opponendo le cifre sugli scaricamenti della app di Luckin.
Vari studi legali statunitensi hanno avviato già da settimane azioni collettive contro la catena cinese.
La storia di Luckin Coffee
Fondata nel 2017, dal miliardario Charles Lu Zhengyao, Luckin dichiarava, a inizio 2020, 4.500 punti vendita in Cina, contro i 4.300 di Starbucks.
La sua strategia: puntare sulle zone più periferiche e i grandi centri direzionali e offrire il caffè a prezzi nettamente inferiori rispetto a Starbucks, puntando su tecnologia, pagamenti cashless e delivery.
Ma l’eccezionale espansione si è fondata soprattutto sul forte indebitamento, con una perdita netta di 475,4 milioni di dollari a fine 2018. E ulteriori perdite per 125,27 milioni nei primi 3 mesi del 2019. La società è quotata al Nasdaq dal maggio 2019.