MILANO – La candidatura del caffè espresso italiano tradizionale e del suo rito (arte) ormai è una realtà. Dopo l’approvazione del ministro Patuanelli, la prossima tappa sarà proprio all’Unesco, per conclamare la bevanda tutta italiana come patrimonio culturale. A sostegno di questo riconoscimento tanti torrefattori, coffeelovers e produttori di macchine. Tra questi, si espone anche Lucia Musetti, con la sua azienda tra i fondatori stessi del Comitato italiano della tutela del caffè espresso tradizionale italiano.
Lucia Musetti accoglie la buona notizia per l’espresso
“E’ un’impresa difficoltosa ma necessaria e giusta. Perché il caffè espresso italiano è nato nel nostro Paese e solo dopo è stato imitato dagli altri. Il mio papà ha iniziato nel 1934 e ci sono aziende ancora più antiche. Il caffè espresso è una prerogativa italiana.
Dietro quella tazzina c’è tutta una storia: un prodotto che arriva da Paesi lontani e che arriva in Italia dove poi viene trasformato in espresso. Che abbiamo poi portato all’estero e che qualcuno ha copiato. ”
Lucia Musetti poi conclude con un pensiero: “La situazione della filiera e dei torrefattori ora è critica. Ma la salute viene prima di tutto. Speriamo nella rapida vaccinazione per tornare alla normalità. Per le nostre aziende e i nostri clienti è diventata una realtà molto difficile: abbiamo fiducia nei ristori del Governo per sostenere i nostri dipendenti e le famiglie. Per tornare a bere i caffè nei bar al più presto. Aspettando che arrivino dei giorni migliori per tutti.”