lunedì 23 Dicembre 2024
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Lucia Musetti, ecco la grande donna a capo di una grande torrefazione italiana che ripete: «Qualità, Qualità, qualità»

Caffè Musetti è una realtà importante all'interno del settore torrefattori italiani. Alle spalle del suo successo, c'è una storia di impegno e sacrificio. Soprattutto c'è una donna: Lucia Musetti. Con la quale abbiamo potuto parlare di curiosità. apertura e assaggio

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PONTENURE (Piacenza) – La storia di Caffè Musetti inizia a Piacenza, oltre ottant’anni fa. E da allora l’azienda è sempre cresciuta. Oggi, dalla nuovissima ed infinita sede di Pontenure a pochissimi chilometri dal centro del capoluogo, raggiunge, ben 60 Paesi in 5 continenti Dove esporta oltre il 50 per cento del fatturato che ha superato i 26 milioni. Dati record. Per comprendere lo sviluppo di questa grande torrefazione, abbiamo dato la parola alla sua colonna portante, Lucia Musetti, che oggi, da poco, ha la carica di Presidente onorario. Sostituita nel ruolo operativo di Presidente dal figlio Guido. Una donna, un’imprenditrice, una madre, un essere umano curioso e dinamico.

L’obiettivo della signora Lucia è sempre uno soltanto. Quello di garantire la migliore qualità in tazza. Un risultato che lei e la sua azienda, perseguono con costanza da 80 anni, tra formazione e assaggi. Che la signora effettua sempre, tutti i giorni. Oggi assistita da alcuni strettissimi collaboratori.

Che cosa è il caffè per Lucia Musetti

“Il caffè per me è legato naturalmente al tipo di esperienza che ho vissuto. Pertanto, è importantissimo. Sono nata all’interno dell’azienda di mio padre, dove il caffè era tutto.

Questo, nonostante al tempo, discutere di caffè non era certo la stessa cosa del giorno d’oggi. All’epoca non era così facile parlarne in certi termini, perchè non esisteva la Borsa nè le stesse enormi conoscenze odierne. Non saprei neppure che cosa esattamente abbia ispirato mio padre, che poi è colui che ha avviato tutto.

Il video istituzionale della Torrefazione della Signora Lucia Musetti

In questa avventura è stato affiancato da mia madre, una compagna preziosa per mio padre. Lui era un uomo che innanzitutto amava degustare il caffè. Mentre lei curava più l’aspetto commerciale. Nel tempo poi, le cose si sono sviluppate e ci siamo trasferiti in Viale Abbondanza, a Piacenza.”

Il caffè è la sua vita o la sua vita è il caffè?

“La mia vita è stata dedicata interamente al caffè. Le stesse vicende familiari, mi hanno portata a scegliere di continuare su questa strada.

Una veduta dall'alto della torrefazione Musetti a Pontenure alle porte di Piacenza
Una veduta dall’alto della torrefazione Musetti a Pontenure alle porte di Piacenza

Sembrava fosse l’evoluzione più naturale, in quanto azienda e famiglia, per me, hanno sempre coinciso. All’epoca poi avevo il modello di mia madre, che per il tempo, era un donna piuttosto intraprendente. Era lei che si occupava, alla Borsa di Milano, di aquistare il caffè verde. Da piccola ci andavo anche io e restavo fuori in macchina ad aspettarla.

Ho cominciato ad occuparmi direttamente di caffè, quando frequentavo il liceo classico. Quindi, verso i 20 anni. D’altronde vivevo proprio all’interno dell’azienda. Per me, andare in torrefazione era un’abitudine.”

Essere una donna imprenditrice

Essere una donna al comando di un’impresa è una cosa straordinaria ancora oggi, nel 2018. Com’è stato prendere in mano le redini di un’azienda familiare, nel periodo storico in cui lei ha dovuto ricoprire il massimo ruolo all’interno di Caffè Musetti? Si è dovuta scontrare con quali difficoltà?

“Penso di essermi confrontata con diverse difficoltà, un po’ come capita a tutti. Quindi non in quanto donna, ma in quanto persona.

Infatti, ho dovuto superare degli ostacoli che qualsiasi persona avrebbe saputo affrontare. In più, non sono stata totalmente sola: al mio fianco avevo mio fratello Achille. E poi avevo sempre come riferimento, l’esempio di mia madre.”

Una veduta dall'alto della torrefazione Musetti a Pontenure alle porte di Piacenza
Un’altra veduta dall’alto della torrefazione Musetti a Pontenure alle porte di Piacenza

Prima di lei un’altra donna ha preso il comando della torrefazione: sua madre ha dovuto assumersi le responsabilità dell’attività imprenditoriale, negli anni ’70.

Che cosa le ha trasmesso in quanto modello femminile?

“La tenancia, innanzitutto. Poi molto ottimismo. Io non lo sono mai stata tendenzialmente per indole, e mi metto spesso in discussione.

Lei invece no, non è mai stata turbata, nonostante si sia misurata con dei tempi e una cultura diversa. Per me è stata sicuramente un grande esempio.”

Lucia Musetti
La Signora Lucia Musetti

Solitamente, sbagliando, si pensa che una donna debba operare una scelta drastica tra carriera e famiglia

Proprio lei, così come sua madre, ha ampiamente dimostrato che una donna può invece posizionarsi ai vertici di un’azienda senza rinunciare alla maternità.

Che messaggio vorrebbe lanciare alle lavoratrici di questi anni?

“Non mi sento così diversa da quelle ragazze che hanno lavorato e lavorano tuttora con noi. Ancora oggi nella nostra azienda ci sono tante donne.

Devono essere in gamba, perchè devono misurarsi su più fronti. Perché è vero che, la cura dei figli, viene ancora affidata spesso alle donne. Eppure, questa condizione, mi sembra piuttosto consequenziale.”

Ci può raccontare quali e quante mansioni lei svolge all’interno della Caffè Musetti?

caffè musetti
Cup tasting Caffè Musetti

“Mi dedico soprattutto agli acquisti di caffè verde e agli assaggi. Per quest’ultimo compito, collaboro con altre due persone. Invece mio figlio Guido si occupa della gestione dell’azienda in affiancamento alla direzione generale.”

Dopo 80 anni di attività, possiamo definire Caffè Musetti come una solida realtà all’interno dei torrefattori italiani

Questo per un costante e inesauribile lavoro coordinato tra tutti i membri della famiglia. Ma, è possibile che questo destino famigliare l’abbia indirizzata lungo un percorso prestabilito?

Torrefazione Musetti
Nella foto i partecipanti alla calibrazione Sca presso la torrefazione Musetti: Alessandro Galtieri, Simone Cattani, Paul Meikle- Janney, Andrea Sguazzin, Chiara Bergonzi, Luigi Lupi, Gabriele Cortopassi e Davide Cobelli

Che cosa avrebbe voluto fare la Lucia Musetti che si è affacciata al mondo del lavoro?

“E’ una domanda che in effetti non mi sono mai posta, perché nessuno conosce il proprio destino. Però, ancora una volta, mi rivolgo all’esempio di mamma, che io ho osservato tantissime volte all’opera e mi ha sempre ispirato.

Sono state le vicende della vita, prima la morte di mio padre e poi quella di mio fratello Achille, ad aver cambiato il corso della mia esistenza, caricandomi di tante responsabilità. Ho acquistato la parte di mio fratello e per me è stata quindi quasi una necessità continuare anche da sola, con i miei collaboratori.

Al di là del caffè però, mi piace molto la storia dell’arte, e subisco il fascino delle cose belle. Questo mio aspetto però, resta una caratteristica che posso applicare anche nel mondo del caffè.”

Negli ultimi anni abbiamo assistito al passaggio di testimone a suo figlio Guido.

Guido Sicuro, figlio della Signora Lucia Musetti e presidente della Torrefazione Caffè Musetti
Guido Sicuro, figlio della Signora Lucia Musetti e presidente della Torrefazione Caffè Musetti

Che cosa pensa che cambierà ora che Caffè Musetti è tornata sotto la guida di un uomo, dopo così tanti anni?

“Mio figlio dovrà sicuramente portare avanti questa nostra attività. Lui è molto bravo nella gestione commerciale. E nel coordinamento tra i reparti dell’azienda.”

Quali sono le prospettive del caffè italiano

“Il nostro Paese resta molto legata all’espresso. Questo, da una parte ci aiuta, perchè all’estero risuona un po’ come una parola magica.

Tuttavia, dovremmo essere più aperti alle altre maniere di trattare il prodotto, perchè le esigenze del mercato lo richiedono. Bisogna quindi imparare i metodi alternativi di estrazione e come lavorare con la materia prima. Proprio per questo, nella nostra Coffee Academy, che occupa un’area di 250 metri quadrati nella sede di Pontenure, offriamo la possibilità di formarsi anche sotto questi aspetti.”

Lo store della Torrefazione Musetti
Lo store della Torrefazione Musetti

Pensa di avere ancora delle sfide da superare in quanto donna e imprenditrice, oppure sente di aver raggiunto tutti gli obiettivi?

“Non si raggiungono mai tutti gli obiettivi. Purtroppo però, mi devo rendere conto che ormai per me è giunto il momento di passare il testimone. Tuttavia, finché riuscirò, verrò a lavorare in torrefazione. Anche oggi sono qui.”

Tutti i suoi collaboratori sono innamorati del caffè, oppure la loro passione è nata lavorando?

“È difficile assumere qualcuno innamorato del caffè. Non sempre è possibile. E’ più facile trasmettere la passione. Alcuni ragazzi sono già degli amanti del caffè e, di conseguenza, si avvicinano al prodotto. Però non è detto che, chi lavora in torrefazione sia, sin dal principio, appassionato.”

Lo store della Torrefazione Musetti a Pontenure alle porte di Piacenza
Lo store della Torrefazione Musetti a Pontenure alle porte di Piacenza

Nella sua azienda, con Luigi Lupi, la Latte art si è formata. Da qui si è imposta e diffusa in tutto il mondo

Che cosa ne pensa di questo ramo della caffetteria che qualcuno disprezza come inutile?

“Quando si intraprende un percorso professionale, si arriva sempre ad un punto in cui è necessario arricchire le proprie competenze.

Io, in quanto persona semplice, confido si debba partire dalle basi: quindi proprio dalla preparazione dell’espresso. Una volta che si è in grado di padroneggiare la tazzina, si può pensare di specializzarsi in altro. La Latte art è proprio quella cosa in più che arriva in un secondo momento e arricchisce il cappuccino.”

Prodotti Caffè Musetti
Prodotti Caffè Musetti

La Latte Art però di solito è quella specialità che attira di più i visitatori delle fiere, nelle esibizioni, in televisione. Come mai?

“Perché la vera attrazione per chi è di passaggio, resta l’estetica. Gli operatori invece, sono sempre attenti alla tecnica: perché la priorità resta quella di servire un prodotto ben fatto al cliente.”

Capitolo finanziamenti ai baristi

Uno degli aspetti più controversi del settore del caffè. Lei che cosa ne pensa?

“Noi non facciamo finanziamenti. Noi proponiamo dei contratti che prevedono degli sconti sul prodotto applicabili nel corso dell’anno. Oppure abbiamo formulato dei premi di pubblicità, al fine di essere esposti come marchio nei locali. Però sempre in maniera consona e trasparente.”

I qualificati di una gara svolta all'interno della torrefazione Musetti di Pontenure (Piacenza)
I qualificati di una gara svolta all’interno della torrefazione Musetti di Pontenure (Piacenza)

Tutte le torrefazioni hanno il loro animo culturale. Lei ha mai promosso libri celebrativi, pubblicazioni?

“Abbiamo qualche volta organizzato degli eventi per mantenere i contatti con gli agenti più distanti e, attraverso di loro, la clientela più curiosa.

Lo abbiamo fatto innanzitutto per mostrare loro com’è la nostra azienda. In secondo luogo, per aiutarli nella loro attività. Adesso, sempre attraverso la nostra Coffee Academy, vorrei insegnare oltre la macinatura, la granulometria, il montaggio del latte, anche l’economia. Per comprendere meglio come gestire un bar.”

A chi assegnerebbe questo corso di economia della gestione del bar?

“Sceglierei qualcuno che ha studiato economia e che, soprattutto, capisca la parte commerciale. Penso per esempio ad un bravo commercialista, che però sappia trattare con i clienti nei bar.”

Che cosa ci dice delle specialità della Casa?

Il negozio online della Torrefazione caffè Musetti
Il negozio online della Torrefazione caffè Musetti

“La specialità? La intendo come la continua ricerca della qualità del caffè. Più che altro perchè questo aspetto è ancora molto banalizzato.

E’ invece necessario far capire ai consumatori, che non tutti i caffè sono uguali. Pensiamo anche solo alla natura e al clima, che hanno modificato l’assaggio che ho fatto negli anni, il gusto, gli aromi. Si deve quindi sempre cercare di modificarsi e trasmettere questa cura ai clienti.

Abbiamo dunque semplificato le miscele, perchè averne troppe crea solo confusione. Nella nostra offerta, compaiono solamente la miscela Paradiso e la Cremissimo, la Grand Cru e la Gold Cuvèe. Andiamo verso la semplificazione, così da poter fare più attenzione con la qualità.

Quando qualcuno mi chiede di parlare delle nostre specialità, resto sul vago rispetto alle singole proposte della nostra azienda. Questo perché, intendo il prodotto come un fattore basilare e noi, ovviamente, lo produciamo regolarmente.

Caffè Musetti: capsule Nespresso compatibili
Caffè Musetti: capsule Nespresso compatibili

Invece, con la specialità di Caffè Musetti, vorrei far coincidere la qualità. Perchè vogliamo sempre dare il meglio ai nostri clienti e noi di Musetti stiamo molto attenti ai nostri clienti.”

Monorigini, oggi tanto di moda

Lei che è un’esperta anche di assaggi e di marketing che cosa ne pensa?

“Nel lavoro si deve sempre creare novità e poi diffondere l’innovazione attraverso l’azienda e i venditori. Quindi, insegnare ai clienti di non banalizzare il prodotto. Questo può avvenire solo attraverso l’assaggio.”

Musetti Lavazza compatibili
Capsule Caffè Musetti Lavazza compatibili

Che cosa è il caffè buono? Come lo si distingue dagli altri?

Quali caratteristiche deve avere un caffè per essere ricomprato?

“Dipende un po’ dal palato di ognuno di noi, dalla cultura individuale. Perché, assaggiare una tazzina di espresso velocemente, non lascia nulla.

Spero però che un cliente scelga di entrare in un locale rispetto a un altro, per la qualità del prodotto e dell’operatore.”

Lei è stata tra i fondatori della Scae in Italia, oggi Sca, idem del Csc, Caffè speciali certificati, poi delle donne del caffè

Che cosa l’ha spinta a queste scelte che, anche viste oggi, sono d’avanguardia?

Caffè Musetti: capsule compatibili Lavazza
Caffè Musetti: capsule compatibili Lavazza

“La curiosità è quello che mi ha sempre guidata. Assieme all’apertura verso il cambiamento e all’interesse di ascoltare tutti. Perché, secondo me, la staticità ti fa crollare. Io neppure rivelo che sono tra i fondatori di Sca in Italia (e, per molto tempo, la Signora Lucia Musetti fu un punto di riferimento di quel movimento nascente; n.d.r.) . Perchè penso che sia una cosa che sia nata naturalmente.”

Il territorio

Per una torrefazione, di qualunque dimensione, è importante avere successo nel suo territorio. E’ sempre vero? E qual è il territorio della sua azienda? Piacenza, l’Italia, il mondo?

“Domanda difficile, perché si aspira a raggiungere zone sempre più lontane. E’ certo che, con il territorio locale, si stringe ovviamente un legame più intimo, si è più conosciuti.

Tuttavia, oggi, la metà del nostro fatturato lo registriamo all’estero. Si  è trattato ovviamente di una crescita avvenuta negli anni, attraverso le Fiere. Tutto è successo perché noi siamo stati soci fondatori del Consorzio Piacenza alimentare. Per il caffè eravamo gli unici operatori presenti sotto questa sigla nelle manifestazioni in tutto il mondo.

In questo modo, abbiamo iniziato a partecipare nei primi eventi, ed in quelle occasioni, il prodotto ha riscontrato molto interesse.”

Ormai però il territorio non c’è più, con la digitalizzazione

“Le vendite online derivano forse dalla curiosità per l’espresso. Ci sono innovazioni come quelle delle capsule e delle cialde, che le famiglie acquistano proprio sul web. Sono molto soddisfatta dell’online.

La Coffee Academy è stato un investimento importante per Caffè Musetti e non soltanto in termini economici. Perché lo ha fatto?

“Abbiamo investito nella formazione, per chiudere un cerchio. Questo passo infatti, era ormai necessario per coinvolgere i clienti che si affacciano in questo settore.

Era essenziale insegnare loro come, per esempio, preparare un cappuccino. Ci siamo quindi impegnati a raggiungere il massimo livello delle certificazioni, perchè è importante aggiornarsi continuamente.”

Luigi Lupi è tra i padri riconosciuti della Latte art mondiale ed ha cominciato proprio qui

Come ha fatto a scoprire queste sue capacità?

“Prima di tutto Luigi Lupi, che è di Piacenza, era un nostro cliente importante e gestiva un bar. Inoltre, aveva una predisposizione e noi l’abbiamo scoperto.

La Latte art è venuta fuori col tempo. Sembra banale, ma oltre i disegni, è importante prima di tutto la qualità del latte utilizzato e saperlo montare bene.”

E adesso la campione italiana in carica, Manuela Fensore, è spinta proprio da lei, signora Musetti

Di nuovo una donna, come già fu con Chiara Bergonzi. Come le ha conosciute?

“Attraverso il nostro ufficio di comunicazione che osserva le diverse attività legate al settore, teniamo sempre d’occhio le novità. Un nostro agente ha notato questi talenti, che poi sono venuti, e vengono qui ad esercitarsi.”

Come spiega questo loro successo?

“Con la curiosità della gente, ancora una volta. Vedere una ragazza giovane che crea queste opere con il latte, è una novità. Qualche volta poi, anche l’assaggio conquista i clienti. E’ molto semplice, a volte, lavorare bene senza montarsi la testa.

Cosa comporterebbe per il vostro marchio, se Manuela Fensore conquistasse il titolo mondiale a Belo Horizonte?

“Se Manuela Fensore vincesse i mondiali, mi complimenterei con lei. Noi l’abbiamo aiutata, ma lei è molto brava di suo. Una capacità innata. Spero che con questo modo di procedere si capisca soprattutto che la nostra azienda è sempre pronta a sperimentare. Continuiamo su questa strada. Sempre nello spirito del confronto.”

Lei cosa pensa delle capsule?

“Noi che siamo nati nell’espresso, preferiamo le cialde perché contengono più grammi di caffè. E non danno problemi ambientali. Tra l’altro le nostre cialde sono realizzate con carta totalemte priva di plastica, che non è stato facile trovare. E le due parti della cialda sono unite con una speciale colla che è totalemnte compostabile”

Lei è rimasta fedele allo standard Ese di cui pochi sanno e di cui si parla poco. Come mai?

“E’ un consorzio e sono pochi che l’hanno capito. Più che altro i grandi. Però, è sempre una spinta verso il cambiamento e ad andare avanti. Non si può restare fermi.”

Che cos’è per lei la qualità?

“La qualità è una questione molto variegata. Partiamo dalla base, che sarebbe la qualità del prodotto, poi di come viene eseguito in torrefazione il confezionamento. Restano cooinvolte molte persone, la costanza e il controllo. Poi, l’ultimo tassello è la comunicazione.”

Il vending: che rapporto ha la sua azienda con la distribuzione automatica?

“Molto poco. Perché è molto difficile. Ora abbiamo un settore specifico che se ne occupa. Ma, attualmente, noi non siamo nel vending. Non voglio dire che nella distribuzione automatica il caffè non sia buono. Ma il prezzo è un fattore che frena. Il caffè della macchinetta costa poco. Non comprerei un caffè alle macchinette. Ma ognuno di noi segue la propria ispirazione.”

Il costruttore di macchine automatiche De’Longhi, ha scelto l’eccellenza delle torrefazioni italiane, ma di piccole dimensioni.

Che cosa ne pensa?

“Che sia un’iniziativa che testimonia ancora una volta, che il mondo è sempre in movimento. Oggi esistono delle piccole realtà, a dimostrazione che qualcuno vuole scegliere ancora questa strada. Si tenta sempre di fare il proprio meglio.

Bisogna esaminare poi il gusto dei bevitori di caffè. Io penso al futuro, soprattutto quando vedo mio figlio Guido. Ho poi tanti collaboratori e collaboratrici. Tra cui si contano tante donne.”

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