LIDO DELLE NAZIONI (Ferrara) – Il 31 maggio si è conclusa la finale italiana della Meinl Barista Cup 2024. Dopo una sfida che ha visto il confronto di dieci concorrenti nelle categorie di miglior espresso, cappuccino e signature drink, il barista Luca Riccardi del bar Attymo di Terni si è aggiudicato la vittoria e competerà alla finale internazionale a Vienna il 19 settembre.
Al momento della vittoria, commosso, ha esclamato: “Pochi giorni fa è stata la recita di mio figlio di 5 anni a cui non ho potuto assistere. Quando gli ho comunicato che non sarei stato presente per la gara lui mi ha confortato dicendo ‘non preoccuparti papà, l’importante è che torni vincitore’. È andata bene”.
Luca Riccardi ha proposto come signature drink ai giudici il suo Zagara Coffee con caffè espresso, 20 ml di kraken rum, 20 ml di Cointreau, 20 ml di creme de cacao, menta in foglie, fetta d’arancia, zucchero di canna, cannella, nocciola e chinotto.
La preparazione
Sul fondo del bicchiere, Riccardi ha posizionato una fetta di arancia e una foglia di menta su cui ha poggiato il cubo di ghiaccio Hoshizaki.
In seguito, il campione ha riempito lo shaker fino a metà con il ghiaccio e ha inserito una foglia di menta, un pizzico di cannella e 1 grammo di zucchero di canna.
Subito dopo, è stato versato il rum, il Cointreau e la creme de cacao. Riccardi ha poi aggiunto 2 cucchiaini di succo di yuzu, agrume giapponese, ed una estrazione doppia in tazza grande di espresso Belvedere.
Dopo aver shakerato e versato il tutto, Riccardi ha finito la preparazione del cocktail con 20 ml di chinotto versati direttamente sulla coppa. Per la decorazione, il barista ha messo sopra il cubo di ghiaccio una foglia di menta e granella di nocciola.
Riccardi, come è nata la passione per il caffè e il bar?
“Tutto è cominciato da un mio amico torrefattore che un giorno mi ha fatto visitare la sua azienda.
Mi ha fatto vedere come si processava il caffè, dal verde al tostato, le varie sfaccettature del chicco e la curva di tostatura.
Io ero già un barista da circa dieci anni e da lì ho identificato il mio ruolo preciso in caffetteria”.
Riccardi, come si è preparato per questa gara?
“L’aspetto più impegnativo è stata senza dubbio la preparazione del cocktail. Non credo di essere troppo portato a livello di mixology.
Per il resto ho creato la figura del cappuccino più difficile che conosco, il tulip reverse, e per l’espresso ho utilizzato invece la ricetta personale che utilizzo al bar: 16,5 grammi per 25 secondi. La temperatura è stata di 94,6 gradi”.
Quanto è importante il ruolo della formazione e della sperimentazione dietro al bancone?
“Ha giocato un ruolo fondamentale per appassionarmi e per capire il modo giusto di lavorare e di migliorare. “