MILANO – “A qualche giorno dalla seconda inchiesta di Report concentrata sul caffè, dove sono state analizzate capsule di diverse aziende, di nuovo un giudizio severo è arrivato dal caffesperto Andrej Godina, andando a colpire il gusto dell’espresso napoletano. Un servizio giornalistico che non ha trovato tutti d’accordo, anzi. Contribuiamo a dar spazio allo scambio di opinioni e punti di vista, pubblicando l’intervento di Luca Carbonelli, titolare dell’azienda napoletana Caffè Carbonelli. Su twitter, @lucacarbonelli.
Il quale ha esposto la sua volontà di vedere unite le aziende del Nord e del Sud, insieme per la diffusione della cultura del prodotto. Senza più fare distinzioni con accezioni negative tra specialty e caffè napoletano e tra imprese settentrionali e meridionali. Il settore va avanti insieme, entrambe le soluzioni sono valide, senza il bisogno di screditare una tradizione rispetto a un’altra in nome delle regole di mercato.
Ecco il suo commento rispetto alla puntata andata in onda su Rai 3.
di Luca Carbonelli
Ancora sulla cattiva informazione di Report sul caffè
È ora di fare chiarezza. Continuano ad arrivarmi messaggi di amici, clienti, e persone che intercettano il mio profilo e mi chiedono conferme o smentite sulle insinuazioni di #Report e dell’esperto Godina sul caffè espresso napoletano, oltre che sulle capsule di caffè.
Il consiglio di Luca Carbonelli è sempre lo stesso: informatevi bene su tutto, leggete, fate domande
Informatevi su chi sono gli autori di certi servizi giornalistici che dovrebbero avere in sovrimpressione la dicitura “messaggio promozionale”. E ancora informatevi sulle relazioni che ci sono tra gli autori e le aziende promosse nei servizi. Informatevi sul mercato del caffè.
Solo così potete farvi un’idea chiara sulla questione.L’Ordine dei giornalisti per la sua serietà, per tutelare la professione più bella ed utile per la società, il giornalismo, mestiere che dovrebbe diffondere informazione totale ed imparziale, dovrebbe iniziare ad indagare su alcuni servizi che puntano i riflettori sul settore del caffè.
A partire da quelli banali come questo di Scatti di Gusto, degni di menzione soltanto per la meschinità con cui, sfacciatamente, gli autori e i soggetti del post sono legati da conflitti di interessi grossi quanto una casa.
Articoli del genere sono strettamente collegati alle inchieste/markette di Report, tanto che le puntate vengono incorporate all’interno del post in questione.
Che squallore!
E non avrebbero avuto da parte mia tanta attenzione se non fosse stato per questo dettaglio.
Da anni è in atto una campagna orientata a screditare l’espresso napoletano per incrementare le vendite degli specialty coffee, notoriamente più diffusi al nord. Anche se in quantità esigua, direttamente proporzionale al fatturato delle aziende che li propongono. Il tentativo di incrementarne il consumo è legittimo, ed io spero ci si riesca. Siamo vicini dal proporre anche noi la nostra linea specialty.
Luca Carbonelli: il punto è proprio questo
Non ci sarebbe nulla di male se si dichiarassero questi post come “sponsorizzati” o se si dichiarasse il legame che vi è tra i soggetti citati, gli autori, i “giudici” di alcuni servizi, con le aziende menzionate negli stessi servizi. Non ci sarebbe nulla di male se, di riflesso, in contrapposizione, non ci fosse il barbaro tentativo di denigrare le aziende del sud, l’espresso napoletano. E, infine, gli imprenditori e la cultura legata a Napoli.
Una riflessione a partire da HostMilano
Si è appena conclusa una fiera, i cui padiglioni espositivi orientati al mondo del caffè sono occupati, per la quasi totalità dell’area espositiva, da aziende di tutta Italia (prevalentemente del sud) che producono Caffè espresso napoletano nelle sue varianti, e invece cosa si evince in questo articolo come “attrazione della fiera”? Indovinate un po’?
L’ordine dei giornalisti e il suo presidente devono aprire gli occhi; ché dietro queste parzialità, dietro questa informazione inesatta, dietro questo tentativo di promozione travestito da giornalismo, c’è un’azione diffamatoria contro Napoli, le sue aziende produttrici del settore caffè; aziende che danno lavoro a migliaia di persone che sfamano le proprie famiglie.
Se non si porta avanti una informazione corretta e totale, c’è il serio rischio che questi servizi danneggino, a lungo andare seriamente il comparto legato all’espresso napoletano. (è da 5 anni che Report porta avanti queste pseudo inchieste, sempre con gli stessi interpreti e sempre con le medesime conclusioni e allusioni)
E io, nel tentativo di far chiarezza sulla puntata di Report andata in onda il 21 sera, mi son dovuto pure sorbire ieri, in fiera, l’esperto Andrej Godina che mi diceva che “voi napoletani siete chiusi“. Affermazione condivisibile sotto un certo punto di vista. Ma probabilmente ancor più chiuso è chi non vuol andare oltre la propria piccola nicchia di cultura e di mercato.
Luca Carbonelli: mi rivolgo quindi agli imprenditori del sud del settore caffè:
Iniziamo allora a far conoscere a questi signori la dignità, la preparazione, la cultura, degli imprenditori produttori del classico espresso napoletano, che da secoli fanno crescere il comparto, e che dovrebbero soltanto ringraziare se oggi (fortunatamente) si può parlare in Italia anche di specialty coffee.
Luca Carbonelli
Luca Carbonelli racconta anche sul suo profilo Instagram
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