mercoledì 22 Gennaio 2025

Lombardia zona rossa: il nuovo Dpcm dà lo stop a 51mila bar e ristoranti

"Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione - stima la Coldiretti - si fanno però sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. A preoccupare sono anche le limitazioni a carico delle aziende agrituristiche che si trovano in grande difficoltà quest'anno per le misure di contenimento già adottate e il crollo del turismo"

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MILANO – Un altro duro colpo inferto dal virus ha raggiunto la Regione Lombardia, segnalata dal Governo nell’ultimo decreto come zona rossa. Le conseguenze sono nette: chiusura di locali e attività non essenziali per due settimane. Una scelta che ha ripercussioni sui fatturati del settore dei pubblici esercizi impressionante: Coldiretti stima almeno un miliardo di euro di perdita con questo secondo lockdown. Leggiamo i dettagli dal sito ilgiorno.it.

Lombardia: una perdita di fatturato di almeno un miliardo di euro

E’ l’effetto della chiusura per un intero mese degli oltre 51mila tra ristoranti, bar e pizzerie situati in Lombardia. E’ quanto stima la Coldiretti regionale sulle conseguenze di un lockdown per cercare di arginare la diffusione del coronavirus in riferimento all’emanazione del nuovo Dpcm.

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La Lombardia, secondo dati Coldiretti, è la regione italiana con il maggior numero di locali per il consumo di cibo e bevande fuori casa. A livello provinciale, il primo territorio è quello di Milano con oltre 18mila esercizi, seguono Brescia con circa 7mila, Bergamo con più di 5mila, Varese con quasi 4.000 mila locali, Monza e Brianza oltre 3 mila, Pavia e Como con circa 3mila, Mantova con circa 2.000, Cremona con 1.700, Lecco con circa 1.400, Sondrio con 1.100 e infine Lodi con poco meno di 1.000 esercizi dedicati alla ristorazione.

“Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – stima la Coldiretti – si fanno però sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. A preoccupare sono anche le limitazioni a carico delle aziende agrituristiche che si trovano in grande difficoltà quest’anno per le misure di contenimento già adottate e il crollo del turismo. Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti – devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione in un settore chiave del Made in Italy”.

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