VITERBO – Lunedì scorso gli ultimi caffè, poi dal giorno dopo il Caffè Schenardi (foto) ha tirato giù la saracinesca. La Segafredo, titolare della licenza commerciale del locale ma anche dei macchinari e degli arredi, ha detto basta.
Troppo alti i costi per la gestione diretta, businness che tra le altre cose non fa parte degli asset societari. E così i nove dipendenti, tutti ragazzi con contratto a termine o interinali, si trovano senza lavoro. E la città da martedì è costretta a fare (di nuovo) a meno del suo salotto buono. Una specie di chiesa laica, per i viterbesi. Aperta – tra varie chiusure e interregno di Mc Donald’s – da quasi duecento anni. E tutto questo accade in Corso Italia, in un centro storico già ridotto ai minimi termini dalla crisi.
LA DECISIONE
Il gruppo Segafredo, leader nel caffè, nel 2008 rilevò l’attività commerciale dall’imprenditore Primo Panaccia, lasciandogli però la gestione dei 600 metri quadrati del locale (bar, ristorante e pasticceria). Fino alla fine del 2010, quando al posto di Panaccia è subentrata un’altra società che nell’agosto del 2012 si è fatta da parte. Da quel momento fino allo scorso 1° ottobre la Segafredo ha gestito direttamente il locale. Facendo però i conti con costi elevatissimi per mandare avanti il Gran caffè (a partire dal canone di locazione). Sforzi non ricompensati dalle entrate. Da qui la decisione di tirare giù il bandone, lasciando a casa 9 lavoratori.
LE PROSPETTIVE
Spiega Flavio Sarzi, direttore commerciale del gruppo Segafredo: «Invece di cercare l’ennesimo traghettatore per la gestione, e non volendola fare noi in prima persona, abbiamo deciso per il momento di chiudere. Siamo però in trattative con diversi imprenditori. Tra questi c’è anche una cordata locale già impegnata nel mondo dei bar e della pasticceria. Ma non posso dire di più. Di sicuro cerchiamo un partner serio per un progetto di qualità. Insomma, non ci sfiliamo».
L’APPELLO
Ci sono spiragli, dunque, per l’ennesima riapertura, «ma questa volta serve l’aiuto di tutta la città». Il manager nei prossimi giorni ha intenzione di incontrare anche l’amministrazione comunale. Ancora Sarzi: «Come gruppo conosciamo perfettamente l’importanza storica e sociale di Schenardi ecco perché siamo pronti a un confronto con il Comune».
Fonte: il Messaggero