domenica 22 Dicembre 2024
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Locali storici italiani: da Nord a Sud, sono ancora lì nonostante il virus

Hanno almeno 180 anni di storia, alcuni vengono gestiti dalla stessa famiglia da generazioni. Ora un’app li riporta nella modernità e tutti meritano una visita. Alcuni come l’Harry’s Bar a Venezia e il Gilli a Firenze sono pronti a riaccogliere i turisti dopo mesi di chiusura

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MILANO – Tutti i pubblici esercizi hanno sofferto lo scoppio della pandemia, con una mancanza di incassi non solo durante i mesi di lockdown, ma anche durante una Fase 2 caratterizzata da mille restrizioni e dalla paura del contagio. Dei limiti che oggettivamente hanno affossato il settore, ma che non ha spezzato lo spirito di tutti quei luoghi che sono sopravvissuti al tempo, alle crisi economiche, persino alle guerre: diamo un’occhiata lungo lo Stivale, ai tanti locali storici italiani che ancora oggi brillano nelle varie città tricolore. Leggiamo l’articolo esplorativo di Giambattista Marchetto su ilsole24ore.com.

Locali storici italiani da visitare ancora oggi

All’Albergaccio di Sant’Andrea in Percussina, l’esiliato Niccolò Machiavelli scrisse “Il Principe”, mentre al Caffè Greco di Roma Giorgio de Chirico offriva disegni a clienti e camerieri pagandosi un aperitivo in più. Richard Wagner lavorava al “Parsifal” dai tavolini del Caffè Lavena a Venezia aperto nel 1750 (ma il primato di caffè storico va al Florian che quest’anno ha festeggiato i tre secoli) , all’Albergo alla Posta di Caprile (nel Bellunese) Giosuè Carducci terminò la celebre “Davanti a San Guido” e un altro Nobel, Luigi Pirandello, si tratteneva all’Hotel Vittoria a Pesaro per un cocktail inventato dal barman Alfredo e da lui chiamato ‘Calcio di mulo’.

E naturalmente Ernest Hemingway era ospite frequente al Bar Jamaica di Milano, all’Harry’s Bar (che riapre il 27 agosto dopo una chiusura durata mesi come il Gilli a Firenze) ma è passato anche al ristorante 12 Apostoli di Verona con Arnoldo Mondadori e da Manuelina a Recco (Genova) con Ezra Pound.

I locali storiciitaliani hanno visto passare alcuni dei protagonisti della cultura e del costume e per scoprirne i segreti si può sfogliare la Guida Locali storici d’Italia

Il volume, oggi disponibile anche in formato app con geolocalizzazione, propone un viaggio nell’Italia d’altri tempi tra caffè, confetterie, pasticcerie, hotel e ristoranti che hanno aneddoti curiosi legati a personaggi della storia, dell’arte, della politica e del jet-set internazionale.Si possono allora cercare l’ombra di Giuseppe Verdi al Negozio Sperlari di Cremona o l’eco delle risse tra i futuristi Marinetti e Soffici al Gran Caffè Giubbe Rosse di Firenze, ma anche il riverbero a Napoli di Totò al Ristorante La Bersagliera e di Eduardo De Filippo al “suo” tavolo 19 del Ristorante Umberto.

Un 2020 nel segno della mixology

Sono 213 le strutture che legano in un filo ininterrotto di storie ed esperienze da un capo all’altro del Belpaese. E il fil rouge della Guida 2020 è la miscelazione, tra ricette segrete e antichi distillati.Si parte dal tempio dei cocktail, il Caffè Camparino di Milano amato da Verdi e Puccini, da Marinetti e Boccioni, dove è nato il Campari Seltz, per raggiungere le sale liberty del Caffè Meletti ad Ascoli Piceno, casa dell’anisetta perfezionata da Silvio Meletti, passando per la Grapperia Nardini di Bassano del Grappa (VI) dove è stato inventato il Mezzoemezzo (a base di Rabarbaro e Rosso Nardini); ma anche dal caffè Grigolon di Mondovì (CN) dove è nato il rakikò, un amaro a base di radici, erbe e china.Sono locali che hanno inventato l’aperitivo o il primo gelato da passeggio, che celebrano la classica “tazzulella” o la miscela di cacao e spezie orientali, il tartufo bianco e la pastiera napoletana. Sono uno specchio della storia d’Italia.

Generazione dopo generazione i locali storici italiani

Baluardi dello stile e del gusto made in Italy, i locali storici inseriti nella Guida sono attivi in media da circa 180 anni. Il primato è della famiglia Allegrina-Fontana, dal 1702 al timone del Ristorante Corona di San Sebastiano Curone (AL), mentre in Alto Adige l’Hotel Cavallino Bianco di San Candido – Innichen è gestito dalla famiglia Kühebacher da 10 generazioni e l’Hotel Elefante di Bressanone dagli Heiss-Falk per 8 generazioni. A Torino ci sono i più piccoli locali storici del Belpaese, il Caffè Mulassano e il Caffè al Bicerin, ma bisogna spostarsi a Padova e Ascoli Piceno per ammirare gli spazi più grandi, con il complesso monumentale del Caffè Pedrocchi e la palazzina sulla piazza del Popolo del Caffè Meletti.

E le sorprese continuano nelle sale interne: con oltre 300 opere esposte l’Antico Caffè Greco di Roma (che ora ha anche tavolini all’aperto) è la più grande galleria d’arte privata al mondo aperta al pubblico, mentre sono i mobili originali Liberty del 1905 creati dal maestro ebanista milanese Eugenio Quarti a valere al Grande Albergo Ausonia & Hungaria del Lido di Venezia il premio per l’arredo più fedele all’originale.

Primati storici di stile e gusto

L’aperitivo è un rito inventato al Caffè Camparino in Galleria Vittorio Emanuele a Milano all’inizio del Novecento, mentre il discusso gelato da passeggio è una “novità scandalosa” lanciata negli Anni Trenta dal Caffè Fiorio di Torino e destinata a diventare una consumazione d’abitudine nelle generazioni a seguire. Negli stessi anni, fu invece il genio combinato di Gabriele D’Annunzio e Antonio Gioco, patron del Ristorante 12 Apostoli di Verona, ad avviare l’impiattamento sulla via dell’estetica, a partire dagli accostamenti di colore tra cibo e stoviglie.

Inoltre al Caffè Paszkowski di Firenze, negli Anni Venti del Novecento, tenne il primo caffè-concerto un’orchestra tutta al femminile, sfidando il fascismo a suon di foxtrot, e fu nella camera 306 del Grand Hotel et de Milan di Milano che il tenore Enrico Caruso e il maestro Gaetano Donizetti al pianoforte registrarono con Frederick Gaisberg “Una furtiva lacrima”, il primo disco piatto della storia.

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