domenica 22 Dicembre 2024
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Locali storici d’Italia: ecco il passato glorioso sino a oggi in una guida

Con nove nuovi locali e 236 in totale – e una nuova grafica - la 36esima edizione è dedicata alle stirpi più longeve che sono al timone dei locali storici d’Italia da cinque e fino a sette generazioni

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MILANO – Famiglie e locali storici legati a doppio filo da cinque, sei e persino sette generazioni. Storie straordinarie, che durano da 150 a oltre 200 anni e continuano in un’epoca che cancella sempre più velocemente il proprio passato. A queste trenta famiglie e ai loro alberghi, ristoranti e caffè pasticcerie- confetterie-grapperie è dedicata la Guida Locali storici d’Italia 2012, che li riunisce e rende loro omaggio e merito nel primato dei locali “più familiari”.

Chi direbbe che da sette generazioni la famiglia Nardini conserva la splendida Grapperia Nardini di Bassano del Grappa (Vicenza), sul celebre Ponte che ispirò la canzone degli Alpini? E che la famiglia Marcucci, che accoglieva il poeta Giovanni Pascoli quando, in calesse, si dirigeva a Castelvecchio, da altrettante generazioni è al fornello del Ristorante Erasmo di Ponte a Moriano, in provincia di Lucca? E ancora sette per la famiglia Renzelli, del Gran Caffè Renzelli di Cosenza, che il 9 marzo del 1844 sentì i patrioti decidere che era il momento di avvertire i fratelli Bandiera che la città era pronta per insorgere contro i Borbone.

Tutti da scoprire anche i musei dell’ospitalità che sei generazioni di una stessa stirpe hanno saputo traghettare fino ai nostri giorni, come il Ristorante Al Capriolo di Vodo di Cadore (Belluno), antica stazione di posta ai piedi delle Dolomiti guidata dalla famiglia Gregori dal 1808; oppure l’Antica Trattoria Suban in collina a Trieste, creatura della famiglia Suban; o, ancora, la Pasticceria Pansa di Amalfi, in provincia di Salerno, dove le sfogliatelle dei Pansa conquistarono Ibsen e Wagner. Eppoi, con cinque generazioni – che sono un secolo e mezzo – l’Hotel De La Poste di Cortina d’Ampezzo, della famiglia Manaigo, con il bar più amato da Hemingway; il Caffè Grande Italia di Sirmione, dove i Pagiaro servivano da bere al Carducci quand’era commissario d’esame sul Garda; la Pasticceria Vigoni di Pavia, dei Vigoni-Magenes che inventarono la torta Paradiso; il Ristorante Osteria di Rubbiara di Nonantola, in provincia di Modena, dal 1862 regno delle ricette storiche modenesi della famiglia Pedroni; Sandri di Perugia, che ha ancora al timone la famiglia Schucani ed è una delle ultime due pasticcerie tuttora guidate dagli eredi degli oltre 100 pasticceri svizzeri che, nel 1800, scesero in Italia in cerca di fortuna e aprirono laboratori e negozi divenuti “miti”; il Ristorante Checchino dal 1887, dei Mariani inventori della coda alla vaccinara; a Palermo, la famiglia Conticello, che nel 1860 rifocillò Garibaldi e i Mille all’Antica Focacceria San Francesco.

Nove nuovi ingressi che portano a quota 236 i locali storici

Il Grande Albergo Ausonia & Hungaria del Lido di Venezia, del 1905, della famiglia Russo: magistralmente restaurato, con la facciata tutta rivestita di preziose maioliche in stile liberty, eleganti sale con parquet, affreschi e mobili originali e tre piani con tutti gli arredi, perfetti, d’inizio Novecento; frequentato all’inizio proprio dall’alta società del Regno d’Ungheria, ha ospitato Sarah Churchill, figlia dello statista inglese, Claudia Cardinale, Jerry Lewis e il principe Edoardo d’Inghilterra.

Il Ristorante Al Colombo di Venezia, del 1891, di Alessandro e Domenico Stanziani, erede della settecentesca locanda “delle tortorelle” come ricorda lo storico Elio Zorzi in “Osterie veneziane”, cenacolo di attori del vicino Teatro Vendramin e oggi Goldoni, ha messo a tavola Stravinsky, Ezra Pound e pittori veneziani come Vedova e Cherubini, le cui opere coprono le pareti accanto a Sironi, de Chirico; salette dall’atmosfera Anni Trenta, raffinati sapori di Venezia e due generazioni al timone.

Il Caffè Pasticceria Grigolon di Mondovì (Cuneo) del 1912, guidato da Barbara Grigolon, piccolo capolavoro Liberty, erede della “Liquoreria Comino” e punto di riferimento della città, fu prima sede ufficiosa della Sezione di Mondovì del Club Alpino Italiano e qui venne inventato il Rakikò, l’amaro di Mondovì; dolci della tradizione, tra paste di meliga e Monregalesi al rhum.

Il Ristorante Il Palma di Alassio (Savona), del 1910, guidato dal superchef Massimo Viglietti, terza generazione del fondatore, pioniere e simbolo del turismo della riviera di Ponente, frequentato da quel Portalupi superstite del naufragio del Titanic e dagli scrittori Primo Levi e Carlo Castellaneta, che lo citò in un romanzo per il raviolo di branzino su zucchine trombette e salsa di crostacei, conserva l’antica palazzina e i locali originali arricchiti di opere d’arte.

Il Caffè Ristorante Excelsior di Portofino (Genova), del 1924, di proprietà della società DAM, è simbolo della dolce vita affacciato sulla celebre piazzetta, rimasto essenziale con pavimenti in pietra di Gerusalemme e volte a crociera; negli anni Venti, lo frequentavano i Colonna, i Borghese, i Torlonia; Marconi, che alloggiava al Miramare di S. Margherita, veniva con il tender per un caffè; nel 1941, ha inventato il gelato “paciugo” ed è passata tutta Hollywood, con Greta Garbo, Humprey Bogart, Clark Gable, Frank Sinatra, Ingrid Bergman.

Il Ristorante Al Vèdel di Colorno (Parma), del 1780, segnalato già nelle mappe napoleoniche del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla e nel primo censimento dell’Italia unita del 1864, è storia del gusto della bassa parmense, tra antiche ricette e prezioso “Culatello di Zibello” prodotto dalla famiglia Bergonzi da sei generazioni e sempre nella stessa casa colonica di famiglia.

L’Antico Caffè della Pace di Roma, del 1891, di proprietà della terza generazione della famiglia Serafini, tre salette-gioiello a un passo da piazza Navona, con arredi e suppellettili in una magica miscela tra barocco, impero e liberty. Il paparazzo Barillari racconta che, intorno al 1960, era ritrovo di esponenti della Scuola di Piazza del Popolo, con i pittori Schifano, Testa, Angeli e Fioroni e che, nei primi Anni Ottanta, nacque qui la Transavanguardia, con il critico Bonito Oliva e i pittori Cucchi, Clemente, Paladino.

L’Hotel Minerva di Sorrento (Napoli), 1878, proprietà Gino Acampora: quando era pensione, dal 1924 al 1932 qui andavano a fare la doccia ogni sabato lo scrittore Maksim Gor’kij e l’amico Vladislav Chodasevic, maggior poeta russo del primo Novecento, che erano ospiti a villa “Il Sorito”, sul lato opposto della strada; oggi l’albergo è un complesso di edifici del 1930 in pietra tufacea rossa, abbarbicati alla roccia sulla via per Massa Lubrense, con vista straordinaria sul Golfo di Napoli.

Il Grand Hotel Royal di Sorrento (Napoli), del 1898, della famiglia Manniello: era l’albergo della nobiltà, che arrivava da tutt’Europa, accolta dalle feste di gran gala sulla terrazza a picco sul mare e lanciata sul Golfo di Napoli; qui scendeva con la famiglia il presidente del Consiglio del Regno d’Italia Francesco Saverio Nitti; conserva la bonaria struttura ottocentesca e spazi interni con linearità novecentesca e arredati con pezzi d’epoca.

Edita dall’Associazione Locali storici d’Italia, libero sodalizio culturale nato nel 1976 e presieduto da Giuseppe Nardini di Bassano, la guida – 272 pagine bilingue italiano-inglese con una nuova veste grafica – è illustrata dal pittore Gianni Renna e diretta da Claudio Guagnini.

La Guida Locali storici viene distribuita gratuitamente dall’Associazione a chi ne fa richiesta, con il solo contributo delle spese postali ed è disponibile presso i locali associati. L’Associazione Locali storici d’Italia, editrice della Guida, è un sodalizio culturale senza scopo di lucro con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che, da 36 anni, promuove con appropriate iniziative editoriali, culturali, turistiche la valorizzazione e la tutela degli antichi locali – alberghi, ristoranti, bar, caffè, pasticcerie, confetterie – che hanno almeno 70 anni di vita e acquisito fama e rinomanza storica attraverso avvenimenti e soste di personaggi celebri. I Locali storici d’Italia sono su Internet agli indirizzi www.localistorici.it , www.localistorici.com , www.historicalplaces.com .

Sette, sei, cinque generazioni ecco chi sono le famiglie dei locali storici

Sette generazioni

Con la vetta straordinaria di sette generazioni troviamo: la Grapperia Nardini sul Ponte di Bassano del Grappa (Vicenza), che ha al timone la famiglia Nardini; la Confetteria Romanengo di Genova, famiglia Romanengo; il Ristorante Lo Stella di Portofino (Genova), famiglia Gazzolo; il Ristorante Erasmo di Ponte a Moriano (Lucca), della famiglia Marcucci; il Caffè dell’Ussero di Pisa, della famiglia Agostini Venerosi della Seta il Gran Caffè Renzelli di Cosenza, della famiglia Renzelli.

Sei generazioni

Con sei generazioni troviamo 5 locali: il Ristorante Al Capriolo di Vodo di Cadore (Belluno), della famiglia Gregori, l’Hotel Alla Posta, di Caprile-Alleghe, della famiglia Pra; l’Antica Trattoria Suban di Trieste, famiglia Suban; il Ristorante Al Vèdel di Colorno (Parma), famiglia Bergonzi la Pasticceria Pansa di Amalfi (Salerno) della famiglia Pansa.

Cinque generazioni nei locali storici

Con cinque generazioni si percorre tutt’Italia in 19 locali storici: l’Hotel Schloss Labers di Merano della famiglia Stapf-Neubert; l’Hotel Croce Bianca di Canazei (Trento) famiglia Detone; l’Hotel De La Poste di Cortina d’Ampezzo (Belluno), famiglia Manaigo; il Ristorante Birraria Ottone di Bassano del Grappa (Vicenza) famiglia Wipflinger; il Caffè Grande Italia di Sirmione (Brescia), famiglia Pagiaro; la Pasticceria Vigoni di Pavia, famiglia Vigoni-Magenes; la Trattoria detta del Bruxaboschi di Genova, famiglia Sciaccaluga; le Pasticcerie Rossignotti di Sestri Levante (Genova), della famiglia Rossignotti; la Trattoria Del Pippo da Ugo di Neirone (Genova), delle famiglie Raffetto-Corsiglia; le Pasticcerie Paolo Atti & figli di Bologna, della famiglia Atti; il Ristorante Osteria di Rubbiara di Nonantola (Modena), della famiglia Pedroni; l’Hotel Royal Victoria di Pisa, famiglia Piegaja; la Pasticceria Sandri di Perugia, famiglia Schucani; l’Hotel Palazzo Seneca e il Granaro del Monte Grotta Azzurra di Norcia (Perugia), della famiglia Bianconi; a Roma, il Ristorante Checchino dal 1887, della famiglia Mariani, e il Ristorante Massimo d’Azeglio, famiglia Bettoja; la Pasticceria Stoppani di Bari, famiglia Grass; a Palermo, l’Antica Focacceria San Francesco, famiglia Conticello, e la Casa del Brodo “dal dottore”, famiglie Catanese-Romeres. Sede: via Tarchetti, 3 – 20121 Milano – Tel. 02 653109

E-mail: info@localistorici.it ; web.

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