MILANO – I prezzi attuali del caffè sono ai massimi nominali degli ultimi cinquant’anni. Ma se consideriamo i valori reali, corretti per inflazione, il quadro che otteniamo è piuttosto diverso. Da un recente report Fao intitolato Global coffee market and recent price developments (autori: El Mamoun Amrouk, Fabio Palmeri ed Emiliano Magrini) abbiamo ripreso il grafico che riproduciamo qui sotto, che riporta l’andamento dell’indicatore composto Ico, espresso a valori costanti del 2010 (in dollari per chilogrammo), sino a dicembre 2024.
Manca dunque l’ulteriore rivalutazione dell’indicatore di oltre il 22% avvenuta da inizio gennaio a metà febbraio, che non modifica comunque il ragionamento di fondo.
Dal grafico possiamo infatti osservare che il massimo picco degli ultimi 35 anni nei valori dell’indicatore è stato, di gran lunga, quello che si è verificato nella seconda metà del 1994: oltre trent’anni fa.

Esso è stato seguito da un ulteriore picco – su valori, però nettamente inferiori, all’inizio del 1997.
Il forte incremento della produzione mondiale, indotto dall’impennata dei prezzi ha portato, a cavallo del millennio, a un crisi da sovrapproduzione, che ha fatto crollare l’indicatore ai minimi storici nei primi anni duemila.
Il trend si è fatto in seguito prevalentemente rialzista, intensificandosi a fine anni duemila. E portando a un nuovo picco a metà 2011.
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