MILANO – Il caffè del domani sarà sempre più caffè robusta: più produttivo e più resiliente. E dunque maggiormente in grado di adattarsi al mutamento climatico. Questa almeno l’indicazione che emerge da uno studio pubblicato da poco su “Crop Science”, prestigiosa rivista scientifica edita da American Society of Agronomy (ASA), Crop Science Society of America (CSSA), e Soil Science Society of America (SSSA).
“Storicamente, i consumatori di caffè preferisco l’arabica per il suo sapore e il suo aroma”, spiega Felipe Ferrao, ricercatore in scienze orticolturali dell’Università della Florida e autore principale dello studio.
“Ma entro il 2050, si prevede che circa l’80% della produzione diminuirà a causa del cambiamento climatico”.
La coffea arabica è una pianta delicata e alquanto suscettibile alle malattie e agli stress biotici
Si rende dunque necessario sviluppare nuove cultivar resilienti al clima e capaci di adattarsi alle mutate condizioni di coltivazione, in grado di soddisfare requisiti di tolleranza biotica e abiotica, nonché di qualità.
“In questo contesto – si legge nella presentazione dello studio – la C. Canephora emerge come un potenziale condidato, in grado di conciliare plasticità e qualità in tazza”. Ferrao ha collaborato con i colleghi francesi di RD2 Vision e brasiliani di Istituto Incaper.
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