MILANO – Il commercio equo solidale è uno dei progetti più concreti ispirati ad un nuovo modello di sviluppo sostenibile e a relazioni economiche tra nord e sud del mondo che garantiscano dignità e giustizia sociale. Lo spettacolo Caffè Corretto. Uno spettacolo equo? di Oliviero Grimaldi, Gianni Coluzzi pone al centro del racconto teatrale il caffè, un bene di consumo che è anche un simbolo culturale, ponendo a confronto i nostri stili di vita con le realtà economiche e sociali del resto del mondo.
Uno spettacolo che (segue con le degustazione di prodotti del commercio equo e solidale) offre una bella occasione per scoprire, pensare e sentire cosa significa essere cittadini di questo mondo, attraverso il linguaggio duro, allegro e poetico del teatro.
Durante lo spettacolo saranno presenti gli operatori di Acea onlus (Associazione per i Consumi Etici e Alternativi) per offrire informazioni sul commercio equo e solidale, sulle pratiche di consumo responsabile, sugli stili di vita sostenibili.
Lo spettacolo, che và in scena oggi ore 21.15 e domenica 17 dicembre 2006 ore 17, racconta di un aitante pubblicitario in cerca di un’idea vincente per lanciare una nuova marca di caffè inizia a frugare nell’immaginario che circonda il consumo della bevanda culto degli italiani.
Dalle icone storiche della pubblicità ai monologhi sulla napoletana di De Filippo, dalle narrazioni di Garcia Marquez all’oratoria dei leader del mercato globale. Ma il suo talento commerciale e seduttivo è disturbato da qualcosa.
C’è una metà di sé che insiste fastidiosamente nel proporgli altre storie, altre immagini, questa volta legate a chi il caffè non lo degusta ma lo produce lottando per la propria dignità umana ed economica.
Le parole di Rigoberta Menchù, di Salvador Allende, di Frans Van der Hoof, pioniere del commercio equo, dei suoi campesinos.
L’estetica del consumo viene così disturbata da incubi, racconti, canti che ne minano la sicurezza, mostrandone l’ipocrisia, fino a giungere a un finale del tutto imprevedibile.
Raccontare il progetto del commercio equo e solidale che è insieme etico e sociale, economico e politico, è stata una grande sfida per un luogo, quello teatrale, che non è nato per descrivere e argomentare, ma per interrogare e mostrare l’invisibile.
La strada possibile è stata quindi quella di partire dall’uomo, dai suoi conflitti, dai suoi bisogni e dalle sue sfrontatezze, dai suoi torti e dai suoi sogni, mescolandoli in una partitura ora drammatica, ora comica ora poetica.
Nel tentativo di ridurre la distanza tra Nord e Sud del mondo attraverso molti linguaggi, da quello letterario a quello politico a quello della televisione commerciale.
E cercando insieme di ridurre la distanza tra chi il teatro lo fa e chi lo guarda, in una performance che coinvolge il pubblico, lo interroga e lo sollecita, frugando insieme nelle pieghe nascoste del nostro mondo, quelle molto lontane come quelle molto vicine… «Carmencita, sei già mia! Chiudi il gas e vieni via…»
Caffè Corretto è uno spettacolo che ha girato teatri, piazze, feste e scuole, spesso in collaborazione con gli operatori del commercio equo, del consumo critico, dell’economia di giustizia, nel desiderio di usare l’arte della scena per comunicare con un pubblico non abituale.
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