MILANO – A completare il quadro di presentazione dell’apertura della prima Roastery Starbucks a Milano, non poteva mancare l’intervista della donna che ha trasformato l’ex Palazzo delle Poste, nello store unico in Italia: Liz Muller.
Quando è scesa dall’auto in Piazza Cordusio questa settimana, una dozzina dei membri del suo team la stavano aspettando per accoglierla. Hanno fatto a turno per abbracciare il progettista capo, baciandola sulle guance.
Liz Muller benvenuta a Milano
“Abbiamo una sorpresa le hanno detto, guidandola attraverso la piccola entrata temporanea, in piedi attorno alla quasi operativa Starbucks Reserve Roastery, nel cuore di Milano.
Era soltanto lo scorso anno quando Muller ha iniziato a buttar giù delle idee sul tavolo di casa sua, per quello che sarebbe poi diventato il primo Starbucks in Italia. Ancora più poetico, stava predisponendo il viaggio di ritorno a casa, del suo caro amico e collega Howard Schultz, dopo la sua famosa visita rivelatrice del 1983 a Milano.
Solo dopo diverse settimane Liz Muller ha potuto visitare la Roastery di persona, ma portarla a godere del suo ultimo progresso dentro lo stesso spazio, ora quasi terminato, che lei stessa aveva progettato, non è stata la sola sorpresa che il suo team aveva in mente.
Dentro il recinto, hanno preparato una tavolata bellissima in suo onore, sul terrazzo, apparecchiata da paste, caffè, i chicchi appena tostati. Il team ha sollevato le tazze di caffè al centro del tavolo, brindando: “Ci siamo quasi!”.
All’interno della Roastery
Liz Muller si è mossa nello spazio della Roastery, giorno e notte, per portare a termine le ultime cose prima dell’apertura. Ma, dopo la degustazione di caffè con il suo team, come Muller ha raggiunto la Roastery, centinaia di baristi, panettieri, tostatori e mixologist hanno smesso di lavorare, disponendosi attorno all’entrata.
Hanno applaudito e fischiato all’ingresso di Muller. Per poi accoglierla con ancora più calore quando lei si è fermata e si è guardata intorno: lo sguardo sullo spazio quasi pronto, illuminato e colorato. Si è presa una pausa per accogliere dentro di sé quella visione per restituirla agli altri.
“E’ meraviglioso vedervi tutti qui in questa magnifica casa” ha detto. “Che momento. Mi emoziona pensare a quanto sia bello questo posto, ma ora, lo è ancora di più con voi dentro.”
In seguito, ha abbracciato i manager e i partner
Muller e il suo team hanno ideato anche la Roastery di Seattle e quella di Shanghai. Nei prossimi anni, saranno all’opera su quelle di New York, Tokyo e Chicago. Muller ha affermato di esser costantemente in soggezione rispetto al suo ruolo e di fronte a Schultz.
“Nessuno può sognare come Howard” ha detto Muller. “Per ogni suo sogno, noi ci occupiamo di renderlo realtà. Ed è un compito delicato. Lui condivide con noi la visione, il sentimento, ma poi lascia a noi il timone per realizzarli.”
Nel mezzo dei preparativi finali
Alla fine Muller si è fermata per sedersi con il Newsroom Starbucks, per una conversazione con focus la Roastery di Milano, la sua esperienza con Starbucks, il processo creativo che l’ha ispirata.
Come ha vissuto l’esperienza di donare a ciascuna Roastery un unico senso dello spazio?
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.